L'inchiesta sul crollo
Strage del cantiere a Firenze, la Procura conferma la presenza di operai irregolari: “C’erano diverse criticità”
Nel cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze, nell’ex Panificio Militare dove avrebbe dovuto sorgere un nuovo maxistore della catena di supermercati in cui hanno venerdì 16 febbraio perso la vita cinque operai (uno è ancora disperso tra le macerie) e tre sono rimasti feriti per il crollo di una imponente trave, c’erano “diverse criticità”.
Gli operai irregolari sul cantiere
Lo ha spiegato in una conferenza stampa tenuta oggi il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia. Il capo della procura fiorentina ha confermato che alcuni degli operai al lavoro sul cantiere erano irregolari, ma è “diverso il discorso per quanto riguarda le posizioni contrattuali e quant’altro oggetto di successivi accertamenti”.
Spiezia fa riferimento agli accertamenti che “si sono limitati a un dato di mera corrispondenza tra la posizione di queste persone e il rispetto delle norme sull’ingresso nel territorio nazionale“, confermando che dal carteggio acquisito “risulta per alcuni l’irregolarità circa la loro presenza sul territorio nazionale”.
Al momento del crollo costato la vita a Luigi Coclite, Mohamed Toukabri, Bouzekri Rachimi, Mohamed El Ferhane e Taoufik Haidar “erano presenti otto operai che lavoravano per tre imprese diverse”, ha aggiunto il procuratore di Firenze.
Ma le imprese che hanno avuto accesso al cantiere della strage, alcune anche soltanto per un giorno, sono state addirittura 61, metà delle quali erano ditte individuali, riporta il Corriere Fiorentino. Tutto frutto della vera e propria “giungla” dei subappalti.
La dinamica
Quanto alla dinamica del crollo, che stando alle primissime ricostruzioni avrebbe visto una trave in cemento armato cedere provocando un crollo a catena di alcuni solai, per Spiezia “è prematuro dire qualcosa” ma “il dato molto empirico che ci siamo fatti da un primo sopralluogo è che vi fossero diverse criticità, che abbiamo constatato nel momento in cui ci siamo portati nel cantiere“.
L’indagine per omicidio colposo plurimo e disastro colposo
Quanto all’inchiesta, la Procura ha confermato con un comunicato che è in corso “un procedimento penale attualmente a carico di soggetti ignoti avendo acquisito elementi per ritenere configurabili i reati di omicidio plurimo aggravato, commesso con violazioni delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, e di crollo colposo di costruzioni o quanto meno di sue parti”.
A seguire le indagini i pubblici ministeri Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, che oggi si sono recati sul luogo dell’incidente per un altro sopralluogo. Indagini che Spezia ha definito “complesse sotto molteplici profili”.
La trave crollata
Indagine che non potrà non partire dalla trave che ha provocato la strage. A progettarla e costruirla l’azienda abruzzese Rdb, leader nel settore dei capannoni prefabbricati industriali con tre sedi tra Piacenza, Teramo e Caserta.
In cemento armato e prefabbricata, la trave è stata consegnata in cantiere quella stessa mattina, poco prima del crollo. L’azienda, come riferisce un servizio del Tg regionale dell’Abruzzo, sosterebbe che “il personale della ditta non aveva ancora concluso il fissaggio della trave quando operai di un’altra società avrebbero avviato la gettata di cemento nella stessa area, all’ultimo piano della struttura”.