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Rebecca De Pasquale e l’abbraccio a Papa Francesco: “Grazie per come ama tutti, anche le ragazze trans come me”

Rebecca De Pasquale e l’abbraccio a Papa Francesco: “Grazie per come ama tutti, anche le ragazze trans come me”

“Santità, grazie per come ama tutti e soprattutto le ragazze trans come me. Grazie per come ci tenete lontano da ogni discriminazione”. E’ questo che Rebecca De Pasquale, ha voluto dire di persona a Papa Francesco. Durante l’udienza generale Rebecca, influencer e ex Gf, ha stretto forte la mano del Papa e lo ha ringraziato per i passi avanti fatti nell’accoglienza di tutti, anche delle persone trans. “E’ stata un’emozione indescrivibile, per me è stata come una primavera spirituale”, ha raccontato. Un ‘abbraccio’, una stretta di mano che sono stati per Rebecca rigeneranti. “Luce e gioia siano qui”, continua a ripetere dopo quell’incontro anche ai suoi follower che chiama affettuosamente “biscottini”. Durante l’incontro con il pontefice, nel cuore si è portata l’associazione ATN Napoli, e Loredana Rossi, che chiama “la missionaria delle sfortunate ragazze trans”. E’ proprio grazie a Loredana Rossi e all’Atn che è riuscita a trovare la forza di essere Rebecca e lasciarsi alle spalle Sabatino e poi Don Mauro, e di vederlo scritto anche sui suoi documenti. Di essere solo ciò che è, Rebecca, e niente più. “Così come il Papa accoglie tutti per ciò che sono. Dopo l’incontro con lui sono andata via ricca di energia”.

L’incontro con Papa Francesco

“Grazie a un amico, Davide, sono entrata in contatto con Don Andrea Canocchia, il sacerdote di tutti, vicino soprattutto agli ultimi e suor Jenevieve con cui sono riuscita ad andare all’Udienza Generale del papa. Li ringrazio di vero cuore per le bellissime giornate passate insieme”. Rebecca racconta di essere arrivata a San Pietro il 6 marzo scorso con in mano la sua statuina di San Gerardo, il suo santo protettore. L’incontro con Papa Francesco è stato una vera e propria rinascita spirituale e per il suo animo. Donna di grande fede, Rebecca un tempo era un monaco. La sua fede non è mai cambiata. “Sono sempre stata tanto legata alla Chiesa – racconta a L’Unità – Sono cattolica, credo nell’Istituzione perché rappresenta Cristo in terra, a prescindere dal fatto che un sacerdote possa essere più o meno aperto ad accogliere tutti”.

“Frequento le monache Benedettine che mi hanno accolta – continua Rebecca – preti e frati mi hanno sostenuta in questo mio viaggio e si sono anche complimentati per le mie scelte di vita. Molti di loro mi seguono anche sui social. Negli anni è stato un segno speciale per me che monaci e sacerdoti mi abbiano abbracciata, che erano contenti per me. Penso che l’apertura del Papa verso le persone trans sia molto bella ma che bisogna avere pazienza e rispetto ed evitare gli eccessi. Certo la Chiesa deve lavorare ancora molto per l’apertura, non solo nei confronti delle persone trans, ma siamo andando nel giusto verso. Francesco sta lavorando bene in questo senso, andando anche contro chi gli rema contro”.

L’invito di Rebecca alle persone trans: “Fate entrare luce e gioia”

“Sono certa che piano piano le cose miglioreranno sempre più, piano piano. Quello che è successo è già tanto – continua Rebecca – Qualche ragazza trans magari si è dispiaciuta che il parroco non l’ha fatta sposare in chiesa con abiti sfarzosi, ma c’è bisogno di rispetto, c’è voglia di apertura da parte della Chiesa ma bisogna evitare di essere eccessivi. Per il resto diamo tempo al tempo”. Rebecca racconta di essere stata accolta nella sua Parrocchia anche se il parroco non vuole darle la comunione. “Mi ha detto che il motivo è che convivo, nessun altro. Fa la stessa cosa anche con altre coppie conviventi. Ma l’obbedienza mi fa stare bene e non mi dispiaccio più di tanto”. Con la gioia che ancora si porta nel cuore, ci tiene a trasmettere a tutti un messaggio: “Alzate lo sguardo a Dio, non vi arrendete mai, anche se è difficile, e vedrete che alla fine tutto si può. L’importante è che fate entrare sempre dentro di voi luce e gioia”.

Amoris Laetitia, Papa Francesco contro ogni discriminazione

La recente apertura del papa nei confronti delle persone trans e gay ha un punto di partenza ben chiaro. Ogni persona “indipendentemente dal proprio orientamento sessuale va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione”. Sono le parole di papa Francesco in Amoris laetitia che, la Nota del Dicastero per la dottrina della fede accoglie e traduce in prassi pastorale concreta.

La storia di Rebecca De Pasquale

Rebecca de Pasquale, seguitissima sui social, è nata uomo con il nome di Sabato. Un tempo è stata un monaco e anche Don Mauro ma dentro di se ha sempre saputo di essere Rebecca. Con coraggio e a testa alta ha affrontato tutte le difficoltà di chi va incontro a un simile drastico cambiamento e ha coronato il suo sogno di essere donna, nel corpo e anche sui documenti. Un percorso non semplice ma che raccontare per lanciare un messaggio ben preciso: “Non arrendetevi mai, non siete soli”. E lei sola non è stata: ha incontrato sulla sua strada Loredana Rossi, storica fondatrice dell’ATN, Associazione Trans Napoli che l’ha accompagnata e supportata nelle fasi più delicate della sua transizione, e anche in quella legale. Alla fine Rebecca ce l’ha fatta a leggere il suo nome anche sui documenti.

Papa Francesco, la decisione che rompe i tabù: “Sì a battesimo per trans e figli coppie gay”

Bergoglio ha messo nero su bianco alcune questioni importanti che riguardano la comunità Lgbt lo scorso novembre dichiarando che le persone transgender e un figlio di una coppia omosessuale, nato con la maternità surrogata, possono essere battezzati. Se Papa Francesco si era detto in più occasioni favorevole ad una Chiesa “aperturista”, questa svolta arriva ora anche nero su bianco. Il via libera era presente in una dichiarazione del prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez, controfirmata dal Pontefice. Due direttive che rompono con il passato e che sono contenute nella risposta che il capo dell’ex Santo Uffizio ha scritto in risposta alle domande che gli aveva indirizzato un vescovo brasiliano, siglata dal Papa il 31 ottobre scorse e ora pubblicata sul sito dello stesso dicastero vaticano.

Nelle risposte del cardinale Victor Manuel Fernandez a monsignor José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile, si spiega anche come una persona transgender, come una omosessuale, può essere madrina o padrino a un battesimo o testimone di un matrimonio. “A determinate condizioni”, si legge nel documento online scoperto per primo dal quotidiano francese La Croix, “si può ammettere al compito di padrino o madrina un transessuale adulto che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso. Non costituendo però tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale”. Si tratta di una prima apertura che lascia intendere che prossimamente ce ne potrebbero essere delle altre.