La ritorsione del clero
Matrimoni gay in Grecia, la Chiesa ortodossa si vendica: “Scomunicare i parlamentari che hanno votato la legge”
La vendetta è servita. La furia della Chiesa ortodossa greca si scaglia contro i parlamentari ellenici “colpevoli” di aver approvato a febbraio la legge sui matrimoni gay, legalizzando il matrimonio tra persone dello stesso sesso e le adozioni per le coppie omosessuali.
La legge sui matrimoni gay in Grecia
Una scelta storica: con quel voto del Parlamento, una legge passata con 176 voti favorevoli e 76 contrari (in aula erano presenti 254 deputati su 300) la Grecia era diventata il 20esimo Paese in Europa e il primo a maggioranza cristiano-ortodossa a permettere il matrimonio gay.
Contro il provvedimento, sin dal primo momento avversato dalla potente Chiesa ortodossa del Paese, è quindi arrivati la reazione del clero: la Chiesa chiesto la scomunica dei deputati che hanno votato a favore della legge.
La “vendetta” della Chiesa ortodossa
Come riferisce il Guardian, i religiosi ortodossi parlano di decisione “demoniaca” presa da “legislatori immorali“ e chiedono che i parlamentari siano ostracizzati, esortandoli a pentirsi. Il leader spirituale greco, l’arcivescovo Ieronymos, considerato un moderato, ha addirittura proposto di sottoporre la votazione a un referendum popolare, mentre le autorità ecclesiastiche di Corfù intanto hanno vietato a due parlamentari qualsiasi rito religioso.
“Per noi questi due deputati non possono considerarsi membri attivi della Chiesa“, si legge in una nota. “Li esortiamo a pentirsi della loro scorrettezza” e in caso contrario, ha aggiunto il vescovato, i legislatori saranno automaticamente esclusi dal rito cristiano della comunione e da altri eventi ecclesiali.
Lo scontro tra potere politico e religioso toccherà probabilmente il suo apice il 24 marzo, la “Domenica dell’Ortodossia“, uno dei giorni più importanti del calendario ortodosso. L’appuntamento, come annunciato dal Santo Sinodo della Chiesa greca ortodossa, non si terrà come da tradizione nella cattedrale della capitale greca, ma in una Chiesa più piccola alla quale la presidente della Repubblica, Katerina Sakellaropoulou, non sarà invitata.