Il processo a Mosca

Chi è Oleg Orlov, dissidente russo e Premio Nobel che rischia il carcere: ha criticato il regime “fascista” di Putin

Esteri - di Redazione - 26 Febbraio 2024

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Oleg Orlov
Oleg Orlov

Oleg Orlov, il dissidente russo che si è visto assegnare nel 2022 il Premio Nobel per la pace alla fondazione Memorial di cui è copresidente, rischia una condanna a due anni e 11 mesi in Russia. È stata questa la richiesta della pubblica accusa nei suoi confronti nel processo in corso a Mosca: Orlov è accusato di aver screditato” l’esercito russo impegnato da due anni nel conflitto in Ucraina.

Un processo politico che nasce in seguito alla legge bavaglio promossa dal regime di Vladimir Putin che, di fatto, vieta di criticare l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe.

Orlov, 71 anni, è sotto processo per vilipendio delle forze armate: in un articolo scritto nel novembre del 2022 per la versione francese di Mediapart dal titolo “Volevano il fascismo in Russia e l’hanno ottenuto“, il dissidente criticava la guerra in Ucraina e definiva appunto “fascista” il regime di Putin.

Il processo contro Orlov

Nell’ottobre 2023 Orlov era stato condannato da un tribunale di Mosca a pagare una multa di 150mila rubli (all’epoca circa 1.500 dollari), punizione decisamente più mite rispetto alle lunghe pene detentive che altri dissidenti russi hanno ricevuto per aver criticato la guerra.

Contro la sentenza la difesa di Orlov aveva presentato ricorso, così come l’ufficio del procuratore, chiedendo invece di inasprire la punizione del dissidente. Il tribunale della città di Mosca aveva quindi annullato la sentenza e ha inviato il caso al tribunale di prima istanza per un nuovo esame da parte di un altro giudice.

Il tribunale emetterà il verdetto del processo martedì mattina.

Il dissidente Orlov: “Non mi pento, governo russo fascista”

Nella sua dichiarazione conclusiva al tribunale Golovinsky di Mosca Orlov, che ha portato all’udienza il libro ‘Il processo‘ di Franz Kafka, ha denunciato ancora una volta la guerra in Ucraina. “Non ho rimorsi e non mi pento di nulla”, ha detto. Rivolgendosi a “coloro che ora fanno avanzare il rullo compressore della repressione con il loro lavoro, come funzionari governativi, funzionari delle forze dell’ordine, giudici, pubblici ministeri”, Orlov si è chiesto se non fossero “spaventati loro stessi” di “ciò in cui si sta trasformando il nostro Paese, che probabilmente anche voi amate”, sottolineando “questa assurdità, in questa distopia”.

Orlov ha inoltre denunciato che in Russia “lo Stato controlla non solo la vita pubblica, politica ed economica” ma “cerca anche il controllo totale sulla cultura e sulle scienze e invade la vita privata” ed “è diventato onnipervasivo“.

La fondazione “Memorial” per i diritti umani cofondata da Orlov è stata chiusa dalla Corte suprema russa nel febbraio 2022 in violazione del diritto di associazione, e da allora molti dei suoi dipendenti sono stati incriminati. Nel 2022 ha ricevuto il premio Nobel per la pace insieme al Centro ucraino per le libertà civili e al difensore dei diritti umani della Bielorussia Ales Bialiatski.

L’Ue chiede a Mosca di ritirare le accuse

Dopo la richiesta di condanna per Orlov, l’Unione Europea ha chiesto alla Russia di ritirare le accuse contro l’attivista per i diritti umani.

L’eminente difensore dei diritti umani e copresidente del Memorial, Oleg Orlov, è sotto processo a Mosca, accusato di “screditare” l’esercito russo”, ha indicato Peter Stano, portavoce dell’Ue per la Politica estera su X. “Nulla può screditare questo esercito più delle sue azioni e del suo comportamento in Ucraina”, ha aggiunto. Stano ha quindi esortato la Russia “a rispettare la propria Costituzione e a ritirare le accuse” contro Orlov.

di: Redazione - 26 Febbraio 2024

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