Il conflitto nella Striscia
Usa pronti a costruire un porto per gli aiuti a Gaza, da Israele Netanyahu tira dritto: “Offensiva anche a Rafah”
Non solo gli aiuti umanitari lanciati via aerea, sulla cui utilità e soprattutto pericolosità è ancora in corso il dibattito. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden annuncerà nel Discorso sullo Stato dell’Unione che “le forze militari Usa guideranno una missione di emergenza per stabilire un porto nel Mediterraneo sulla costa di Gaza che possa ricevere navi di grandi dimensioni che trasporteranno cibo, acqua, medicinali e rifugi temporanei” per i civili della Striscia.
Il porto “temporaneo” Usa per gli aiuti a Gaza
A riferirlo alti funzionari della Casa Bianca e del Pentagono in un briefing riservato, con un gruppo di giornalisti statunitensi. Con l’amministrazione Biden lavoreranno anche altri Paesi alleati e partner.
Il porto sarà “un molo temporaneo che fornirà la capacità per centinaia di camion di assistenza aggiuntivi ogni giorno. Ci coordineremo con gli israeliani sui requisiti di sicurezza a terra e lavoreremo con le Nazioni Unite e le ong umanitarie”. I tempi non sono rapidi: l’iniziativa infatti “richiederà diverse settimane per essere pianificata ed eseguita. Le forze necessarie per completare questa missione sono già nella regione o inizieranno a trasferirsi lì presto”.
L’iniziativa segna ancora una volta la distanza crescente tra Biden e il governo di estrema destra israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu. Per gli aiuti umanitari a Gaza “Biden non ha voluto aspettare Israele”, fanno infatti sapere i funzionari della Casa Bianca che hanno annunciato il piano di Washington.
Netanyahu non molla la presa su Rafah
A proposito di Netanyahu, il leader israeliano ha convocato per la serata di giovedì 7 marzo il gabinetto di guerra ed il gabinetto politico e di sicurezza nella sede del ministero della Difesa a Tel Aviv.
Sempre oggi, nonostante i tentativi internazionali di arrivare ad un cessate il fuoco nella Striscia prima dell’inizio del Ramadan, Netanyahu ha ribadito che Israele intende comunque smantellare i battaglioni di Hamas anche a Rafah, la città al confine con l’Egitto dove da settimane sono rifugiati 1,4 milioni di palestinesi sfollati dalle altre aree più a nord della Striscia.
“Il nostro esercito – ha detto il premier Benyamin Netanyahu, durante una cerimonia militare – continuerà a combattere contro tutti i battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Rafah è l’ultima roccaforte di Hamas. Chi ci dice di non agire là, ci chiede di perdere la guerra. Questo non avverrà “. Netanyahu ha ribadito che gli obiettivi di Israele sono la “eliminazione del regime scellerato di Hamas, il recupero degli ostaggi e la rimozione di nuove minacce da Gaza su Israele“.
Secondo il quotidiano Israel ha-Yom l’operazione a Rafah potrebbe iniziare nei prossimi giorni, se non fosse raggiunta prima una intesa sulla liberazione di ostaggi.