Andrei Morozov era stato definito “un disfattista”: il combattente e blogger russo si sarebbe tolto la vita nell’autoproclamata repubblica di Lugansk, nel Donbass, nell’Ucraina orientale secondo quanto scrive il media indipendente russo Meduza. Proprio al fronte dove infuria il conflitto e dove dal 2014 le milizie filorusse hanno occupato, seminando il germe della guerra tra Mosca e Kiev esplosa definitivamente con l’invasione ordinata da Vladimir Putin nel febbraio 2022.
Morozov era soldato e blogger militare russo. Avrebbe subito dure e intense pressioni da Mosca dopo alcuni suoi post a proposito della guerra in Ucraina pubblicati su Telegram. Sarebbe stato costretto a cancellare un commento sul numero di perdite che l’esercito russo ha riportato nella campagna per Avdiivka: un numero alto, 16mila uomini oltre a 300 tank. E un intero reggimento di duemila soldati massacrato dagli ucraini. La conquista di Avdiivka è stata l’ultimo grande cambiamento lungo il fronte orientale della guerra, è caduta in mano ai russi.
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Chi era Morozov
Morozov, detto anche “Murz”, a partire dal 2014 aveva combattuto nelle fila della cosiddetta “milizia popolare” e filorussa dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk. Era quindi diventato soldato nella quarta brigata separata di fucilieri motorizzati delle forze armate russe. si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola dopo un ultimo post, in cui annunciava le sue intenzioni, su Telegram. A confermare la morte diversi siti indipendenti russi e i blog dell’avvocato Maxim Pashkov e della moglie dell’ultranazionalista Igor Strelkov.
Morozov aveva scritto su Telegram che l’ordine di rimuovere sulle perdite di Mosca è scattato a causa della pressione delle “prostitute politiche guidate da Volodymyr Solovyov, che sono determinate a venire e premere il grilletto”. Vladimir Solovyov è un popolare presentatore tv russo. “Bene – aveva aggiunto Morozov – lo farò da solo. Mi sparerò se nessuno osa affrontare questa piccola faccenda”. La notizia della morte era stata riportata la mattina del 21 febbraio dai canali Telegram pro-guerra russi “Il fantasma della Novorossiya”, “Soldatskaya Pravda” e “Zapiski Veterana”. Morozov aveva chiesto di “non essere tristi” per la sua situazione e di tenere un funerale in un cimitero dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk.
La propaganda russa e i blogger
Secondo l’Ukrainska Pravda, i propagandisti russi Yulia Vityazeva e Armen Gasparyan durante la trasmissione “Solovyov Live” avevano attacco Morozov definendolo un disfattista che “usa falsità e diffamazione nei confronti del ministero della Difesa della Federazione Russa”. La morte di Morozov non è stata comunque confermata da fonti ufficiali ma l’ha confermata il suo avvocato Maksim Pashkov. La vicenda interroga ancora sulla possibilità delle voci fuori fuori dal coro nella propaganda russa, anche quando queste sono a favore dell’invasione, dell’occupazione e anzi attive sul campo.