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Oleg Orlov condannato, il dissidente russo e Premio Nobel finirà in una colonia penale: ha “screditato” l’esercito

Oleg Orlov

Oleg Orlov

Si chiude senza sorprese il processo nel tribunale Golovinsky di Mosca contro Oleg Orlov, il 71enne dissidente russo, attivista per i diritti umani e copresidente della fondazione Memorial, vincitrice nel 2022 del Premio Nobel per la pace, alla sbarra per aver “screditato” l’esercito russo impegnato nella guerra in Ucraina.

Orlov è stato infatti condannato a due anni e mezzo di reclusione in una colonia penale. Per lui l’accusa aveva chiesto una condanna a due anni e 11 mesi.

Orlov viene condannato a nove anni esatti da quel 27 febbraio del 2015 quando Boris Nemcov, cofondatore del partito Unione delle Forze di Destra (Sojuz Pravych Sil), che raggruppava alcune organizzazioni e movimenti politici indipendenti di area liberale all’opposizione al governo di Vladimir Putin, venne assassinato sul Ponte Bol’šoj Moskvoreckij a pochi passi dal Cremlino.

Orlov condannato per un articolo contro il regime

I magistrati russi hanno sostenuto che Orlov abbia pubblicato un articolo critico, dettato dalla sua “ostilità contro i tradizionali valori spirituali, morali e patriottici russi” e dall’odio verso l’esercito russo. Si tratta di un articolo scritto nel novembre del 2022 per la versione francese di Mediapart dal titolo “Volevano il fascismo in Russia e l’hanno ottenuto”, in cui il dissidente criticava la guerra in Ucraina e definiva appunto “fascista” il regime di Putin.

Nell’ottobre 2023 Orlov era stato condannato da un tribunale di Mosca a pagare una multa di 150mila rubli (all’epoca circa 1.500 dollari), punizione decisamente più mite rispetto alle lunghe pene detentive che altri dissidenti russi hanno ricevuto per aver criticato la guerra.

Contro la sentenza la difesa di Orlov aveva presentato ricorso, così come l’ufficio del procuratore, chiedendo invece di inasprire la punizione del dissidente. Il tribunale della città di Mosca aveva quindi annullato la sentenza e ha inviato il caso al tribunale di prima istanza per un nuovo esame da parte di un altro giudice.

Il dissidente scortato da otto agenti

Orlov, riconosciuto in Russia come “agente straniero”, non ha ammesso la colpa e ha rifiutato di testimoniare. Subito dopo la lettura della sentenza è stato portato fuori dall’aula di tribunale a Mosca, scortato da otto agenti con il volto coperto da passamontagna e il giubbotto anti proiettile, salutato dagli applausi dei sostenitori presenti oggi come nelle altre udienze.

La condanna “elettorale”

In una recente intervista ad Afp Orlov aveva sottolineato che le autorità russe erano determinate a condannarlo “prima delle elezioni, questo è certo“. “La fretta con cui hanno iniziato a prepararlo ora, quanto velocemente hanno finito la seconda indagine, suggerisce che vogliono condannarmi prima delle elezioni, questo è sicuro. Vogliono farlo qualche settimana prima delle elezioni, quindi sarò condannato questo mese“, aveva predetto il 12 febbraio scorso. “Non abbiamo scelta se non continuare a combattere. Altrimenti, come ho detto, ed è vero, per cosa abbiamo combattuto tutti questi anni?“, le parole di Orlov.

Le Ong contro la sentenza

Immediata la reazione internazionale dopo l’ennesima condanna di un oppositore del regime di Putin. Un gruppo di 28 organizzazioni russe e internazionali per la difesa dei diritti umani ha espresso indignazione per la condanna “ingiusta e motivata da ragioni politiche di Oleg Orlov“.

Condanniamo la sentenza emessa dal Tribunale distrettuale Golovinsky di Mosca nei confronti di un attivista che per tutta la vita ha portato avanti la lotta per la difesa dei diritti umani, denunciandone le violazioni e cercando di fare giustizia per le vittime“. “Il ‘crimine’ che gli viene contestato è l’essersi opposto alla guerra orchestrata dal Cremlino in Ucraina e all’inasprimento delle repressioni politiche in Russia“, si legge nella nota.

Il processo a Orlov è una parodia della giustizia e un attacco al diritto fondamentale della libertà di espressione. Lui e i suoi avvocati hanno affermato che si appelleranno contro la sentenza. Le autorità russe dovrebbero ritirare la sentenza e rilasciare immediatamente Orlov – concludono le 28 Ong – così come tutti coloro che si trovano in carcere solo per aver esercitato i propri diritti umani fondamentali, come criticare pubblicamente le violazioni del governo. Gli attori internazionali dovrebbero agire facendo leva sulla propria influenza per prosciogliere Orlov e far sì che il governo russo venga dichiarato responsabile di tali gravissime e ripetute violazioni dei diritti umani“.