È stato trovato impiccato in cella da uno dei suoi compagni. Era la tarda serata di domenica scorsa, i tentativi di salvargli la vita sono stati del tutto inutili. Così un giovane di origini indiane, tra i 36 e i 38 anni, ha perso la vita. I fatti sono accaduti nel carcere di Latina. Si è suicidato come altri 16 detenuti prima di lui. Ed oggi c’è stato anche il 18esimo nel penitenziario di Terni. Una mattanza di Stato senza fine che viaggia a numeri record. Un primato tragico: lo scorso anno il 18esimo suicidio si era verificato il 25 aprile. Nel 2022, il 4 sempre di aprile. E quello è stato l’anno degli 83 suicidi totali.
Suicidio nel carcere di Latina
“Era un detenuto in attesa di giudizio – ha spiegato a l’Unità il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio – Era in carcere da 8 mesi per un’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale. Tra pochi giorni ci sarebbe stata l’udienza. L’evento è stato sorprendente, anche per l’amministrazione penitenziaria. Il recluso non aveva dato alcun segnale particolare: frequentava i corsi scolastici e teneva regolarmente i colloqui e le video chiamate con la sua famiglia. Infatti, era sposato e la moglie vive qui in Italia.
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Chi è il detenuto che si è tolto la vita nel carcere di Latina
Il carcere di Latina ha un grave problema relativo al sovraffollamento: quest’ultimo ha un valore pari al 155%, nel Lazio è pari al 140%, in Italia è pari al 127%. Questo dipende anche dal fatto che la maggior parte dei detenuti sono in attesa di giudizio, quindi una volta arrestati vengono tradotti li in carcere e soltanto in seguito, alcuni, vengono trasferiti in altre strutture della Regione“.