Per la sua opera prima, L’Attesa, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2015, Piero Messina aveva scelto l’attrice francese Juliette Binoche. A distanza di quasi 10 anni, il regista siciliano sceglie nuovamente un cast internazionale, composto da Gael Garcia Bernal, Bérénice Bejo, Renate Reinsve e Olivia Williams per il suo secondo lavoro, Another End, in concorso al 74° Festival internazionale del film di Berlino e al cinema dal 21 marzo con 01 Distribution.
Favola sci-fi come l’ha definita Bernal, che si interroga e ci interroga su cosa faremmo se i ricordi, la coscienza di una persona cara, che non è più di questa terra, potessero abitare per un breve periodo in un corpo ospite per darci finalmente la possibilità di dirle addio.
In una città senza identità come i suoi protagonisti, Messina racconta Sal (Bernal) incapace di andare avanti senza la moglie, persa in un incidente. Grazie alla sorella (Bejo) che lavora per una società che recluta i giusti compatibili corpi ospite e fornisce la tecnologia necessaria per far “rivivere” i defunti, Sal ritrova la sua Zoe ma con delle sembianze diverse, quelle di Ava (Reinsve).
“Tutto è partito da un’immagine, diventata poi il fondamento del film – dichiara Messina – due corpi che nel silenzio del risveglio si guardano. Nel peso di quella immobilità c’era qualcosa di interessante da dire sull’amore”.
Lo scrive nelle note di regia e lo ribadisce di persona Piero Messina: “Another End per me è innanzitutto una storia d’amore, colta nel momento della separazione, quando paradossalmente, nell’assenza del distacco, un legame si fa più presente”.
A chi gli ha chiesto perché avesse scelto, nuovamente, un protagonista non italiano, Messina ha spiegato: “Per L’attesa all’inizio avevo immaginato Juliette Binoche per dare dei riferimenti al casting. Poi invece siamo riusciti a coinvolgerla davvero. Lo stesso è successo qui, stavo cercando degli attori che potessero portare nel film tante cose sorprendenti, vive, vere, perché il film poteva essere sulla carta molto freddo, asimmetrico, invece io volevo che fosse veramente una vera e romantica storia d’amore. Il primo volto che mi è apparso davanti agli occhi è stato quello di Gael”.
Ed è proprio Bernal, il più entusiasta nel descrivere la sua esperienza “italiana”: “Abbiamo immaginato il futuro di Sal e tutte le ramificazioni di questo personaggio, il suo mondo. È bello chiedersi cosa è accaduto prima e cosa possa accadere dopo. Eravamo sorpresi dalla ricchezza del personaggio e dai quesiti anche filosofici che questa storia portava con sé”.
A proposito di riflessioni, Bejo che nel film interpreta la sorella di Sal, descrive il percorso introspettivo fatto con e grazie al film: “Sono partita pensando che, se mi trovassi nella situazione del film, non vorrei mai e poi mai ricorrere a una tecnologia del genere, che la vita ci riserva quello che ci riserva. Ma quando muore qualcuno all’improvviso da cui non si ha avuto il tempo di congedarsi? Forse a quel punto potrebbe valere la pena avere questa opportunità. Di questo film mi è piaciuto tantissimo come l’amore sia al centro, specie nel protagonista, che si innamora da capo di questa donna che ha un corpo che non conosce, pur avendo la memoria della sua compagna. È di una bellezza in questa sua trasformazione d’amore davvero straordinaria”.