La scomparsa a 82 anni
Chi era Ugo Intini, storico portavoce dei socialisti morto all’età di 82 anni
Dopo il ‘92, a differenza di tanti non disertò. Appassionato di geopolitica, vide nell’attuale segretario Onu Guterres un compagno illuminato
Editoriali - di Enzo Maraio
Ugo Intini ha dato molto alla politica, e molto ha ricevuto: sia in termini di glorie che di delusioni. Nella prima repubblica è stato un magnifico direttore del Avanti! – e prima del Lavoro di Genova – e poi il portavoce del partito guidato da Bettino Craxi, ma anche il delegato del Psi all’Internazionale Socialista.
La grande fuga di socialisti innescata da Tangentopoli non ha visto Intini né tra i rifluenti, né tra i rinneganti, né tra i mimetici. Ugo è rimasto socialista con i socialisti, come insegnava Matteotti, consapevole che la pretesa di essere socialista in casa d’altri è una colossale ipocrisia, buona solo a mascherare interessi e aspirazioni individuali.
E Intini l’interesse personale non lo conosceva proprio: la missione della sua vita era il socialismo. Da socialista, dunque, ha solcato le acque tutt’altro che limpide della seconda Repubblica, entrando nel governo Prodi e nel governo Amato, sempre con responsabilità nel dicastero degli Esteri.
Aveva dato un contributo determinante al progetto della Rosa nel Pugno, candidandosi poi capolista in tutti i collegi senatoriali in quelle elezioni politiche del 2006 che segnarono il miglior risultato elettorale per i socialisti dal 1992. Dopo la rinuncia all’impegno elettorale diretto, è rimasto un instancabile elaboratore di cultura politica: le sue analisi della società occidentale contemporanea sono di profondità e lungimiranza rare.
Obbligano a un esercizio per molti desueto ma a lui molto caro: pensare. E il suo pensiero ha spaziato su temi sfidanti: dall’incidenza del problema demografico nelle società contemporanee, con gli inevitabili riflessi negativi sulla giustizia sociale, alle dinamiche della globalizzazione.
La politica internazionale è stata sempre una sua grande passione, la cifra della sua azione politica e della sua militanza, che lo ha portato a maturare una grande conoscenza degli scenari geopolitici e una grande esperienza dei protagonisti che li animano, come Antonio Guterres, il socialista portoghese segretario generale dell’Onu in cui ha visto un contraltare a Trump e al trumpismo, e a cui ha dedicato un libro intenso e affascinante.
Il nostro Intini, però, era prima di tutto un compagno sensibile e generoso. Non c’era socialista che non potesse avere accesso al suo telefono e alla sua persona. I suoi scritti, i suoi libri sono la sua vera eredità: l’intera storia dell’Avanti! in settecentocinquanta pagine – “Avanti!, un giornale un’epoca” è monumentale. “Testimoni di un secolo”, l’ultimo lascito, è un’illuminante descrizione dei protagonisti di tutto un secolo.
I suoi interventi erano un quotidiano dono di sé all’Idea Socialista. E a ogni singolo socialista che vedeva come fratello, rispettoso e convinto del significato profondo della parola compagno. Solo due mesi fa, malato, ricoverato e in lotta col dolore, ha telefonato a un nostro compagno appena rimasto vedovo, confortandolo a lungo per il lutto; lui che si confrontava tutti i giorni con la prospettiva della sua morte.
L’Italia e il socialismo italiano perdono uno dei loro uomini migliori. Noi perdiamo un compagno che non ha mai fatto mancare la sua presenza. Questo era Ugo Intini: un generoso socialista fino all’ultima sua ora.
*Segretario del Psi