La clamorosa gaffe
“Io capitano” ispirato a Schettino e al naufragio della Costa Concordia: la trama alternativa di Televideo
“Io capitano” da film sulla storia di due adolescenti che fuggono dalla miseria in Senegal per raggiungere l’Italia, in un percorso che ogni anno vede morire migliaia di persone, a pellicola sulla vicenda di Francesco Schettino e al naufragio della Costa Concordia.
È la trama alternativa del film del regista italiano Matteo Garrone, tra i finalisti della 96esima edizione dei Premi Oscar nella categoria per il miglior film internazionale, secondo il Televideo. La clamorosa gaffe è apparsa sugli schermi, in una pagina del Televideo, intorno all’una della notte, quando negli Stati Uniti erano in corso le premiazioni degli Academy Awards.
“Io capitano”, Schettino e il naufragio della Costa Concordia
La pagina, evidentemente mandata online e sugli schermi televisivi per errore, è stata poi rimossa ma non abbastanza velocemente: sui social network il clamoroso errore è diventato virale. Nel breve articolo dedicato alla vittoria di “La zona di interesse” del regista britannico Jonathan Glazer, la pellicola italiana in lizza per una “statuetta” viene descritta così: “Il film di Garrone, ispirato alla vita del capitano Schettino e al disastro della Costa Concordia, aveva suscitato grande interesse e aspettative”.
La Costa Concordia naufragò la sera del 13 gennaio del 2012 nei pressi dell’isola del Giglio, in Toscana, a causa di un errore di manovra durante un passaggio sottocosta. La nave da crociera, che ospitava oltre 4mila persone, urtò il più piccolo degli scogli de Le Scole. Nell’incidente ci furono 32 morti: per quei fatti il capitano Francesco Schettino è stato condannato in via definitiva a 16 anni per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave.
“Io capitano” agli Oscar, la trama del film
Diversamente da quanto riferito da Televideo, “Io capitano” racconta la storia di due adolescenti senegalesi, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Italia e sfuggire alla miseria. Transitano attraverso il Mali muniti di falso passaporto e, benché la truffa venga scoperta da un poliziotto, evitano la prigione in cambio di denaro. Giunti in Niger, affrontano il deserto sino all’ingresso in Libia, dove vengono arrestati e condotti in centri di detenzione separati. Seydou viene sottoposto a tortura ma riesce a uscire, in quanto un altro detenuto lo spinge a offrirsi al pari di lui come muratore.
Avendo lavorato bene, entrambi vengono messi in libertà e gli viene pagato il viaggio per Tripoli. Nella capitale libica Seydou ritrova Moussa, con cui riprende il cammino verso l’Europa. Quando si rivolgono a un faccendiere, Ahmed, che organizza le traversate nel mar Mediterraneo, non avendo abbastanza denaro, si vedono offrire un’unica possibilità: Seydou dovrà guidare la barca. Istruito da Ahmed su come governare il mezzo, Seydou riesce a condurre tutti i passeggeri sani e salvi in Sicilia.
Il film e la sceneggiatura, scritta da Garrarone assieme a Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, si basa sulla storia vera di Kouassi Pli Adama Mamadou, Arnaud Zohin, Amara Fofana, Brhane Tareke e Siaka Doumbia.