Fine dell'incubo

Mali, liberati tre cittadini italiani rapiti nel 2022: sequestrati dai jihadisti, vivevano in una comunità di Testimoni di Geova

Cronaca - di Redazione - 27 Febbraio 2024

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Security forces ride in a truck in the capital Bamako, Mali, Wednesday, Aug. 19, 2020. The Malian soldiers who forced President Ibrahim Boubacar Keita to resign in a coup promised early Wednesday to organize new elections after their takeover was swiftly condemned by the international community. (AP Photo/Baba Ahmed)
Security forces ride in a truck in the capital Bamako, Mali, Wednesday, Aug. 19, 2020. The Malian soldiers who forced President Ibrahim Boubacar Keita to resign in a coup promised early Wednesday to organize new elections after their takeover was swiftly condemned by the international community. (AP Photo/Baba Ahmed)

A quasi due anni dal loro rapimento, avvenuto il 19 maggio del 2022, sono stati liberati tre cittadini italiani sequestrati nella loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, a sud est della capitale del Mali, Bamako, dove vivevano da diversi anni.

Si tratta di Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni Langone: a comunicarlo è una nota di Palazzo Chigi.

Il rapimento della famiglia Langone era avvenuto per mano di alcuni membri di una fazione jihadista riconducibile al JNIM, Gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani, allineata con al Qaeda, attiva in larga parte dell’Africa Occidentale. “Nonostante la lunga prigionia, i componenti della famiglia Langone godono di buone condizioni di salute. Il loro rientro in Italia è previsto per oggi a Roma”, spiegano dal governo.

Il rapimento in Mali della famiglia Langone

Rocco Langone, 66 anni, la moglie Maria Donata Caivano, 64 anni e il figlio Giovanni, 44 anni, erano stati rapiti in pieno giorno: quattro uomini armati avevano fatto irruzione nella loro casa di Koutiala, a circa 300 chilometri dalla capitale Bamako, per esser portati via a bordo di un pickup. Con loro c’era anche una quarta persona, un amico di famiglia di nazionalità togolese: non è chiaro al momento se anche lui sia stato liberato.

La famiglia Langone, originaria della Basilicata, si legge nella nota di Palazzo Chigi, viveva a Koutiala da diversi anni e avevano acquisito il secondo cognome Koulibaly, all’interno di una comunità di Testimoni di Geova, del tutto integrati. “Il rilascio della famiglia è stato reso possibile grazie all’intensa attività avviata dall’AISE, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, fin dall’immediatezza del sequestro, e in particolare grazie ai contatti dell’Agenzia con personalità tribali e con i servizi di intelligence locali“.

Chi sono i tre italiani liberati

Rocco Langone e Maria Caivano avevano deciso di seguire il figlio Giovanni in Africa, con il sogno di far vivere una comunità dei Testimoni di Geova. Rocco, operaio andato in pensione, aveva deciso quindi di lasciare la casa a Triuggio, provincia di Monza, per raggiungere il figlio in Mali. Quest’ultimo risultava cittadino di Lissone, sempre in provincia di Monza, dal 2013, salvo poi decidere di raggiungere l’Africa.

Secondo i media si stavano occupando della costruzione di una Sala del Regno, il luogo di culto usato dai Testimoni di Geova, quando sono stati rapiti dal commando jihadista.

di: Redazione - 27 Febbraio 2024

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