I finanziamenti
Che cosa sono i Fondi di Sviluppo e Coesione: il blocco dei finanziamenti e la protesta di De Luca, che chiede un incontro a Mattarella
Il governatore ha richiesto un incontro con il Presidente della Repubblica Mattarella. "Sono un altro degli aspetti dell’accentuarsi del divario tra Nord e Sud", aveva detto il Presidente della Campania lanciando la sua mobilitazione contro il governo
Economia - di Redazione Web
Vincenzo De Luca, dopo aver portato 700 sindaci a Roma in una protesta di piazza contro l’Autonomia Differenziata, ha anche sollecitato un incontro al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme con altri sindaci sul mancato sblocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione destinati alla Regione Campania. “Sblocco dei fondi ‘Fsc’ per il Sud, per i Comuni, per le infrastrutture, per i Campi Flegrei, per la cultura. Chiederemo un incontro al Presidente della Repubblica. Chiederemo di essere ricevuti con una delegazione di sindaci per spiegare le ragioni di questa battaglia”.
Quella sui Fondi di Coesione è una delle battaglie che sta animando la protesta di De Luca che a fine gennaio, dopo l’approvazione della proposta di legge sull’Autonomia Differenziata in Senato, ha lanciato una sorta di movimento. Il governatore della Campania aveva parlato di truffa, tradimento, Controrisorgimento. “Già oggi hanno assorbito il fondo di quattro miliardi destinati alla perequazione infrastrutturale: sono rimaste poche centinaia di milioni, è scomparso tutto. Stanno bloccando i Fondi di sviluppo e coesione. Credo che l’opposizione dovesse fare 100 volte di più rispetto al blocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione che sono un altro degli aspetti dell’accentuarsi del divario tra Nord e Sud”, aveva detto lanciando la protesta in una conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia.
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“Siamo di fronte ad un muro di gomma, da oltre un anno e mezzo attendiamo dal Governo lo sblocco dei fondi coesione e sviluppo per oltre 6 miliardi di euro destinati alla Regione Campania e altro un miliardo e 300 milioni per i fondi di programmazione complementare – ha detto De Luca a un incontro con imprenditori della filiera nautica italiana di AFINA in occasione del Nauticsud – Pare che ora finalmente qualcosa si muova, ma questo ritardo genererà un ulteriore perdita di tempo che significa attivare i progetti con tre anni di ritardo rispetto a quanto si poteva fare”.
Che cosa sono i Fondi di Coesione
Il Fondo di Coesione è stato istituito per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione Europea. Fornisce sostegno a investimenti in materia ambientale, alle reti di trasporto transeuropee, all’assistenza tecnica. Per quanto riguarda gli obiettivi a tutela ambientale, contribuisce a investimenti nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili. Per quello che attiene il settore dei trasporti può contribuire al trasporto su rotaia, al trasporto per vie navigabili interne e a quello marittimo, al traffico stradale, marittimo e aereo, al trasporto urbano e pubblico.
I Fondi di coesione rientrano in quelli strutturali e sono il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo (FSE), Fondo di coesione (FC). I Paesi membri stipulano con l’Unione degli accordi in cui si definiscono i settori in cui si intende intervenire. I gruppi di progetto gestiti dal governo sono i Programmi Operativi Nazionali (PON) e sono finanziati al 100 per cento dall’Unione Europea e dallo stato, quelli gestiti dalle Regioni sono i Programmi Operativi Regionali (POR) e sono cofinanziati al 70 per cento dall’Unione Europea e dallo stato e al 30 per cento dalle regioni. Regioni e Province emanano bandi e assegnano appalti sui progetti.
“Il Fondo di coesione finanzia – si legge sul sito del Parlamento Europeo – programmi con responsabilità concorrenti tra la Commissione europea e le autorità nazionali e regionali degli Stati membri. Gli Stati membri scelgono quali progetti finanziare e si assumono la responsabilità della loro gestione quotidiana. Le norme sulle modalità di utilizzo dei fondi sono stabilite nel regolamento recante disposizioni comuni”. Le norme relative al periodo 2021-2027 sono state stabilite nel regolamento sul Fondo Europeo di Sviluppo regionale e sul Fondo di coesione e sosterrà progetti nell’ambito dell’obiettivo: “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”. Escluse dalle attività la disattivazione o la costruzione di centrali nucleari, infrastrutture aeroportuali e operazioni di gestione dei rifiuti. Esclusi anche gli investimenti in abitazioni, sempre che non siano legati alla promozione di efficienza energetica o all’uso di energie rinnovabili.
Quanto stanzia l’Europa nel Fondo di Coesione
“Nel periodo 2021-2027 l’Unione europea stanzierà 42,6 miliardi di EUR (a prezzi 2018, vale a dire in termini di valore della valuta nel 2018) a favore del Fondo di coesione, di cui 10 miliardi di EUR per il meccanismo per collegare l’Europa – si legge ancora sul sito dell’Europarlamento – , un programma di finanziamento dell’UE per sostenere lo sviluppo di infrastrutture transeuropee in settori quali i trasporti, l’energia e i servizi digitali. Il tasso di cofinanziamento può ammontare fino all’85 % del valore dei progetti. Il 37 % delle dotazioni finanziarie totali del Fondo di coesione dovrebbe contribuire agli obiettivi climatici dell’UE”.
L’Italia storicamente non riesce a spendere i fondi europei previsti sia per scarsa qualità del personale amministrativo e burocratico che per la lentezza delle procedure per accedere ai finanziamenti. Il ministro della Coesione territoriale del governo Monti, Fabrizio Barca, promosse la creazione dell’Agenzia per la Coesione Territoriale che partì nel 2014 e doveva affiancare le amministrazioni locali con centinaia di tecnici nel seguire i progetti previsti dai POR.
L’accusa di De Luca al governo
De Luca accusava il governo che con il blocco degli accordi di coesione è bloccata tutta la programmazione musicale e artistica, “parlo dei fondi al Teatro San Carlo, al Mercadante, a Giffoni, a Ravello, al Festival da Re a Caserta”, oltre che dei produttori della tv e del cinema, di opere stradali, opere legate ai Campi Flegrei, recupero dei beni monumentali, parchi, le Zone Economiche Speciali (Zes). “Tutto è bloccato. Lo stop di questi fondi porta 200 Comuni in rischio di dissesto, perché hanno avviato lavori non completati per il dicembre 2023 e a questo punto o concludono con fondi comunali, che non hanno, oppure avviano contenziosi con le imprese che non possono essere pagate se non arrivano altri fondi”. De Luca aveva anche annunciato la denuncia del ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto “per atti di omissione rispetto a procedimenti che vengono strumentalmente bloccati con un danno immenso per la comunità campana, per l’economia e per la concretizzazione di interventi di assoluta urgenza come quelli relativi ai Campi Flegrei”.