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Chi era Barbara Balzerani, un simbolo del tentativo fallito di rivoluzione

Chi era Barbara Balzerani, un simbolo del tentativo fallito di rivoluzione

Barbara Balzerani non c’è più. L’annuncio sui social da parte della sua amica del cuore, Silvia de Bernardinis che lei teneva a specificare “sorella a me”.

Ex militante di Potere Operaio, poi dirigente della Brigate rosse, condannata a sei ergastoli per il caso Moro. arrestata nel 1985, libera dal 2011, dopo 26 anni, “il tempo di sei olimpiadi” precisava un amico.

Tanti libri scritti: “l’ho sempre saputo”, “la sirena delle cinque”, “lascia che il mare entri”, “compagna luna”, “cronaca di un’attesa”, “perché io perché non tu”, “lettera a mio padre”, “respiro”.

Barbara però non perdeva occasione di rimproverare chi soprattutto alla presentazione dei suoi libri la definiva scrittrice. “Io non sono una scrittrice, io racconto storie”.

“Non smetterai di esserci, di parlarci in ogni increspatura della storia in ogni suo improvviso e inaspettato cambiamento di scenario”, scrive Silvia Rivolta a Barbara. ”Barbara c’è e ci sarà sempre”, scrive Filippo Kalomenidis.

Barbara Balzerani era da tempo malata, ne aveva scritto anche nei suoi ultimi libri affrontando con coraggio la malattia, lottando, ma rifiutando di andare al pronto soccorso domenica pomeriggio perché aveva capito che non c’era più nulla da fare.

Un personaggio simbolo della sua generazione e del tentativo fallito di rivoluzione, il più serio nel cuore dell’occidente, parte integrante di un durissimo scontro sociale e politico sfociato in una guerra civile a bassa intensità e nemmeno troppo bassa.

“Per me è stato un incontro fondamentale anche se eravamo così diversi per storia personale e tutto, prima con la scrittrice e poi con l’amica”, dice l’avvocato Davide Steccanella, storico esperto dei ‘70, gli anni maledetti.