Il dramma e le polemiche

Incidente nella pista Porsche di Nardò, muore collaudatore in moto: impatto contro un’auto

Cronaca - di Redazione - 21 Febbraio 2024

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Il collaudatore Mattia Ottaviano e la pista Porsche di Nardò
Il collaudatore Mattia Ottaviano e la pista Porsche di Nardò

Dramma questa mattina nel centro prove di proprietà Porsche gestito da Porsche Engineering a Nardò, l’iconica pista pugliese per collaudi che si estende per circa 700 ettari. Un pilota dipendente di una ditta esterna, Mattia Ottaviano, 36enne di Tuglie (Lecce), è morto in un incidente in pista.

Il collaudatore, stando a prime informazioni, era in sella ad una moto Ducati Panigale che si è scontrata con un’auto, una Porsche Panamera. Il conducente del veicolo è rimasto a sua volta ferito.

Secondo il Corriere del Mezzogiorno l’incidente si sarebbe verificato durante una sessione di test di frenata e si sarebbe trattato di un tamponamento. L’auto avrebbe arrestato la marcia e il collaudatore sulla moto non avrebbe fatto in tempo ad evitare l’impatto col veicolo, prendendo fuoco.. Ottaviano è morto praticamente sul colpo, inutili infatti i tentativi del personale medico del 118 intervenuto nella pista di Porsche di rianimarlo.

Le indagini su quanto accaduto sono affidate ai poliziotti del commissariato di Nardò, accorsi sul posto assieme alla polizia locale e al pubblico ministero Alessandro Prontera.

Mentre siamo in riunione in Prefettura per la prevenzione e il rispetto della salute e della sicurezza, l’ennesima morte di un lavoratore di una ditta in subappalto. Non se ne può più. Ora basta! Il Governo non faccia comunicati di cordoglio ma leggi a tutela della vita di chi lavora. Di lavoro si deve vivere e non morire“, la reazione di Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil Lecce, commentando il tragico incidente.

Le polemiche sulla pista di Nardò

Da mesi la pista di Nardò è al centro di polemiche per il piano di Porsche Engineering di costruire ulteriori nove piste per i test sulle auto, che si aggiungeranno agli attuali 12 tracciati presenti, oltre ad una serie di edifici. Per realizzare il piano di sviluppo, dal valore di circa 450 milioni di euro, si prevede però di radere al suolo il fitto bosco presente all’interno dell’enorme anello principale, esteso per alcune centinaia di ettari.

A difesa dell’ambiente e contro il progetto, che ha avuto il via libera dalla Regione Puglia, si sono schierati gli ambientalisti dell’associazione Italia Nostra ed anche alcuni cittadini, riunitisi in un comitato.

di: Redazione - 21 Febbraio 2024

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