La rappresaglia del Cremlino

Premier estone Kallas nella lista dei ricercati russi, provocazione di Mosca: “Distrutti monumenti ai soldati sovietici”

Esteri - di Redazione - 13 Febbraio 2024

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Kaja Kallas con Volodymyr Zelensky
Kaja Kallas con Volodymyr Zelensky

Primo ministro e ricercato. Kaja Kallas, la premier estone che sin dallo scoppiare della guerra in Ucraina ha mostrato un fortissimo sostegno a Kiev, così come gli altri Paesi Baltici, è stata inserita nella lista dei ricercati dal ministero dell’Interno russo.

La premier estone Kallas “ricercata”

A riferirlo oggi l’agenzia di stampa russa Tass: con lei nella lista sono stati inseriti anche il segretario di Stato estone Taimar Peterkop e il ministro della Cultura lituano Simonas Kairys. La decisione, clamorosa, da parte del ministero dell’Interno russo è stata presa “per la distruzione e il danneggiamento di monumenti ai soldati sovietici”, hanno riferito fonti di polizia alla Tass.

Entrambi “sono stati inseriti nella lista dei ricercati come parte di questo caso”, ha detto la fonte all’agenzia russa.

È la prima volta che un capo di governo viene inserito nella lista dei ricercati internazionali. Kallas ha commentato la decisione del governo russo con una serie di messaggi su X: “Il Cremlino crede che questa mossa silenzierà me e altri, ma non sarà così. Al contrario. Continuerò a sostenere fermamente l’Ucraina“, ha scritto la premier estone.

I rapporti tra Mosca e i tre Paesi Baltici, Estonia, Lettonia e Lituania, sono dall’invasione russa in Ucraina ai minimi storici: la settimana scorsa il Cremlino ha convocato gli incaricati d’affari di Estonia, Lettonia e Lituania, accusandoli di “sabotaggio” delle elezioni presidenziali russe di marzo rifiutandosi di garantire la sicurezza dei seggi elettorali nelle ambasciate russe sul loro territorio.

I rapporti tesi tra Russia e Paesi Baltici

Le “scaramucce” tra Cremlino e i tre Baltici proseguono da tempo: solo recentemente, a metà gennaio, Lettonia ed Estonia avevano scelto di porre fine ai loro accordi di assistenza legale con la Russia, adducendo come motivo l’attacco di Mosca all’Ucraina. Sempre a gennaio l’Estonia aveva quindi rifiutato la proroga del permesso di soggiorno del capo della Chiesa ortodossa estone del Patriarcato di Mosca, cittadino russo, ritenendo che rappresentasse un rischio per la sicurezza nazionale.

Mosca usa il missile ipersonico Zirkon

Sul fronte di guerra e in generale sul piano militare va registrata l’ennesima sfida lanciata da Mosca all’Ucraina e ai suoi alleati. La Russia ha infatti lanciato sul territorio ucraino, per la prima volta dall’inizio della guerra il 24 febbraio 2022, un missile ipersonico anti nave Zirkon.

Il lancio, circostanza resa nota dall’Istituto di ricerca scientifica di Kiev (Kndise), è avvenuto lo scorso 7 febbraio. “Gli esperti del Kndise stanno conducendo uno studio sui missili russi con cui il nemico ha attaccato l’Ucraina il 7 febbraio — ha detto il direttore dell’Istituto, Oleksandr Ruvin —. Secondo le informazioni preliminari, abbiamo effettivamente le prove dell’uso del missile 3M22 Zirkon. Ciò risulta dai segni su parti e detriti, dall’identificazione di componenti e parti e dalle caratteristiche del rispettivo tipo di arma”.

Cos’è il missile ipersonico Zirkon

Capace di volare ad una velocità di 9.800 km/h, ovvero Mach 8, i missili Zirkon possono così eludere i sistemi di difesa. Dotati di una gittata che può raggiungere anche i mille chilometri, attualmente solo la Russia ha a disposizione questo tipo di vettore: negli Stati Uniti progetti simili sono ancora in fase sperimentale.

di: Redazione - 13 Febbraio 2024

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