La strage nelle carceri
Due suicidi in carcere in 24 ore, il dramma a Pisa e Lecce: sono 20 da inizio anno
Giustizia - di Rossella Grasso
Non si ferma la strage nelle carceri italiane con un numero di morti impressionante, persone che decidono di togliersi la vita mentre sono nelle mani dello Stato. Il 13 febbraio nel carcere di Pisa si è tolto la vita un semilibero, nemmeno 24 ore dopo si è ucciso un uomo nel carcere di Lecce, come si apprende dall’Associazione Sbarre di Zucchero. In 45 giorni, quelli appena trascorsi dall’inizio dell’anno, si contano già 20 suicidi in carcere, praticamente quasi uno ogni 2 giorni. Numeri che continuano a denunciare una situazione sempre più drammatica sulla quale bisogna intervenire e presto.
“Ieri un semilibero a Pisa, stamattina un recluso nel circuito ad alta sicurezza di Lecce. Sono gli ultimi due morti per impiccamento (sarebbe forse il caso di dire per impiccagione) nelle nostre carceri, che continuando così rischiano di diventare veri e propri mattatoi. Sono già 20 i detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno. Cifre che anche il Direttore della Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giancarlo Cirielli, ha definito impressionanti, ma rispetto alle quali nulla ha potuto fare se non diramare l’ennesima direttiva destinata a non sortire effetti tangibili”, ha scritto in una nota Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPA Polizia Penitenziaria.
Suicidio nel carcere di Lecce
Secondo quanto riportato da LeccePrima il detenuto che si è tolto la vita nella sua cella all’interno dell’istituto penitenziario di Borgo San Nicola a Lecce sarebbe un 45enne tarantino. Citando fonti regionali dell’Osapp l’organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, riporta che gli agenti hanno fatto la tragica scoperta in mattinata, durante un cambio di turno ed hanno lanciato immediatamente l’allarme. A nulla sono serviti i tentativi di soccorso: l’uomo era già morto. Si tratterebbe di un detenuto che lavorava in carcere ed era seguito dai sanitari per problemi psichiatrici.
Suicidio nel Carcere di Pisa
Un detenuto si è suicidato ieri pomeriggio nel carcere di Pisa. lo rende noto il sindacato Sappe. Il detenuto, italiano, spiega in una nota Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del Sappe,”era sottoposto al regime di semilibertà, ossia aveva la possibilità di trascorrere parte del giorno fuori dall’istituto per poter espletare l’attività lavorativa. Era rientrato in istituto nel primo pomeriggio adducendo che non si sentiva bene. Verso le 17 il personale si recava nel reparto per prelevarlo ed accompagnarlo alla visita dal medico e lo trovava impiccato con un lenzuolo nel cortile dei passeggi. Inutili i tentativi di soccorso da parte del personale di polizia penitenziaria e dei sanitari”.
“Non si può restare inerti a contare i morti”
“E’ di ogni evidenza come il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e i suoi vertici davvero poco possano fare di fronte a quella che ormai è una vera e propria emergenza e di cui non si comprende se il Governo voglia prendere coscienza o meno. Abbiamo infatti letto le dichiarazioni del Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, con le quali annuncia la costituzione di un tavolo di lavoro per l’emergenza carceraria, tuttavia non scorgiamo alcuna misura emergenziale. Al contrario, si pensa di affrontare la deriva carceraria con strumenti ordinari, insufficienti e spesso superati. I suicidi sono solo la punta di un iceberg alla cui base sono stratificate disfunzioni di ogni tipo. Sovraffollamento detentivo prossimo al 130%, mancanza di operatori di Polizia penitenziaria per almeno il 50%, omicidi, risse, rivolte, aggressioni, traffici illeciti, violenze e sofferenze di ogni genere. A ciò si uniscano le mancanze strutturali, infrastrutturali, organizzative, nelle tecnologie e negli equipaggiamenti e il quadro, seppur approssimato per difetto, è tracciato”, argomenta il segretario De Fazio.
“Urgono interventi di natura straordinaria. Il Governo Meloni vari un decreto carceri prevedendo assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria e provvedimenti deflattivi della densità detentiva anche attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei ristretti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti. La politica tutta promuova una legge di delegazione per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Non si può restare inerti a contare i morti”, continua De Fazio.