La guerra di Gaza

Tra Sanremo e Lollobrigida nessuno se ne frega della morte della piccola Hind

L’immagine di Israele esce orribilmente e irrimediabilmente sfregiata da questi abomini. E’ morta Hind, è triste dirlo: è morta la speranza.

Editoriali - di Piero Sansonetti - 11 Febbraio 2024

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Hind Rajab
Hind Rajab

E’ morta Hind Rajab. Aveva sei anni. Era in fuga, sfollata. Inseguita dall’esercito israeliano. Era in una macchina scassata, col nonno e lo zio. La mamma era rimasta a piedi. In fuga anche lei. L’hanno intercettata i carri armati israeliani. I carri armati contro Hind, capite? Hanno sparato.

Il nonno è morto, anche lo zio, anche un altro passeggero. Lei si era salvata, insieme a una cuginetta che ha telefonato alla mamma di Hind. Poi le ha passato Hind. “Ho paura, mamma” diceva la bambina. “Ci sono i carri armati”. Allora la mamma ha chiamato la Mezzaluna Rossa e alcuni operatori della Mezzaluna Rossa hanno parlato con Hind. Lei diceva: “Venitemi a prendere, ci sono i carri armati, ho paura”. Chiedeva: “Vero che venite a prendermi?”.

La telefonata è stata registrata da Mezzaluna Rossa e passata alla Bbc, che l’ha diffusa in tutto il mondo. Due medici della Mezzaluna Rossa sono partiti al soccorso. Sulla base delle poche indicazioni stradali che Hind era riuscita a dare loro. Sembra che siano arrivati. Non sappiamo se l’hanno trovata ancora viva. I soldati israeliani hanno ucciso anche loro. Li hanno trovati ieri. Trovato i cadaveri. Loro, di Hind, della cugina.

Come si fa a commentare? Che vuoi dire? Maledetti. Noi capiamo solo una cosa. Che in Israele e a Gaza c’è la guerra. E la guerra spazza via ogni briciolo di umanità, di commozione e di ragione. Non sappiamo come è stata uccisa Hind dagli israeliani. Non sappiamo come e perché siano stati fucilati i due medici della Mezzaluna Rossa. Sì, sappiamo che sono crimini di guerra. Ormai però di crimini di guerra gli israeliani ne stanno commettendo in quantità industriali.

E ogni volta si difendono con la più stupida delle scuse: “Ha iniziato Hamas…” Non viene in mente nessun altro avvenimento del dopoguerra nel quale un paese occidentale, guidato da un governo legittimamente eletto, abbia commesso tanti e così efferati crimini. Forse neppure l’esercito americano in Vietnam e in Iraq si è macchiato di questi orrori. L’immagine di Israele esce orribilmente e irrimediabilmente sfregiata da questi abomini.

Ci vorranno anni e anni per riconquistare il prestigio perduto. Ora vorremmo che il governo rispondesse dell’omicidio di Hind. Che ci dicesse come è stata uccisa. Da chi. Perché. Su ordine di chi. Beh, forse su ordine di chi lo sappiamo. Le responsabilità personali di Bibi Netanyahu sono terribili. Schiaccianti. E’ impossibile nasconderle. Ogni sua dichiarazione pubblica è un invito al massacro dei palestinesi.

Il suo cinismo e la sua ferocia non credo abbiano precedenti. Immagino che gran parte del popolo israeliano viva con disperazione le scelte di Netanyahu. Ma è possibile che non si senta un movimento di ribellione? Certo, un regime spietato come quello di Netanyahu fa paura ai dissidenti. Chi ha provato a obbiettare ha pagato. Resta un pezzo di stampa. Libera. Che denuncia.

Come Haaretz. Questa è la forza di quel paese. La libertà di stampa. Che purtroppo da noi non esiste. I giornali italiani che denunciano questo massacro immane si contano sulla punta delle dita. I grandi giornali sono subalterni alla propaganda israeliana. Anche molti giornalisti e commentatori lo sono. Sì, è morta Hind. Ma i nostri quotidiani si occupano solo di Sanremo.

Le scarpe di Travolta. Le spalle nude di una cantante. E poi Lollobrigida. I capricci di Salvini. E i partiti di opposizione? La sinistra? Sì, qualche voce isolata, qualche grido solitario. Il Pd ancora non ha detto una parola. E’ preoccupato per la presidenza del Teatro di Roma. Per qualche posto in Rai. Ieri l’Arci ha lanciato un grido di aiuto alla sinistra: muoviamoci, fermiamo il genocidio. La risposta? Silenzio. E’ morta Hind, è triste dirlo: è morta la speranza.

11 Febbraio 2024

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