La guerra di Gaza
Perché Israele non partecipa ai negoziati al Cairo, “Così Netanyahu condanna a morte gli ostaggi”
“Sbalorditi” dalla decisione di non inviare una delegazione ai negoziati del Cairo. La Cnn: Israele prepara l’attacco a Rafah. Macron chiama Netanyahu: “Fermati”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Secondo Israele, a Gaza sono tutti terroristi, compresi donne, adolescenti e bambini. Lo dice senza mezzi termini l’ambasciata Israeliana presso la Santa Sede, attaccando il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, il quale aveva definito “sproporzionata” la risposta al massacro del 7 ottobre.
«È una dichiarazione deplorevole. Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate», si legge in un comunicato dell’ambasciata d’Israele «La responsabilità della morte e della distruzione a Gaza” è di “Hamas e solo di Hamas», sottolinea l’ambasciata.
Le operazioni militari dell’Idf, «si svolgono nel pieno rispetto del diritto internazionale». Tra «le circostanze e i dati rilevanti», che il Segretario di Stato avrebbe dovuto considerare, per l’ambasciata c’è il fatto che «Gaza è stata trasformata da Hamas nella più grande base terroristica mai vista. Non c’è quasi nessuna infrastruttura civile che non sia stata utilizzata da Hamas per i suoi piani criminali, inclusi ospedali, scuole, luoghi di culto e molti altri».
Poi: «Gran parte del “progetto” di Hamas, vale a dire la costruzione di questa infrastruttura terroristica senza precedenti, è stato attivamente sostenuto dalla popolazione civile locale. I civili di Gaza – sostiene ancora l’ambasciata – hanno anche partecipato attivamente all’invasione non provocata del 7 ottobre nel territorio israeliano, uccidendo, violentando e prendendo civili in ostaggio. Tutti questi atti sono definiti crimini di guerra».
La Santa Sede ribadisce: «Il diritto di difesa non giustifica la carneficina»
“Per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime. E dunque per gli israeliani massacrati in casa nei kibbutz mentre si accingevano a celebrare il giorno della Simchat Torah, per gli ostaggi strappati alle loro famiglie, come per i civili innocenti un terzo dei quali bambini uccisi dai bombardamenti a Gaza. Nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un ‘danno collaterale’ della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina”.
Così un editoriale in prima pagina sull’Osservatore Romano, a firma di Andrea Tornielli, dopo quanto affermato l’altro ieri dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi.
Netanyahu non invierà una delegazione ai colloqui del Cairo
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, non invierà oggi una delegazione al Cairo per ulteriori colloqui su un accordo per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas. Lo riferisce il sito israeliano Walla, secondo cui i colloqui di oggi si concentreranno sugli aspetti umanitari di un possibile accordo.
I vertici del Mossad e dello Shin Bet, nonché il consigliere diplomatico di Netanyahu, erano martedì al Cairo per i negoziati. Una fonte nell’ufficio del primo ministro ha detto al Times of Israel che erano lì per ascoltare e niente di più. Netanyahu non vede alcun motivo di inviare un’altra delegazione finché Hamas non cambierà le sue richieste riguardo al rilascio dei prigionieri, riferisce Walla.
Famiglie ostaggi, decisione Netanyahu è “condanna a morte”
La decisione del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu di non inviare la delegazione israeliana al tavolo dei negoziati al Cairo per una tregua e il rilascio degli ostaggi, segnerà “una condanna a morte” per gli ostaggi rimasti prigionieri di Hamas.
È quanto si legge in una nota dell’Hostages Families Forum, che rappresenta i familiari della maggior parte degli ostaggi rimasti a Gaza. In un comunicato, il forum si dice “sbalordito” dalla decisione di “ostacolare” i colloqui in corso, aggiungendo che “sembra che alcuni membri del governo abbiano deciso di sacrificare la vita degli ostaggi ammettendolo”. Questa decisione segnerà “una condanna a morte” per gli ostaggi rimasti prigionieri, si legge nel comunicato rilanciato dai media israeliani.
Colloqui al Cairo, Netanyahu ha bocciato proposta Mossad
Il Mossad, insieme allo Shin Bet e i vertici militari israeliani avevano messo insieme una nuova ipotesi di accordo di tregua con Hamas per arrivare al rilascio degli ostaggi, proposta che però non ha superato il vaglio del premier Benjamin Netanyahu.
Lo ha riferito l’emittente pubblica israeliana Kan. Non sono stati resi noti i dettagli della proposta, ma Kan sottolinea il fatto che fosse stata elaborata dal capo del Mossad David Barnea, dal capo dell’agenzia di intelligence Shin Bet Ronen Bar e dal maggiore generale Nitzan Alon, che sta coordinando gli sforzi dell’intelligence per trovare gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
La proposta è stata discussa con Netanyahu un certo numero di volte ed è stata anche sollevata nelle ultime ore, prima dei colloqui del Cairo, in una riunione preparatoria. Ma Netanyahu ha bocciato la proposta e ordinato al trio di andare ai colloqui del Cairo – presenti il capo della Cia William Burns, il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel e il premier del Qatar Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani– per “ascoltare soltanto”, senza presentare nuove idee o offrire una risposta formale alle richieste di Hamas, che Netanyahu considera “deliranti”. Di fronte a questa posizione di Netanyahu, Alon ha deciso di non partecipare all’incontro nella capitale egiziana e ha inviato al suo posto il suo vice.
Verso l’offensiva a Rafah
Israele si prepara a una offensiva militare su vasta scala contro Rafah, la città della Striscia di Gaza al confine con l’Egitto, dove negli ultimi mesi centinaia di migliaia di palestinesi hanno trovato rifugio dai combattimenti e dalla devastazione nel nord e nel centro della Striscia.
Secondo la Cnn, Israele non si è lasciata dissuadere dagli avvertimenti e dagli appelli giunti negli ultimi giorni dalla comunità internazionale. Rafah ospita ad oggi oltre la metà della popolazione di Gaza, perlopiù persone sfollate dalle altre aree del territorio assediato dalle forze israeliane a seguito dell’attacco dell’organizzazione islamista palestinese Hamas, il 7 ottobre scorso.
Le Forze di difesa israeliane hanno anticipato la possibilità di un piano per l’evacuazione dei civili dalla città, che però non è stato ancora presentato al governo israeliano, come confermato ieri da un portavoce delle Forze di difesa.
Macron a Netanyahu: «Intollerabile il bilancio dei morti, fermati»
Il bilancio dei morti a Gaza è «intollerabile», le operazioni israeliane devono «cessare». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al premier israeliano Benjamin Netanyahu in una telefonata, secondo quanto riferito dall’Eliseo.