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Incendio a Valencia: 4 vittime e 20 dispersi nell’inferno di fuoco al Campanar, cadaveri ritrovati con i droni

A housing block burns in Valencia, Spain, Thursday, Feb. 22, 2024. The cause of the fire is unknown and if there are any victims. (AP Photo/Alberto Saiz)

A housing block burns in Valencia, Spain, Thursday, Feb. 22, 2024. The cause of the fire is unknown and if there are any victims. (AP Photo/Alberto Saiz)

Almeno quattro le vittime e 14 i feriti nell’incendio che è divampato in un edificio residenziale di 14 piani nel quartiere Campanar a Valencia, in Spagna. E si continua a cercare: sul posto i soccorritori cercano almeno venti dispersi. Le speranze di ritrovarli ancora vivi diminuiscono di ora in ora. La popolazione nelle vicinanze è stata evacuata ed è stato allestito un ospedale da campo. Lutto ufficiale annunciato dalla sindaca Maria José Catala.

L’incendio è esploso intorno alle cinque di ieri pomeriggio al settimo piano di uno degli edifici e dalla facciata di questo si è esteso al resto del complesso. Le fiamme hanno interessato due blocchi di edifici uniti tra loro, uno di 14 e l’altro di 10 piani. Il complesso residenziale ospita 138 abitazioni per un totale di circa 450 residenti. Le fiamme hanno divorato rapidamente la facciata dell’edificio. Una colonna di fumo nero si è alzata sulla città, visibile fino a trenta chilometri di distanza. Due persone, residenti nel complesso, erano rimaste intrappolate sui balconi, sono state salvate dai soccorsi. Per intervenire i vigili del fuoco hanno utilizzato piattaforme elevatrici.

Spagna sconvolta dall’incendio a Valencia

Sul posto anche unità militari di emergenza nazionale. Bloccato l’accesso alla strada per evitare incidenti. Alcune delle famiglie e delle persone evacuate sono state sistemate in alberghi e centri. Dei dispersi non è sicuro che si trovassero tutti all’interno degli stabili al momento degli incendi, alcuni familiari di questi tuttavia non hanno notizie da ieri pomeriggio. Gente della zona si è mobilitata per portare vestiti, coperte e cibo alle persone evacuate, che hanno dovuto lasciare le proprie case. “È come una zona di guerra”, hanno raccontato diversi testimoni.

Spagna sconvolta dalla tragedia. Il premier spagnolo Pedro Sanchez si è detto “sconvolto dal terribile incendio” e ha riferito di aver parlato con il governatore della regione e con la sindaca della città per informarsi della situazione e per “offrire tutto l’aiuto necessario”. La ministra di Scienza, Innovazione e dell’Università Diana Morant, a nome del governo, ha espresso cordoglio ai familiari delle vittime i cui corpi carbonizzati sono stati rinvenuti nella torre 1. Apprensione e lutto espresso anche dalla Casa Reale: “Massimo sostegno ai servizi di emergenza che stanno lavorando per spegnere l’incendio, auguri di una pronta guarigione ai feriti – si legge sul social X – speriamo che non ci siano altre vittime […] il nostro cuore è con gli abitanti di Valencia”.

 

Le cause dell’incendio a Valencia

I corpi delle vittime sono stati localizzati con i droni. Le cause dell’incendio sono ancora tutte da accertare. Stando a una prima ricostruzione le fiamme si sarebbero propagate lungo la verticale del grattacielo ed estese nella parte più bassa anche grazie al vento. I soccorsi sono stati complicati dall’alta temperatura e dal forte vento. Secondo alcuni esperti anche il poliuretano, un isolante sintetico definito infiammabile che riveste il complesso, avrebbe contribuito ad alimentare le fiamme.

Secondo Esther Puchades Alarcón, esperta di prevenzione e gestione del rischio e vicepresidente del Colegio Oficial de Ingenieros Técnicos Industriales de Valencia (Cogitival) l’edificio era stato costruito nel 2008, quando era ancora possibile utilizzare quel materiale nelle costruzioni. “Siamo sorpresi dalla rapidità con cui si sono propagate le fiamme. Un’ora dopo il fuoco è passato anche alla torre 2”, il grattacielo gemello di quello divorato dal fuoco che faceva parte dello stesso complesso residenziale, ha raccontato l’amministratrice al giornale locale Levante: “Ci sono ancora molte persone negli edifici”.