La sentenza

L’Olanda stoppa le forniture di pezzi dei jet F-35 a Israele: tribunale ferma l’export per la guerra a Gaza

Esteri - di Redazione - 12 Febbraio 2024

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La distruzione a Rafah
La distruzione a Rafah

Non solo l’irritazione degli alleati, in testa un po’ a sorpresa gli Stati Uniti storici alleati, che ormai quotidianamente con Joe Biden inviano messaggi chiari al governo di Bibi Netanyahu per una “de-escalation” a Gaza.

Un colpo duro, soprattutto per l’immagine dello Stato ebraico, arriva dall’Olanda. La Corte d’Appello dell’Aia ha stabilito che il governo olandese dovrà interrompere la fornitura di pezzi di ricambio per i caccia israeliani F-35 entro sette giorni.

Il ricorso delle Ong

La decisione dei giudici arriva, come sottolineano i media olandesi tra cui De Volkskrant, dopo una causa intentata dalle organizzazioni per i diritti umani Oxfam Novib, PAX e The Rights Forum, che avevano chiesto la revoca della licenza di esportazione dei pezzi.

La licenza per l’esportazione era stata concessa nel 2016 a tempo indeterminato, ma secondo la sentenza le condizioni sono cambiate da quando Israele ha iniziato l’intervento militare nella Striscia di Gaza.

Le motivazioni della sentenza

La giustificazione dei giudici per decretare l’interruzione dei pezzi per i caccia F-35 a Tel Aviv è durissima: in sostanza secondo la Corte le azioni di Israele nella guerra di Gaza rappresentano un chiaro rischio di violazione del diritto internazionale umanitario e per questo motivo il governo avrebbe dovuto decidere di interrompere la fornitura dei pezzi per gli aerei da combattimento.

È innegabile che vi sia un chiaro rischio che le parti dell’F-35 esportate vengano utilizzate per gravi violazioni del diritto umanitario internazionale“, ha dichiarato il giudice Bas Boele nel leggere la sentenza, suscitando le acclamazioni di diverse persone presenti in aula. Il governo olandese si è difeso nel “processo” sostenendo che il divieto di trasferire parti dell’F-35 dall’Olanda sarebbe di fatto privo di significato, dal momento che gli Stati Uniti potrebbero consegnarle da altri luoghi.

La decisione della Corte d’Appello dell’Aia ribalta così la prima sentenza emessa lo scorso gennaio da un tribunale di grado inferiore, che si era schierato con il governo. consentendogli di continuare a inviare a Israele pezzi che sono di proprietà degli Stati Uniti, conservati in un magazzino nella città di Woensdrecht. La decisione della Corte può essere impugnata.

di: Redazione - 12 Febbraio 2024

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