La denuncia della moglie

Cos’è il novichok: il veleno sovietico made in Russia che avrebbe ucciso Navalny

La consorte del dissidente e oppositore di Vladimir Putin ha dichiarato che il marito è stato ammazzato con questo agente nervino creato ai tempi dell'Urss. Il precedente del 2020, l'attentato alla spia Skripal e il progetto 'Foliant'

Esteri - di Andrea Aversa - 19 Febbraio 2024

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Cos’è il novichok: il veleno sovietico made in Russia che avrebbe ucciso Navalny

Non sarebbe stata la prima volta. La vita di Alexei Navalny è stata messa in pericolo già nel 2020. Quattro anni fa l’oppositore di Vladimir Putin è stato avvelenato con il novichok. Lo stesso veleno che secondo la moglie dell’oppositore russo, Yulia Navalnaya è stato usato per uccidere il marito. Navalny è deceduto lo scorso venerdì mentre era detenuto presso la colonia penale numero 3 (Ik-3) che si trova nella piccola cittadina di Kharp nel distretto di YamaloNenetsia. La super prigione è situata nel Circolo Polare Artico russo. Le autorità del Cremlino hanno affermato che il 47enne ha perso la vita a causa della sindrome della morte improvvisa sopraggiunta durante una passeggiata.

Novichok: cos’è il veleno che avrebbe ucciso Navalny

Sono tante le indiscrezioni e i misteri che da tre giorni vengono riportati dalla stampa. Il primo ha riguardato il corpo di Navalny che pare non ci fosse nell’obitorio della struttura. Il secondo è relativo all’autopsia, esame decisivo per comprendere le cause della morte del ‘ribelle’ dello Zar. Non è chiaro se l’esame autoptico è stato fatto oppure no ma è emerso che sul cadavere di Navalny ci fossero dei lividi dovuti, forse, a delle convulsioni oltre che dei segni che testimonierebbero l’esecuzione di vari massaggi cardiaci. Tuttavia, considerati i precedenti, non meraviglierebbe nessuno la notizia per la quale il 47enne sarebbe stato avvelenato.

La storia del veleno novichok

Il novichok è un veleno creato dai sovietici ai tempi dell’Urss. Si tratta di agenti nervini sviluppati nei laboratori russi. La loro origine risale al periodo che va dal 1970 al 1993, all’interno del progetto Foliant. Dal novichok, usato anche per dar vita a nuovi insetticidi e fertilizzanti (in questo caso la struttura chimica è però diversa), sono stati generati veleni a dimensione sia unitaria che binaria. Questi nervini si ottengono miscelando i suoi componenti tenuti in contenitori separati. Il novichok è nato per non essere tracciato con i metodi chimici standard di rilevamento (delle armi chimiche) Nato; per restare permeabile rispetto agli abiti di protezione chimica della Nato; per essere sicuro da maneggiare e da stoccare; per essere idoneo ad aggirare la Convenzione sulle Armi Chimiche.

Novichok: composizione, effetti e durata

Gli studi sul novichok è stato condotto dagli scienziati Vladimir Uglev, Lev Fëdorov e Vil Mirzajanov. Quest’ultimo, nel 1992, è stato arrestato e poi rilasciato con l’accusa di aver rivelato informazioni di interesse nazionale. Oggi vive negli Usa. Invece, Uglev, rivelò l’esistenza del novichok grazie a un’intervista rilasciata nel 1998 al Whashington Post. Sempre Uglev ha detto che la spia Sergej Skripal, nel 2018, è stato avvelenato (senza morire) con il novichol. Proprio in quell’anno, il governo tedesco avrebbe avuto dei campioni del nervino fatti analizzare in seguito in alcuni laboratori in Svezia. Questo consentì di poter costruire delle difese che rendessero immuni dal veleno. Il novichok esiste in forma liquida o polverosa e può persistere per anni in un ambiente. La sua azione causa una violenta contrazione dei muscoli che porta ad un arresto respiratorio e cardiaco. Quindi alla morte.

19 Febbraio 2024

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