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La “svista” di Piantedosi, per il ministro i Cpr non funzionano perché “vandalizzati dai migranti ospiti”

Il ministro Piantedosi e il Cpr di Ponte Galeria

Il ministro Piantedosi e il Cpr di Ponte Galeria

I Cpr fatiscenti che costringono i migranti in attesa di rimpatrio a vivere in condizioni disumane? Secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi la colpa è degli stessi ospiti, i Centri di permanenza per i rimpatri “molto spesso non sono nelle condizioni migliori proprio perché l’opera di vandalizzazione che viene fatta dalle persone che sono dentro non consente sempre che siano nelle condizioni migliori”.

Parole che arrivano dal titolare del Viminale a margine della sottoscrizione di un accordo tra la Regione Lombardia, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e l’Anci Lombardia in Prefettura a Milano.

I “precedenti” di Piantedosi

Una “sensibilità” nelle parole che ricorda le vette già raggiunte da Piantedosi dopo la strage di migranti a Cutro, quando bacchettò i disperati che scappano dalla guerre che “non devono affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via d’uscita al loro dramma”, o come quando aveva parlato di “carico residuale” per fare riferimento ai migranti che il governo aveva costretto a restare a bordo dell’Ong tedesca Humanity 1 al largo della Sicilia.

Le “sviste” del Viminale sull’orrore nei Cpr

Oggi la nuova “puntata”, col ministro che nega anche l’evidenza quando un cronista gli chiede delle proteste dei migranti rispetto alle condizioni indegne in cui versano alcuni Cpr, come quello sequestrato e commissariato di via Corelli a Milano o quello di Ponte Galeria a Roma, dove il 22enne della Guinea Ousmane Sylla si è tolto la vita impiccandosi.

Secondo Piantedosi si tratta di una “opinione, ma non è così, abbiamo sistemi di monitoraggio continuo. Se i Cpr non vengono devastati vengono mantenuti in condizioni più accettabili”.

Ministro che evidentemente era distratto quando l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza ha fatto emergere che nel Cpr milanese le condizioni di detenzione sono pessime, tra cibo avariato, abuso di psicofarmaci, malati non curati, situazione igienica allo sfascio.

Le critiche al ministro

Parole, quelle pronunciate da Piantedosi, che per il capogruppo Pd in Consiglio regionale della Lombardia Pierfrancesco Majorino sono “gravissime” e che “confermano il colpevole cinismo del governo. Il Cpr di via Corelli va chiuso e la struttura va riconvertita a uso sociale. Qualsiasi altro intervento rischia di peggiorare semplicemente le cose. Si vuole aspettare il compiersi di una tragedia?”.

Da Alleanza Verdi-Sinistra critiche al ministro arrivano dai senatori Ilaria Cucchi e Tino Magni: “Il ministro dell’Interno Piantedosi non è mai stato in un Centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti. Di sicuro non a Via Corelli a Milano. Se ci fosse stato, avrebbe constatato le orribili condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti trattenuti, e non avrebbe detto quello che ha detto. Dal ministro dell’Interno solo parole gravi e in libertà. Il ministro parla perché evidentemente non conosce lo stato dei Cpr nel nostro Paese e questo è una cosa grave”.