Legislative e Assemblea
Elezioni in Iran: gli Ayatollah al test del voto dopo le proteste per la morte di Mahsa Amini e la guerra Israele-Hamas
Aperte le urne per le legislative. Si eleggeranno gli Esperti che dovranno nominare la Guida Suprema. Khamenei: "Nemici ci guardano. I malvagi sionisti, i capitalisti e le grandi aziende”
Esteri - di Redazione Web
Iran alle urne in un momento delicatissimo: le prime elezioni legislative dopo le proteste di massa per la morte di Mahsa Amini, le più grandi e partecipate e mediaticamente seguite a livello internazionale dalla fondazione della Repubblica Islamica, e mentre in Medio Oriente infuria la guerra tra Israele e Hamas. “È importante mostrare al mondo che la nazione è mobilitata”, ha detto l’ayatollah Ali Khamenei nell’ultimo giorno di campagna elettorale. “I nemici dell’Iran vogliono vedere se le persone sono presenti” e che “minacceranno la vostra sicurezza in un modo o nell’altro”.
Per cosa si vota in Iran
La guida suprema Ali Khamenei, secondo il ministero dell’Interno, è stato il primo a votare nel centro di Teheran al seggio elettorale dell’Imam Khomeini. Sono circa 15mila i candidati per un seggio nel Parlamento composto da 290 membri. 88 i candidati per l’Assemblea degli esperti, il collegio incaricato di nominare la guida suprema della Repubblica islamica. I cosiddetti esperti resteranno in carica per un mandato di otto anni e dovranno indicare “la nuova Guida”, spiriturale e politica, in caso di dimissioni o morte dell’84enne ayatollah Ali Khamenei.
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L’Iran sotto pressione
“Stati Uniti e Israele seguono con attenzione le questioni iraniane, hanno paura della partecipazione del popolo”. La guida suprema, a proposito di nemici, se l’era presa negli ultimi discorsi con i soliti Stati Uniti, con la maggior parte dei Paesi europei, “i malvagi sionisti, i capitalisti e le grandi aziende”. L’Iran, rispetto alle passate elezioni, è stato duramente colpito dalle sanzioni internazionali che hanno causato una dura crisi economica. E quindi da inflazione, disoccupazione, accompagnato dalla dura repressione soprattutto per il movimento “Donna, vita, libertà”.
Paura astensionismo
Il Consiglio dei Guardiani – un consesso di 12 membri con l’incarico di supervisionare il voto – ha negato la candidatura a oltre 12mila persone e ha negato la possibilità all’ex Presidente Hassan Rouhani di presentarsi per l’Assemblea. Secondo un sondaggio della televisione di Stato la metà degli intervistati si è mostrato indifferente alle urne. Alle elezioni del 2020 l’affluenza era stata del 42,57%, la più bassa dalla rivoluzione islamica del 1979. Gli elettori in Iran sono 61 su 85 milioni di abitanti.