Le circostanze misteriose

Le strane morti dei nemici di Putin: da Politkovskaja a Prigozhin e Navalny, le storie dei dissidenti scomparsi

Esteri - di Redazione Web - 16 Febbraio 2024

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Da sinistra nell’ordine, Aleksej Navalny, Evgenij Prigozhin e Anna Politkovskaja, dissidenti di Putin morti in circostanze misteriose
Da sinistra nell’ordine, Aleksej Navalny, Evgenij Prigozhin e Anna Politkovskaja, dissidenti di Putin morti in circostanze misteriose

La notizia della morte di Alexiei Navalny ha scosso il mondo. Una morte sospetta, l’ennesima, che riguarda dissidenti di Vladimir Putin. Storie misteriose dove ritornano spesso avvelenamenti al Polonio, “scomparse” nel nulla o suicidi senza motivo. Una lista lunga fatta di politici, attivisti, giornalisti e persino oligarchi a lui un tempo molto vicini oltre che ex agenti del Kgb. E ogni volta l’intelligence occidentale ha attribuito a Putin qualche responsabilità.

Cosa è successo a Aleksandr Litvinenko, Boris Berezovskij e Sergej Skripal

Due veleni in particolare sono legati alle misteriose morti di alcuni dissidenti di Putin: il polonio radioattivo e il gas nervino Noviciok. Tra queste quella di Aleksandr Litvinenko, agente del Kgb e dell’Fsb, spia russa che nel 1998 accusa i suoi superiori di far parte dell’organizzazione dell’omicidio di un oligarca russo, Boris Berezovskij. Quest’ultimo, dissidente, era caduto in disgrazia ed era riuscito a fuggire in Inghilterra. Litvinenko viene arrestato e poi rilasciato. Riesce a fuggire anche lui in Inghilterra con la sua famiglia e inizia a lavorare per i servizi segreti britannici insieme a Berezovskij. Ha accusato Putin di aver creato “uno stato mafioso” in Russia.

Nel 2006 due spie russe gli proposero un appuntamento di lavoro in un bar di Londra. Dopo aver bevuto il tè inizia a sentirsi male. Morirà tre settimane dopo in ospedale. All’inizio non è chiaro cosa sia successo, poi dopo le indagini, viene fuori la vera causa: un avvelenamento da polonio radioattivo. Tracce di questo potente veleno erano state trovate nella tazza e nella teiera del bar dove era stato Litvinenko e nella camera d’albergo delle due spie russe improvvisamente tornate in Russia. Dieci anni dopo una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani e una indagine inglese indicarono Putin come mandante dell’omicidio.

Intanto nel 2013 Berezovskij viene ritrovato morto nel bagno della villa di un’amica ai sobborghi di Londra, apparentemente impiccato: ma molti pensarono che il suicidio fosse una messa in scena. Stessa sorte di Litvinenko, ma con esito differente, tocca nel 2018 a Sergej Skripal, ex spia russa rifugiatasi in Inghilterra, raggiunto a londra da ex colleghi e avvelenato con il gas nervino Noviciok. E’ sopravvossuto dopo essere stato ricoverato in ospedale.

Com’è morta Anna Politkovskaja, giornalista di punta di Novaja Gazeta

Nel 2006 c’è stata un’altra morte di una dissidente che faceva rumore: la giornalista Anna Politkovskaja, penna di punta della Novaja Gazeta, giornale di opposizione al Cremlino. La cronista aveva attaccato più volte Putin nei suoi articoli e denunciato i legami corrotti fra la Cecenia e la Russia. Fu assassinata il 7 ottobre a colpi di pistola mentre rientrava nella sua casa di Mosca il 7 ottobre, proprio nel giorno del compleanno di Putin. Anni dopo vengono indicati colpevoli del delitto cinque uomini ma non il loro mandante. Nel 2022 Novaja Gazeta è stata chiusa per aver criticato l’invasione Ucraina. L’anno prima il direttore del giornale, Dmitrij Muratov, aveva vinto il premio Nobel per la pace.

Boris Nemtsov, ucciso sul ponte di Mosca

Una morte violenta toccò a Boris Nemtsov, ex vice primo ministro, vicino alle posizioni della perestrojka di Gorbaciov, ucciso a 55 anni nel 2015 con un colpo di pistola mentre camminava su un ponte di Mosca proprio nei pressi del Cremlino. Nemtsov pagò a caro prezzo le critiche all’annessione unilaterale della Crimea nel 2014. Per la sua morte venne accusato di connivenza anche il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che ovviamente negò le accuse.

Prigozhin, l’ex “cuoco di Putin” e leader della marcia su Mosca

La storia di Prigozhin è una delle più incredibili. La sua ascesa inizia dagli inferi, dal carcere, dove era finito per diversi reati. Poi aveva aperto una catena di ristoranti. In quello di San Pietroburgo andava spesso Putin a cena e per questo era conosciuto come “cuoco di Putin”. Entrato nel cerchio magico di Putin, era diventato uno degli uomini di sua massima fiducia oltre che ricchissimo. E’ stato lui a fondare il gruppo Wagner, a forza mercenaria che la Russia ha mandato a combattere in Africa, Siria e Ucraina. Proprio in quest’ultima guerra le milizie della Wagner hanno avuto un ruolo importante. A un certo punto Prigozhin ha iniziato a contestare le scelte di Putin fino a organizzare nell’estate 2023 una marcia su Mosca, interrotta a pochi chilometri per motivi rimasti misteriosi. Prigozhin ha accettato l’esilio in Bielorussia, poi ad agosto, l’aereo privato su cui viaggiava è misteriosamente scoppiato, colpito da un missile o per una bomba a bordo.

16 Febbraio 2024

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