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Navalny, i funerali e il corpo che la famiglia non riesce ad avere: i misteri della morte del dissidente

Esteri - di Redazione Web - 19 Febbraio 2024

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Alexey Navalny
Alexey Navalny

“L’indagine sulla morte di Navalny è sin qui senza risultati”. Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha precisato che a tre giorni dalla morte del dissidente di Putin ancora non è chiaro definire precisamente cosa sia successo. E il portavoce ha aggiunto che le indagini sulla morte di Aleksej Navalny “non sono competenza dell’amministrazione presidenziale, sottolineando che “noi non siamo coinvolti”. I tempi dell’indagine, che gli inquirenti hanno esteso, determineranno la consegna del corpo dell’oppositore alla famiglia che lo reclama da tre giorni. Ed è questo uno dei pochi punti chiari di questa misteriosa morte: alla famiglia continua ad essere negato l’accesso all’obitorio, nessun testimone nemmeno durante l’autopsia. E intanto in tutte le città i russi continuano a deporre fiori e dolci per onorare Aleksei Navalny e a sfidare le autorità che fermano centinaia di persone in un paese dove qualsiasi manifestazione è proibita. Cosa si sa fin ora della misteriosa morte di Navalny?

La morte di Navalny e il trasferimento in ospedale

Secondo i dati ufficiali, Navalny è spirato il 16 febbraio nella colonia penale “Lupo polare” di Kharp. Le sue spoglie sono state prima portate a Labytnangi e poi in serata a Salekhard, capoluogo della regione di Jamalo-Nenets sul Circolo Polare Artico. Un testimone, un operatore d’ambulanza locale, ha detto a Novaja Gazeta Europe che la modalità del trasferimento è stata anomala: “Di solito i corpi di coloro che muoiono nelle colonie penali vengono consegnati direttamente all’ufficio di medicina legale, ma per qualche motivo quello di Navalny no”. “Lo abbiamo portato nell’obitorio della clinica e poi due poliziotti hanno sbarrato la porta. Mancava soltanto che appendessero un poster con la scritta: ‘Qui sta succedendo qualcosa di misterioso’”.

Com’è morto Navalny, i dubbi sull’orario

“Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo conoscenza quasi immediatamente”. Così recita il comunicato del Servizio penitenziario federale del distretto autonomo di Jamalo-Nenets diramato il 16 febbraio alle 16.19 locali (le 14.19 moscovite e le 12.19 italiane). Ma secondo quanto raccontato dallo stesso Navalny in passato, la “passeggiata” ai detenuti di quella Polonia al Polo Nord la facevano fare abitualmente alle 6.30 del mattino. “Niente ti rinvigorisce come una passeggiata a Jamal alle 6.30 del mattino. Finora non ha mai fatto più freddo di -32°C”, scherzava. Sul certificato di morte consegnato alla mamma di Navalny, l’ora del decesso sarebbe stata fissata due ore prima dell’annuncio. Ufficialmente la morte del dissidente russo è stata attribuita a un’embolia dopo una “passeggiata” a 40 gradi sotto zero, ma sono in molti a sollevare dubbi sulla versione offerta dalle autorità russe.

La strana agitazione la sera prima della morte e i servizi segreti

Un detenuto della stessa colonia avrebbe parlato di una “incomprensibile agitazione” la sera prima della morte. Sempre secondo quanto riportato da Novaja Gazeta Europa, alcuni detenuti avrebbero raccontato che l’appello della sera, che di solito avviene tra le 20 e le 20.30, sarebbe stato “notevolmente accelerato”, “la sicurezza è stata rafforzata. Non potevi mettere il naso fuori. Si sentivano macchine arrivare fino a tarda notte”. E infine i detenuti sarebbero stati a conoscenza della morte di Navalny due ore prima dell’annuncio ufficiale.
L’altra anomalia di cui parlano alcuni testimoni, abitanti dei dintorni, sono gli strani movimenti intorno al carcere la notte prima dell’annuncio della morte. Repubblica cita un rapporto di Gulagu.net che parla di un rapporto allegato a un audit interno del dipartimento locale del Servizio Penitenziario Federale. Secondo il sito nel carcere sarebbero arrivati agenti dell’Fsb che hanno spento e smantellato i dispositivi di ascolto e le telecamere nascoste “che avrebbero potuto registrare quello che è successo ad Aleksej Navalny tra il 15 e il 16 febbraio”.

I lividi sul corpo e le convulsioni

I sanitari avrebbero riferito di lividi provocati sia dal massaggio cardiaco sia dal tentativo del personale di immobilizzare il paziente che era scosso da convulsioni. Ma da cosa sarebbero state provocate le convulsioni? Navalny aveva avuto convulsioni quando venne avvelenato con l’agente nervino Novichok nel 2020. All’epoca un medico rianimatore disse che in quei casi sono possibili convulsioni che precedono il coma. Le versioni finora sono state molteplici. “Un trombo”, aveva scritto venerdì il media goverantivo Rt, ex Russia Today. “Sindrome da morte improvvisa”, hanno detto funzionari locali sabato alla madre. E infine: “La causa non è stata accertata. Tratterremo la salma fino a esito di nuovi esami”, ha detto il Comitato Investigativo.

L’autopsia sul corpo di Navalny

Secondo Gulagu.net patologo incaricato dell’autopsia sarebbe un medico recentemente insignito da Putin dell’Onoreficenza di Dottore Onorario della Russia. Potrebbe aver avuto precise indicazioni su cosa dichiarare rispetto ai lividi trovati sul corpo? Non è chiaro se l’autopsia sia stata fatta, certo è che nessuno dei familiari o dei legali di Navalny ha potuto essere presente in quel drammatico momento. Molti hanno confermato che nei giorni precedenti il 16 Aleksei stava bene. Il 12 febbraio aveva incontrato la madre che era arrivata fino a Kharp da Mosca. Chi abbia fatto l’autospia, se sia effettivamente stata fatta e come non è chiaro. E’ probabile però che i risultati che verranno annunciati difficilmente saranno accettati dai sostenitori di Navalny. Il corpo può essere trattenuto dalle autorità inquirenti per 30 giorni, ma nel caso venisse aperto un procedimento penale potrebbe essere ancora di più.

Il funerale di Navalny e il caso del girono scelto per la morte

Secondo l’ex oligarca ed ex prigioniero Mikhail Khodorkovskij, “difficilmente verrà concessa la possibilità di un vero funerale”, ha detto intervistato da In mezz’ora. Qualcuno sostiene che anche il giorno della morte possa essere stato scelto con cura in modo evocativo come già avvenuto in passato: “Non un caso, ma un messaggio preciso”, ha dichiarato la presidente della Georgia Salomé Zurabishvili. Mentre Navalny moriva, a Monaco si stava svolgendo la conferenza sulla sicurezza. Ed è proprio in questa circostanza che 17 anni fa Putin ruppe ufficialmente con l’Occidente accusando gli Stati Uniti di portare avanti una politica violenta nelle relazioni internazionali. Secondo il quotidiano tedesco Bild, Navalny era nel “pacchetto” che Usa, Germania e Russia stavano trattando per uno scambio: i russi vorrebbero infatti la restituzione di Vadim Krasikov, considerato dal Cremlino “un patriota” che nel 2019 uccise a Berlino un ex comandante ceceno, Zelimkhan Khangoshvili, che secondo i russi avrebbe commesso atrocità contro i soldati russi prigionieri. Nello scambio sarebbe entrato anche il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich in carcere a Mosca per un’accusa di spionaggio che lui ha sempre respinto.

19 Febbraio 2024

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