Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di condividere le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulle cariche della polizia agli studenti. E che le condividono anche tutti gli agenti. E allora chi e perché hanno manganellato nelle ultime settimane in quasi tutti i cortei i manifestanti, spesso giovanissimi, inoffensivi, perfino minorenni? “Da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13 mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti. Dal riacutizzarsi del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente accresciuto. Dal 7 ottobre scorso sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti”.
L’affaire è quello delle manifestazioni di Pisa e di Firenze, di venerdì. In particolare la prima, dove Pisa i manifestanti di un corteo pro Palestina sono stati caricati in via San Frediano. Gli studenti sono stati picchiati da agenti in assetto antisommossa. A Firenze il corteo invece era partito da Piazza Santissima Annunziata per raggiungere il consolato americano, è stato caricato in piazza Ognissanti. Il bilancio, tra le due città, aveva portato a 18 feriti, per la maggior parte minorenni. Il dipartimento della Pubblica Sicurezza, ovvero il dipartimento del ministero dell’Interno che si occupa della polizia ha ricordato che le manifestazioni non erano state autorizzate ma ha anche ammesso che ci sarà “un momento di riflessione e di verifica” su quanto avvenuto.
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La nota del Presidente Mattarella
Ieri sul caso era intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una nota: “Il presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Piantedosi amareggiato dai manganelli
Piantedosi, il giorno dopo, si è detto “amareggiato” dalle immagini di Pisa. Ha chiesto una “dettagliata relazione”. Ha assicurato momenti di riflessione da parte delle forze dell’ordine. Fuori discussione le dimissioni, non se ne parla mai, non l’avranno neanche sfiorato. Ha garantito che con il governo Meloni di centrodestra non sono cambiate le regole, quelle che dopo i massacri del G8 di Genova prevedono il contatto tra manifestanti e forze dell’ordine soltanto in casi estremi. Ha risposto citando quei dati riportati in apertura. Non ha escluso autocritica, non ha dimenticato di ravvisare responsabilità anche da parte di quella che potrebbe essere considerata la parte lesa.
“Ma non può non essere sottolineato che il compito delle Forze di polizia in questi scenari complessi vada anche sostenuto con fiducia e senza pregiudizi: preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta tutti a concorrere a quella complessa ricerca del punto di equilibrio tra libera manifestazione del pensiero, diritto alla pacifica riunione ed altrettanto doverosa salvaguardia della sicurezza pubblica”. Piantedosi si è detto disponibile a riferire in Parlamento a proposito dei comportamenti delle forze dell’ordine delle ultime settimane, come chiesto da più parti dall’opposizione.