La conferma
Perché Davigo è stato condannato a 15 mesi: la sentenza sul caso della Loggia Ungheria
L’ex pm giudicato anche in appello colpevole di rivelazione per la divulgazione dei verbali sulla “Loggia Ungheria”. Il legale: “È innocente, faremo ricorso”
Giustizia - di Frank Cimini
La corte di appello di Brescia ha confermato la condanna a 15 mesi dell’ex pm ora in pensione ed ex membro del Csm Piercamillo Davigo per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione ai verbali di Piero Amara contenuti in una chiavetta dal magistrato Paolo Storari e poi divulgati a una serie di persone.
I giudici di primo grado avevano scritto nella motivazione che tra Davigo e Storari si era creato “un corto circuito sinergico reciprocamente fuorviante”.
Storari, assolto in via definitiva dalla stessa accusa, “convinto di rivelare informazioni segrete a soggetto deputato a conoscerle è spinto in errore nella interpretazione di norme che regolano la trasmissione di atti dalla procura al Csm”.
Insomma sarebbe stato indotto da Davigo a consegnare gli atti “cavalcandone l’inquietudine interiore”. Davigo avrebbe agito “per vendicarsi” dell’ex amico Sebastiano Ardita inserito da Amara tra i componenti della famosa loggia Ungheria. Davigo secondo l’accusa voleva fare terra bruciata intorno a Ardita dentro la corrente di Autonomia e Indipendenza.
È molto probabile che la motivazione della sentenza di appello prevista tra 90 giorni ricalchi quella scritta dai colleghi di primo grado. L’avvocato Davide Steccanella, uno dei difensori di Davigo, ribadisce di essere certo dell’innocenza del suo assistito e preannuncia che ricorrerà in Cassazione affinché il verdetto venga ribaltato.
Il fatto di essere stato condannato per concorso in un reato per il quale il coimputato è stato assolto apre indubbiamente degli spazi davanti al giudice di legittimità. Intanto il merito della vicenda che ricordiamo portò a una grande spaccatura interna alla procura di Milano sulla credibilità di Piero Amara è stato definito.
Sulla sentenza si fa sentire l’ex premier Matteo Renzi per chiosare: “Per anni Davigo ci ha fatto la morale dagli studi televisivi. Oggi il giustizialista è stato condannato anche in appello per violazione del segreto d’ufficio. Io che non sono come lui gli auguro da garantista di ribaltare la sentenza in Cassazione”.
Paolo Storari e il collega Fabio De Pasquale che su Amara e sulla iscrizione tra gli indagati dei membri presunti della loggia Ungheria litigarono dicendosene di tutti i colori anche in sede processuale tuttora continuano a far parte dello stesso ufficio la procura di Milano. In tutta questa vicenda il grande protagonista è il Csm che ha sempre brillato per la sua assenza con l’alibi dei processi penali in corso.