Il principale oppositore russo Alexei Navalny è morto in prigione. Aveva 47 anni. Lo riporta l’agenzia russa Tass, secondo la quale le cause della morte sono in fase di accertamento. L’oppositore di Putin è deceduto nella colonia penale dove era detenuto: lo ha reso noto il servizio penitenziario federale russo, precisando che è in corso un’indagine sulle cause della morte. Era detenuto dal gennaio del 2021 nella colonia penale a regime speciale di Kharp, nella regione artico di Yamalo Nenets. Avrebbe dovuto scontare una condanna di 19 anni. E’ mistero sulle reali cause della sua morte. Kira Yarmysh, la portavoce di Alexei Navalny, ha detto di non avere ancora notizie dirette sul decesso dell’oppositore. “Il servizio penitenziario federale del distretto di Yamalo-Nenets – ha scritto Yarmysh su X – sta diffondendo notizie sulla morte di Alexei Navalny nella colonia di detenzione IK-3. Non ne abbiamo ancora conferma. L’avvocato di Alexei sta volando a Kharp (città vicina al centro di detenzione, ndr). Non appena avremo qualche informazione, la comunicheremo”. Intanto il Comitato investigativo russo della regione artica di Yamalo-Nenets, dove era detenuto Alexei Navalny, ha annunciato di avere aperto un’inchiesta sulla morte dell’oppositore. “Secondo la procedura stabilita dalla legge, vengono eseguite una serie di misure investigative e operative volte a stabilire tutte le circostanze dell’incidente”, si legge in un comunicato del comitato.
Com’è morto Alexei Navalny
La notizia della morte di Navalny è arrivata all’improvviso e in circostanze ancora da chiarire. Il Dipartimento ha riferito che il Servizio penitenziario federale ha inviato una commissione alla colonia nell’Okrug autonomo di Yamal-Nenets, dove Navalny è morto. Secondo quanto riferito, Navalny avrebbe ricevuto “tutte le misure di rianimazione necessarie”, che però “non hanno dato risultati positivi”. Navalny si sarebbe sentito male dopo una passeggiata nell’area autonoma di Yamalo-Nenets, perdendo conoscenza quasi immediatamente, come riferito dal Servizio penitenziario federale della regione. I medici del pronto soccorso hanno confermato la morte del condannato.
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Secondo il servizio penitenziario russo l’oppositore russo Alexey Navalny è morto nella colonia penale n. 3 del distretto autonomo russo di Yamalo-Nenets dopo essersi sentito male dopo una passeggiata. “Il 16 febbraio il detenuto A.A. Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi subito conoscenza”, si legge in una nota, “immediatamente è arrivato il personale medico dell’istituto ed è stata chiamata un’ambulanza”.”Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi”, aggiunge il comunicato, “i medici dell’ambulanza hanno dichiarato il decesso del detenuto”. Navalny sarebbe morto per un’embolia, secondo quanto hanno riferito fonti alla televisione di stato Rt e secondo quanto rende noto il sito di opposizione Meduza.
Le cause della morte di Aleksei Navalny saranno chiarite dai medici, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. “Non lo so. I medici devono capirlo in qualche modo”, ha detto il portavoce ai giornalisti che gli chiedevano se sapesse i motivi del decesso dell’oppositore. Peskov ha confermato che il presidente russo, Vladimir Putin, è stato informato della morte in carcere di Navalny.
Secondo quanto riportato dall’AdnKronos, mercoledì Navalny era stato trasferito in cella di isolamento per la 27esima volta dall’inizio della sua detenzione. Avrebbe dovuto passare nella ShiZO 15 giorni, un record anche per il vessatorio sistema penitenziario russo. L’11 era appena terminato un altro periodo di isolamento di dieci giorni. In totale ha trascorso 308 giorni in isolamento dall’inizio della sua detenzione, nel gennaio del 2021. Parlando tre giorni fa in videoconferenza dall’estero con un gruppo di diplomatici europei a Mosca, il braccio destro di Alexei Navalny, Leonid Volkov, aveva detto che l’oppositore era “in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone” e che non temeva per la sua vita, assicurando di “sentirsi al sicuro”. Lo riferisce all’ANSA una fonte diplomatica che ha partecipato al colloquio.
L’ultimo messaggio di Navalny: “In punizione per 15 giorni”
“Il carcere di Iamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Cioè, questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro”. E’ questo l’ultimo messaggio sulla piattaforma X di Alexei Navalny datato 14 febbraio alle 3 di pomeriggio, come riporta l’Ansa. “Tesoro, con te tutto è come in una canzone: tra noi ci sono città, luci di decollo di aeroporti, tempeste di neve blu e migliaia di chilometri. Ma sento che sei vicina ogni secondo e ti amo sempre di più”. Lo ha scritto su X Alexei Navalny nel giorno di San Valentino allegando una foto sua insieme alla moglie Julija Borisovna.
Dove si trovava Navalny, la colonia penale al Polo Nord
L’esponente dell’opposizione russa Alexei Navalny, del quale la famiglia non aveva notizie da quasi tre settimane, si trovava in una colonia penale a Kharp, nell’Artico russo . Lo aveva dichiarato il 25 dicembre la sua portavoce. “Abbiamo trovato Navalny. È nella colonia penitenziaria numero 3 nella città di Kharp, nel distretto autonomo di Yamalo-Nenets“, aveva scritto Kira Iarmych su X precisando che l’oppositore “sta bene” e che il suo avvocato gli ha fatto visita. Kharp, una piccola città di circa 5.000 abitanti, si trova nella Yamalo-Nenetsia, una regione remota della Russia settentrionale. Si trova oltre il Circolo Polare Artico e ospita diverse colonie penali.
Alexei Navalny era stato portato lì per scontare una condanna a 19 anni di carcere per “estremismo“. La sua famiglia e i suoi collaboratori non avevano notizie di lui dall’inizio di dicembre. Secondo il verdetto, Navalny, accusato di “estremismo“, deve scontare la sua pena in una colonia a “regime speciale“, una categoria di strutture in cui le condizioni di detenzione sono le più dure e che di solito sono riservate agli ergastolani e ai prigionieri più pericolosi.
“Fin dall’inizio è stato chiaro che le autorità volevano isolare Alexei, in particolare prima delle elezioni presidenziali” previste per il marzo 2024, ha commentato Ivan Jdanov, uno dei suoi stretti collaboratori, su X. I trasferimenti da una colonia carceraria all’altra in Russia richiedono spesso diverse settimane di viaggio in treno con scali, e le famiglie dei detenuti rimangono senza notizie durante questo periodo. La mancanza di notizie sul leader dell’opposizione ha destato preoccupazione in diverse capitali occidentali e all’Onu.
Chi era Alexei Navalny, il dissidente russo
Alexei Navalny è stato un attivista, politico e blogger russo. Uno dei maggiori oppositori di Vladimir Putin. Aveva . È stato fondatore della Fondazione Anti-corruzione con cui ha denunciato strenuamente il malaffare nel governo di Putin. E’ stato arrestato in Russia accusato di reati politici e frode. Quella di Navalny è una storia in cui si intrecciano il suo impegno politico, le aggressioni, l’avvelenamento subito in circostanze misteriose, gli abusi in carcere. Poi la notizia della sua morte a 47 anni in carcere. Una storia fatta di traversie giudiziarie, udienza dopo udienza, cavillo dopo cavillo da parte del regime nella farsa della giustizia portata avanti fino all’ultimo, ancora di più che per altri oppositori al potere in Russia. L’ultima condanna, e la misteriosa scomparsa nella ‘ colonia’ al Polo Nord dove avrebbe dovuto scontare in carcere 19 anni di detenzione, e la sua morte che sembrerebbe quasi “annunciata”, “dopo una passeggiata”, sono l’ultimo capitolo dei misteri che riguardano Navalny.
Lo scontro tra Biden, Ue e Mosca
Furenti le reazioni dopo la notizia della morte di Navalny, con un coro di accuse dai paesi occidentali sulle responsabilità del regime russo per il decesso del dissidente russo.
“Vladimir Putin è responsabile della morte di Alexei Navalny. Non dimenticheremo il suo coraggio”, ha detto senza mezzi termini il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Anche dall’Europa i messaggi sono dello stesso tono. In una nota congiunta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell denunciano che Navalny “è lentamente assassinato dal presidente Putin e dal suo regime, che non temono altro che il dissenso del proprio popolo. Non risparmieremo alcuno sforzo per chiedere conto alla leadership politica e alle autorità russe. Chiediamo alle autorità russe di stabilire tutti i fatti riguardanti la morte di Navalny. La Russia deve rilasciare immediatamente tutti gli altri prigionieri politici”.
Di fronte al coro di accuse la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato quella che ha definito una reazione “istantanea” dei leader dei Paesi Nato. “Non abbiamo ancora i risultati dell’esame medico legale, ma le conclusioni dell’Occidente (secondo cui le autorità russe sono responsabili della morte del politico) sono già pronte“, ha scritto su Telegram.
Il ministero degli Esteri russo ha affermato che gli Usa devono astenersi dal lanciare “accuse indiscriminate” sulla morte di Navalny e aspettare i risultati dell’esame forense del corpo. Poi il Cremlino ha aggiunto che sono “assolutamente inaccettabili” le accuse rivolte a Mosca dai Paesi occidentali.