Il Procuratore in Commissione
Cosa ha detto Melillo all’Antimafia: “Striano non agì da solo…”
Il Procuratore Nazionale Melillo: “Secondo la mia valutazione quella del finanziere non è stata una deviazione individuale, ora va compresa la sua rete di relazioni”
Giustizia - di Paolo Comi
L’ex maresciallo della guardia di finanza Pasquale Striano, di fatto “collaboratore” di punta del quotidiano Il Domani, non può aver fatto tutto da solo. E poi, la Procura antimafia era il regno della disorganizzazione dove il caos la faceva da padrone. Parola del procuratore nazionale antimafia Giovanni Pio Melillo.
Dopo giorni di polemiche che hanno visto la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein essere d’accordo sulla estrema gravità di quanto accaduto, “uno scandalo di gravità inaudita”, Melillo durante la sua audizione ieri davanti alla Commissione antimafia ha voluto dunque mettere un punto fermo.
“Le condotte attribuite al sottotenente Striano mi paiono difficilmente compatibili con logiche di deviazione individuale: è una valutazione mia, ma non mi pare l’iniziativa di un singolo ufficiale, ipoteticamente infedele”, ha esordito Melillo, passando quindi in rassegna le attività effettuate appena nominato nel 2022 dal Csm procuratore nazionale antimafia per cercare di mettere le toppe all’ufficio inquirente più importante del Paese.
Un colabrodo dove si svolge il “mercato” delle informazioni riservate. L’organizzazione dell’Antimafia era quanto mai “critica”, ha sottolineato Melillo, ricordando di essersi subito attivato con interventi urgenti per mettere in sicurezza il sistema informatico.
“La materia fu oggetto di una doverosa informazione alla ministra Cartabia e a Nordio poi. Interventi urgenti sono consistiti nella pianificazione degli interventi sui sistemi in uso”, ha ricordato Melillo, puntualizzando però che la banca dati di via Giulia è “ben lontana dall’essere un mostro nero”.
“La banca dati è uno strumento fondamentale – ha precisato Melillo – della pienezza e dell’effettività delle indagini di ciascun magistrato delle Procure distrettuali”, pur a fronte della “straordinaria debolezza delle nostre reti informatiche, soprattutto dell’amministrazione della giustizia, “non solo davanti agli attacchi a dati riservati, ma per la oggettiva sproporzione tra la dimensione digitale della criminalità e le capacità di contrasto del nostro sistema”.
“Da tempo ritengo impossibile indagare efficacemente contro mafie e terrorismo senza governare la dimensione cibernetica”, ha aggiunto Melillo.
“Le questioni che abbiamo di fronte – ha allora ricordato – non possono essere né semplificate, né ridotte a ricostruzioni vaghe e imprecise: non voglio sminuire la gravità dei fatti, che è estrema, ma sottolineare la complessità della corretta e rigorosa gestione delle banche dati”.
“La sicurezza dei sistemi informativi è una delle priorità del mio ufficio e delle istituzioni con cui interagisce”, ha quindi annunciato Melillo, mettendo in luce la gestione non proprio esaltante del predecessore Federico Cafiero De Raho, attuale deputato del M5S.
Il procuratore antimafia si è poi concentrato sul principale accusato del dossieraggio: “il sottotenente Striano è stato assegnato alla Direzione nazionale antimafia dopo essere divenuto ufficiale della guardia di finanza: i vertici di quest’ultima mi hanno sempre offerto massimo supporto, mettendo a disposizione del mio ufficio figure giovani e scrupolose”.
Striano guidava il gruppo delle segnalazioni di operazioni sospette da novembre 2022. Melillo ha comunque pianificato un turn over della polizia giudiziaria in servizio a via Giulia da tanti anni, come Striano che era alla Dna da 25 anni.
“Sul cosiddetto dossier Gravina, i suoi comportamenti mi sono stati prontamente segnalati e li ho riportati alla Procura di Roma; ad ogni modo su queste condotte ogni valutazione dovrebbe essere attribuita solo dopo il contraddittorio processuale. Anch’io ho esperienza personale di autentici dossieraggi abusivi, come quelli trovati nella sede Sismi nel 2006: è chiaro che andrà comunque compresa la rete di relazioni di Striano e di questo si sta occupando la Procura di Perugia”, ha aggiunto sempre Melillo.
“È una vicenda che ha dell’incredibile, in un Paese democratico è inaccettabile che qualcuno va a rovistare violando la legge nelle vicende di centinaia e centinaia di persone. Per fare cosa? Chi è il regista? C’è un grande fratello, una cupola? Le cose così non vanno bene, bisogna capire chi è il regista. Non credo sia solo un sottufficiale della guardia di finanza”, ha commentato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
In attesa dell’audizione, prevista per oggi, del procuratore di Perugia Raffaele Cantone che ha in carico il fascicolo, una Commissione
parlamentare d’inchiesta è quanto mai indispensabile.