Ci sono relazioni tossiche, ci sono fotografie e contenuti intimi postati senza consenso, ci sono vittime di violenze sessuali colpevolizzate. Save the Children ha lanciato con l’Istituto Ipsos un’indagine inedita sulla violenza di genere tra gli adolescenti e contemporaneamente una campagna social, #chiamalaviolenza. E il quadro che emerge non si piò dire confortante, per quanto si tratti comunque di un sondaggio. E viene fuori dopo l’ennesimo caso di stupro di gruppo ai danni di una minorenne a Catania, una dinamica che aveva ricordato i casi recenti di Palermo e di Caivano. E arriva dopo l’enorme attenzione che aveva suscitato il caso di Giulia Cecchettin con le richieste di aiuto al numero 1522, antiviolenze e antistalking, raddoppiate.
L’indagine è stata diffusa alla vigilia di San Valentino. Si è concentrata sulla qualità delle relazioni degli adolescenti, sul tipo di comportamenti giudicati violenti e di controllo e sull’influenza dei cosiddetti stereotipi di genere. Il rapporto “Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”, inoltre, contiene i risultati di un’indagine qualitativa realizzata grazie alla collaborazione col Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità e col supporto delle Unità di Servizio Sociale per Minorenni e gli Istituti Penali per Minorenni.
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Secondo quanto emerge più di un adolescente italiano su due, il 52%, dichiara di aver subito almeno una volta comportamenti lesivi o violenti nella coppia. “Preoccupa l’accettazione diffusa di forme di controllo tra le coppie di adolescenti, la tolleranza verso pratiche violente e la persistenza di stereotipi di genere. Considerare gelosia, possesso e controllo ingredienti accettabili e segni di amore in una relazione o attribuire una responsabilità alla vittima di una violenza sessuale per il modo in cui è vestita non possono essere considerati retaggi del passato, ma sono opinioni e comportamenti diffusi tra i giovani oggi”, ha commentato a margine Antonella Inverno, Responsabile Ricerca e Analisi di Save the Children.
Le coppie adolescenti
In cosa consistono i comportamenti violenti e tossici: telefonate insistenti per sapere dove ci si trovava (34%); linguaggio violento, con grida e insulti (29%); ricatti per ottenere qualcosa che non si voleva fare (23%); ricevere con insistenza richieste di foto intime (20%); essere spaventato da atteggiamenti violenti (schiaffi, pugni, spinte, lanci di oggetti, 19%); condividere foto intime con altri senza consenso (15%). Il 47% ha detto di avere avuto, almeno una volta, questi comportamenti verso il/la partner.
Controllo e gelosia
Altro campanello d’allarme scatta sulle forme di controllo all’interno della coppia. Il 65% ha risposto di aver subito dal partner almeno un comportamento di controllo, come la richiesta di non accettare contatti da qualcuno/a sui social (42%); di non uscire più con delle persone (40%); di poter controllare i profili sui social (39%); di non vestirsi in un certo modo (32%); fino al sentirsi dire che il partner avrebbe commesso un gesto estremo facendosi del male (25%). Il 63% ha riconosciuto di aver praticato almeno uno di questi comportamenti.
Sullo stesso punto, il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno d’amore. Così come lo è condividere le password dei social e dei dispositivi con il partner, al 26% degli adolescenti sarebbe capitato che il partner creasse un profilo falso sui social per controllarlo. Ancora peggio: il 17% dei ragazzi e delle ragazze tra i 14 e i 18 anni giudica possibile che possa scappare uno schiaffo ogni tanto in una relazione intima.
Consenso e rapporti sessuali
Per il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale il modo di sottrarsi lo può trovare: per il 46% tra i ragazzi. Il 29%, poi, ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi. Il 24% pensa che se una ragazza non dice chiaramente “no” vuol dire che è disponibile al rapporto sessuale (26% tra i ragazzi e 21% tra le ragazze). Il 21% (senza differenza tra ragazze e ragazzi) è molto o abbastanza d’accordo col fatto che una ragazza, anche sotto l’effetto di stupefacenti o alcol, sia in grado di acconsentire o meno ad avere un rapporto sessuale. Quanto al consenso, il 90% ritiene necessario chiederlo sempre anche all’interno di una relazione di coppia stabile. Ma il 36% ritiene di poter dare sempre per scontato il consenso della persona con cui si ha una relazione e il 48% ritiene che in una relazione intima sia difficile dire di no a un rapporto se richiesto dal/la partner.
Vita online e revenge
È chiaro che nelle vite degli adolescenti la differenza tra vita online e offline sia ormai labile se non proprio inesistente. L’ambiente digitale è parte integrante anche delle relazioni intime. Il 73% dichiara di aver stretto amicizia online con persone prima sconosciute, il 64% di aver usato i social per conoscere o avvicinarsi a una persona che piace. Il 28% ha scambiato video e/o foto intime con il/la partner o con persone verso le quali aveva un interesse (si sale al 40% tra chi ha avuto o è in una relazione).
Altro argomento delicato è quello dei contenuti virtuali, foto e video: un adolescente su tre (33%) riporta di aver ricevuto foto/video a sfondo sessuale da amici/che o conoscenti, si sale al 37% se si considera solo la fascia 16-18 anni. È preoccupante che un adolescente su 10 dichiara di aver condiviso, almeno una volta, foto/video intimi della persona con cui aveva una relazione senza il suo consenso esplicito e che l’11% abbia subìto una condivisione di proprie foto intime senza aver dato il consenso. Oltre la metà degli intervistati, il 54%, pensa che chi invia foto intime accetta sempre i rischi che corre, compreso quello che le foto possano essere condivise con altri.
Le tematiche di genere
Dall’indagine Save the Children emerge tuttavia anche un interesse crescente verso le tematiche di genere: stereotipi, violenza e aspettative sociali – anche se il numero verde Antiviolenza 1522 viene correttamente indicato soltanto dal 22% degli adolescenti. L’82% dice di essere molto o abbastanza interessato/a e il 58% sostiene che la sua sensibilità su questi temi è aumentata. La cerchia più ristretta (famiglia, scuola e amici) è il contesto privilegiato in cui parlarne. Occasioni di approfondimento sono anche film, serie e documentari (45%) e le trasmissioni tv (41%).