Nuove bombe su Rafah

Chi è Francesca Albanese e perché è stata bandita da Israele

Nuove bombe su Rafah: 162 vittime, di cui molte donne e bambini e 200 feriti. E con gli Stati Uniti è rottura. Nel corso di colloqui privati, riferisce Nbc, Biden avrebbe aggredito Bibi

Esteri - di Umberto De Giovannangeli - 13 Febbraio 2024

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Chi è Francesca Albanese e perché è stata bandita da Israele

Testimone scomoda di una mattanza senza fine. Scomoda e coraggiosa. Per questo va bandita. Il ministro degli Esteri israeliano chiede a Guterres di rimuovere la relatrice Francesca Albanese. “Il tempo del silenzio degli ebrei è finito. Se le Nazioni Unite vogliono tornare ad essere un organismo rilevante, il suo leader Antonio Guterres deve sconfessare pubblicamente le parole antisemite della loro ‘inviata speciale’ Francesca Albanese e rimuoverla immediatamente dal suo posto. Impedirle di entrare in Israele servirà a ricordare le atrocità commesse da Hamas, compreso lo spietato attacco agli innocenti”.

Così il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha commentato sul social X la decisione di vietare l’ingresso in Israele alla relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Rispondendo due giorni fa ad un post di Le Monde, Albanese ha scritto: «‘Il più grande massacro antisemita del nostro secolo´? No, signor Emmanuel Macron. Le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro giudaismo, ma in risposta all’oppressione di Israele. La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo. I miei rispetti alle vittime”.

La relatrice Onu, Albanese: “Sono due anni che Israele mi nega di fare il mio lavoro come richiesto dalle Nazioni Unite”

“Sono due anni che Israele mi nega di fare il mio lavoro come chiesto dall’Onu non facilitando il mio ingresso nel Territori palestinesi occupati. E sono 17 anni che lo fa nei confronti di tutti i relatori speciali che hanno ricoperto questo mandato”. Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani commessi nei Territori palestinesi occupati, reagisce così, parlando con l’Adnkronos, alla decisione di Israele di negarle l’ingresso del Paese.

Il suo j’accuse a l’Europa in una intervista a l’Unità

“Siamo dinanzi ad un’Europa che sta tradendo non solo il suo impegno per il rispetto del diritto internazionale come strumento di prevenzione dei conflitti, ma anche le libertà fondamentali dei suoi cittadini e cittadine che oggi protestano contro le stragi in corso a Gaza, e vengono puniti da leggi draconiane e forze dell’ordine. Un ritorno al passato che desta preoccupazione e sgomento”. Quella in atto a Gaza, aveva rimarcato Albanese nell’intervista esclusiva concessa a l’Unità, è “una catastrofe umanitaria e politica di proporzioni epiche”.

Bombe su Rafah: almeno 164 morti

Il ministero della Sanità di Gaza, a guida Hamas, aggiorna la stima dei morti degli attacchi dell’altra notte a Rafah : ora sarebbero 164, con circa 200 feriti. Il ministero ha pubblicato il suo regolare aggiornamento sulle vittime: 28.340 palestinesi sono stati uccisi e quasi 68.000 feriti nella Striscia dal 7 ottobre.

Hamas ha condannato quello che ha definito un “orribile massacro contro civili indifesi e bambini, donne e anziani sfollati” da parte di Israele contro i civili a Rafah, dopo che l’esercito israeliano ha confermato di aver condotto attacchi aerei vicino alla città per salvare due ostaggi. Lo riporta la Cnn.

Ostaggi liberati erano imprigionati nella casa di una famiglia a Rafah

Due ostaggi con doppia cittadinanza israeliana e argentina, liberati in un’operazione notturna dall’Idf, hanno affermato di essere stati tenuti prigionieri nella casa di una famiglia a Rafah. Lo riporta il sito di notizie Ynet, secondo cui, Fernando Marman, 61 anni, e Louis Har, 70 anni, hanno detto allo Sheba Medical Center, dove sono attualmente in cura, che il motivo della loro salute relativamente buona, nonostante siano stati tenuti in ostaggio per 129 giorni, è dovuto al fatto che erano stati imprigionati in una casa e non in un tunnel.

Onu: «Terrificante la prospettiva dell’offensiva a Rafah»

La prospettiva di una «vera» offensiva da parte dell’esercito israeliano a Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza, dove centinaia di migliaia di palestinesi sono rifugiati, è «terrificante». Lo ha affermato l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani. «Considerando la carneficina che ha avuto luogo finora a Gaza, possiamo immaginare perfettamente cosa accadrà a Rafah», ha precisato l’Onu in una nota.

Media, in colloqui privati Biden ha insultato Netanyahu

Il presidente Usa, Joe Biden, è ormai ai ferri corti con il premier israeliano Benjamin Netanyahu per la sua campagna militare a Gaza. Secondo l’emittente statunitense Nbc, il capo della Casa Bianca in colloqui privati ha insultato lo ha insultato chiamandolo “str….”.

Il presidente degli Stati Uniti ha esortato Israele ad accettare un cessate il fuoco, ma coloro che hanno familiarità con le conversazioni hanno affermato che Netanyahu gli «sta facendo passare l’inferno» ed è difficile trattare con lui. Biden in alcuni punti si è riferito al primo ministro israeliano semplicemente come «questo ragazzo» e almeno in tre occasioni recenti lo ha definito uno «str….».

Borrell a Biden: «Se i morti a Gaza sono troppi ferma le armi»

«Il presidente Biden ha detto che i morti civili a Gaza sono troppi. Se sono troppi allora forse devi dare a Israele meno armi, è abbastanza logico». Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell nel corso della conferenza stampa con il commissario dell’agenzia Unrwa dell’Onu Philippe Lazzarini.

«Tutti vanno a Tel Aviv e chiedono `per piacere, ci sono troppe vittime, uccidete meno civili´ ma Benjamin Netanyahu non ascolta nessuno. Forse è il caso di smettere di chiedere per piacere e fare qualcosa», ha aggiunto Borrell.

Riguardo alle ultime richieste di evacuazione Borrell ha poi polemicamente chiesto: «E dove, sulla luna?». “Dove evacueranno queste persone?” – continua Borrell – “quindi, se una comunità nazionale pensa che questo è un massacro, che vengono uccise troppe persone, allora forse bisogna pensare alla fornitura di armi” a Israele, conclude.

Corte dell’Aja: “L’Olanda fermi fornitura pezzi ricambio F-35 a Israele”

La Corte d’Appello dell’Aja ha stabilito che il governo olandese dovrà interrompere la fornitura di pezzi di ricambio per i caccia israeliani F-35 entro sette giorni. Ne danno notizia i media olandesi tra cui De Volkskrant.

La causa era stata intentata dalle organizzazioni per i diritti umani Oxfam Novib, PAX e The Rights Forum, che avevano chiesto la revoca della licenza di esportazione dei pezzi. Secondo la Corte, le azioni di Israele nella guerra di Gaza rappresentano un chiaro rischio di violazione del diritto internazionale umanitario e per questo motivo il governo avrebbe dovuto decidere di interrompere la fornitura dei pezzi per gli aerei da combattimento.

13 Febbraio 2024

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