Da quando Supersex, la serie Tv su Rocco Siffredi, è stata presentata l’anteprima mondiale alla 74ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special, è cresciuta l’attesa e la curiosità per la serie che racconta la vita del divo del cinema hard. Un biopic liberamente ispirato alla vita e carriera di Rocco Tano, meglio conosciuto a livello mondiale come Rocco Siffredi. Si tratta di un racconto profondo di aspetti inediti del divo del porno, ma affronta anche temi importanti come l’amore, la sofferenza e i sogni di un giovane che parte da Ortona e diventa conosciuto in tutto il mondo. Una serie sull’educazione sentimentale. Ma cosa c’è di vero e cosa no nella serie? Lo ha raccontato Rocco Siffredi stesso in un’intervista a Vanity Fair. “Di solito queste serie si fanno quando uno muore. Io invece sono vivo e posso dire esattamente quanto c’è di me – ha detto Siffredi – Spero solo che non mi porti sfiga, come è successo a Totti: fatta la serie, ha divorziato”.
“Tutto combacia, sono contento del risultato”
Siffredi racconta a Vanity Fair che la serie, che è liberamente ispirata alla sua vita, in molti punti combacia con la realtà. “Magari c’è qualche slittamento temporale, ma tutto combacia, sono contento del risultato. Quando ho visto di fila tutte e sette le puntate ero sconvolto, e sono stato sconvolto una settimana, sono stato male, avevo un po’ messo da parte alcune cose con mia madre, con la famiglia…”.
Nel ristorante del fratello
Tra le cose che Siffredi dice essere veritiere è il rapporto con la madre. La chiamava al telefono tutti i giorni della sua vita, “da tutti i posti in cui mi trovavo, fino al 1991, quando è morta”. Racconta di aver lavorato davvero nel ristorante del fratello dove nella serie appare in un cameo. “stato lì che ho iniziato a chiedere dove si faceva il porno, mio fratello si incazzava, non voleva che disturbassi i clienti. Io la prima volta questa domanda l’ho fatta a lui a 13 anni, poi a 16, poi a Parigi. Finché un tizio, lì, mi dice: qualche pornostar l’ho vista nei club per scambisti. Ma mi guardavano come un matto, perché all’epoca i pornodivi erano considerati degli scappati di casa, dei mezzi banditi…”, ha detto.
Il dolore per la morte del fratello
Nella serie tutto parte dal dolore della madre che perde il figlio Claudio, fratello di Rocco. Un dolore enorme che ha segnato anche l’attore. “Mi sono portato la sua foto ovunque. Nella vita mi sono augurato tutto il dolore di mia madre perché volevo dividere e alleviare la sua sofferenza, ed è stato così, il dolore non mi ha risparmiato. Solo ultimamente ho abbandonato le foto, ma non riesco ancora a lasciarmi alle spalle tutto”.
‘Le donne’ di Rocco Siffredi
C’è un altro aspetto molto importante nella serie ed è l’amore. Lucia, interpretata da Jasmine Trinca, è “la somma di una serie di donne che Rocco ha incontrato nella sua vita” dice la sceneggiatura. Un personaggio che non è esistito dunque veramente. “Jasmine Trinca è un’attrice incredibile che ha portato a un altro livello la serie – ha detto Siffredi – come devo dire anche di Adriano Giannini-Tommaso. Lei rappresenta tutta la miriade di personalità femminili che ho incontrato, perché, al contrario di quello che magari la mia persona può far sembrare, cioè che tutte le donne sono uguali, che basta che ‘aprano le gambe’, in realtà da ognuna ho imparato qualcosa”. Un breve accenno c’è a quella che è poi diventata sua moglie nella realtà, Rosa Caracciolo.
La scena del cimitero
Nella lunga intervista a Vanity Fair, Siffredi spiega che c’è una scena importante che non corrisponde esattamente a come andò. “L’avevo anche raccontata una volta in tv da Barbara D’Urso. Come si vede nella serie, quel sesso orale dopo il funerale di mamma, davanti alla sua tomba, con la signora che si inginocchia e Rocco che gode, non è mai avvenuto”. E racconta di quell’incontro con l’amica di sua madre a casa sua il giorno dopo la sua morte e di quel momento forte che avvenne tra i due. Un momento pieno di emozioni che lui stesso spiega era difficile trasporre nella serie ma in cui non c’era perversione. “Del resto, nella mia vita, molte scene sono molto più forti”, ha concluso.
Dove vedere Supersex, la serie su Rocco Siffredi: il cast, le puntate e la trama
Supersex, su Rocco Siffredi, esce su Netflix il 6 marzo 2024 alle 9.00 di mattina in tutti i Paesi in cui è attivo il servizio. Supersex è una serie di 7 episodi creata e scritta da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni. E’ la storia ispirata a fatti realmente accaduti di come Rocco Siffredi ha lasciato la vita in provincia per diventare la più grande pornostar al mondo.
Alessandro Borghi interpreta Rocco Siffredi, Jasmine Trinca è Lucia, un personaggio femminile di finzione che rappresenta la sintesi di molte donne con cui Rocco ha avuto una relazione nella sua vita, Adriano Giannini interpreta Tommaso, il fratellastro di Rocco, mentre Saul Nanni veste i panni di Rocco ragazzo. Nel cast anche Enrico Borello (Gabriele), Vincenzo Nemolato (Riccardo Schicchi), Gaia Messerklinger (Moana), Jade Pedri (Sylvie) e Linda Caridi (Tina).
La serie è liberamente ispirata alla vicenda di Rocco Siffredi (Borghi). Secondo quanto riportato da Dire, narra la sua famiglia, le sue origini, il suo rapporto con l’amore in un racconto profondo che attraversa la sua vita fin dall’infanzia e ci svela come e perché Rocco Tano – un semplice ragazzo di Ortona – è diventato Rocco Siffredi, la pornostar più famosa al mondo. Rocco all’origine è un bambino povero innamorato di due cose al mondo: Tommaso, il più grande e coraggioso dei suoi fratelli (Adriano Giannini), fidanzato con la ragazza più desiderata del paese, Lucia (Jasmine Trinca), e ‘Supersex’, un fumetto pornografico con un supereroe molto particolare. Quando in un’incredibile carambola del destino Rocco incontra davvero Supersex, scopre di avere il suo stesso superpotere e che la sua vita può cambiare per sempre, che il suo superpotere è in grado di salvarlo dal difficile ambiente da cui proviene, ma gli chiederà di pagare in cambio il prezzo più alto: rinunciare per sempre all’amore, o almeno così sembra.