Faida nel Carroccio
Chi è Gianantonio Da Re, eurodeputato leghista espulso dopo l’attacco a Salvini: “Un cretino”
Dopo 40 anni tra le fila della Lega, prima quella “Nord” e ora quella salviniana, Gianantonio Da Re è stato formalmente espulso dal partito. L’europarlamentare del Carroccio paga le parole al vetriolo contro il suo segretario Matteo Salvini, definito “cretino” in una intervista a Repubblica.
La spaccatura della Lega su Da Re
La decisione è arrivata al termine del consiglio direttivo regionale del Veneto che si è riunito a Padova nella serata di giovedì 7 marzo: per renderla definitiva servirà solo la ratifica del Consiglio federale di Milano, nella sede di via Bellerio.
Sono bastati quaranta minuti per porre fine alla lunga vita nel partito di Da Re, di cui aveva ricoperto anche la carica di segretario regionale della Liga Nord-Lega Veneta dal 2016 al 2019, l’ultimo a ricoprire tale incarico. A votare per l’espulsione 14 membri del direttivo, ma anche nella sede di Noventa Padovana si è registrata una spaccatura: quattro si sono espressi contro la cacciata, tentando di ottenere una sanzione meno grave, uno si è astenuto.
“Ho sempre fatto il mio lavoro – ha detto uscendo Da Re, come riferisce il Corriere del Veneto -, ho avuto i posti con le preferenze, ho sempre fatto politica a mie spese, dopo aver lavorato. Era una critica politica ma cercavano un pretesto per farmi fuori“.
Da Re contro Salvini
A Repubblica Da Re aveva definito “cretino” il suo segretario Salvini dopo la cocente sconfitta in Sardegna, dove il Carroccio non aveva raggiunto il 4% dei voti e si era dovuto piegare al diktat di Giorgia Meloni sulla candidatura di Paolo Truzzu, poi sconfitto alle urne.
Troppo per Da Re, “nostalgico” della vecchia Lega bossiana di “prima il Nord”. “O il cretino se ne va con le buone, o andiamo tutti a Milano in via Bellerio e lo cacciamo con le cattive – aveva minacciato l’europarlamentare nell’intervista -. Ormai la pensiamo tutti così, a partire dagli 80 parlamentari che aspettano solo i numeri del voto per muoversi. Anticipare il congresso in primavera a questo punto non serve: Salvini ci ha disintegrati e deve assumersene la responsabilità”.
Nelle ultime settimane si era anche scagliato contro il segretario per l’ipotesi di candidare il generale Roberto Vannacci alle Europee. Una figura, secondo Da Re, che avrebbe allontanato la Lega dalle sue posizioni più tradizionali.
Salvini a rischio sfratto
La cacciata di Da Re dal partito è anche un messaggio di Salvini ai suoi, a procedere compatti in vista delle prossime tornate elettorali, dall’Abruzzo domenica 10 marzo alle fondamentali Europee di giugno.
Tanti i dossier che rischiano di portare Salvini allo “sfratto”: a partire proprio dalle Europee, dove Forza Italia punta con forza al sorpasso sugli alleati diventando la “seconda gamba” della coalizione di governo.
Nonostante tutto è possibile, anzi probabile, che il vicepremier resista anche a un eventuale risultato scarso alle europee. Alla Camera è stata calendarizzata in aprile, a spron battuto e tra le proteste dell’opposizione, l’autonomia differenziata.
C’è poi il Veneto e la questione del terzo mandato per i governatori, con Meloni contrario e Salvini a spingere per mantenere la Regione feudo della Lega e di Luca Zaia, possibile rivale anche per la segreteria nazionale del Carroccio.