Il report di Save The Children
Il dramma dei bambini di Gaza che hanno visto tutto: “Non sognano e non immaginano il futuro senza guerra”
Esteri - di Redazione Web
I bambini di Gaza vivono sotto le bombe da 156 giorni Un dramma che è iniziato il 7 ottobre 2023, quando i miliziani di Hamas sono entrati a sud di Israele. Da allora, come spesso avviene, sono i bambini a pagare lo scotto più grande. E l’inizio della guerra è coinciso con la fine dei sogni per molti di loro. Alcuni sono morti, altri sono rimasti feriti. Altri ancora sono terrorizzati dal frastuono delle bombe. Qualcuno si è trovato sotto le macerie, altri hanno visto la loro casa, il loro posto sicuro sgretolarsi come sabbia al vento. A tutti è stata negata l’infanzia e le conseguenze psicologiche sono pesanti. Save The Children ha pubblicato un report che delinea il dramma infinito dei bambini di Gaza.
Il dramma dei bambini di Gaza, morti in 12.550
In questi mesi di guerra tra le 30.717 vittime dei bombardamenti, 12.550 sono bambini, secondo il ministero della Salute di Hamas. I bambini hanno subito già cinque mesi di violenza, sfollamento, malnutrizione e malattie, che si aggiungono agli oltre 16 anni di blocco, e questo, secondo quanto riporta il report di Save The Children, ha avuto un impatto psicologico devastante sui bambini di Gaza. Paura, ansia, carenza di cibo, enuresi, iper-vigilanza e problemi di sonno, un’alternanza nello stile di attaccamento ai genitori, regressione e aggressività: questo l’universo quotidiano dei bambini che stanno vivendo il conflitto.
La ricerca diffusa oggi da Save the Children.Genitori e care giver hanno dichiarato all’organizzazione che la capacità dei bambini di immaginare un futuro senza guerra è ormai praticamente scomparsa. Il disagio emotivo di schivare bombe e proiettili, la paura di perdere i propri cari, di essere costretti a fuggire attraverso strade disseminate di detriti e cadaveri e di svegliarsi ogni mattina senza sapere se riusciranno a mangiare, ha reso gli adulti di riferimento sempre più incapaci di affrontare la situazione. Il sostegno, i servizi e gli strumenti di cui hanno bisogno per prendersi cura dei loro figli sono sempre meno.
Una mamma di Gaza: “i bambini non riescono a smettere di piangere”
Una madre di Gaza, ha dichiarato: “I nostri figli hanno già vissuto diverse guerre. Avevano già una scarsa capacità di recupero e ora è molto difficile affrontare queste ulteriori difficoltà. I bambini sono spaventati, arrabbiati e non riescono a smettere di piangere, questo succede anche a molti adulti. È troppo per noi, figuriamoci per i più piccoli”.
Nella ricerca – che integra quella condotta da Save the Children del 2022 sul grave impatto sulla salute mentale dei bambini causato da oltre 16 anni di blocco imposto dal governo israeliano – gli esperti di salute mentale e di protezione dell’infanzia che lavorano con Save the Children a Gaza affermano che senza un’azione urgente, a partire da un cessate il fuoco immediato e definitivo e da un accesso umanitario sicuro e senza restrizioni, la guerra infliggerà ulteriori danni mentali a bambini, bambine e adolescenti, che permarranno per tutta la vita, con una drastica riduzione delle opportunità di recupero. I genitori raccontano che i bambini hanno rinunciato anche alla speranza e alle loro ambizioni per il futuro. “Uno dei miei figli sognava di diventare ingegnere e l’altro poliziotto. Ora uno vuole guidare un carretto trainato da un asino, perché vede questa realtà […]. E il sogno dell’altro figlio è vendere biscotti davanti a casa”, ha raccontato uno dei genitori intervistati.
A Gaza il 90% delle scuole è stato distrutto
A Gaza, il 90% di tutti gli edifici scolastici ha subito danni significativi e altri non possono più essere utilizzati come scuole. L’istruzione può dare un senso di speranza, ma a causa del conflitto in corso più di 625 mila studenti non vanno più a scuola, e 22.564 insegnanti sono impossibilitati a fare il loro lavoro. Una madre di quattro figli, che hanno età compresa fra i 7 e i 14 anni, ha detto: “Alcuni dei miei figli non riescono più a concentrarsi sulle attività di base. Dimenticano subito ciò che dico loro e non riescono a ricordare le cose appena accadute. Non direi nemmeno che la loro salute mentale è peggiorata, è stata proprio cancellata. Una completa distruzione psicologica”.
Tutto questo avviene mentre secondo il ministero della Sanità di Gaza più di 30.717 persone, tra cui 12.550 bambini, sono state uccise dall’escalation militare israeliana a Gaza iniziata il 7 ottobre come rappresaglia agli attacchi del 7 ottobre contro Israele, che hanno ucciso 1.200 persone, tra cui 33 bambini, e preso più di 240 ostaggi, secondo il governo di Israele.
Il dramma della fame a Gaza
La mancanza di cibo e di acqua potabile sta creando una grave crisi alimentare, con quasi tutti i bambini di Gaza a rischio di carestia. Almeno 15 bambini sono morti per malnutrizione e disidratazione nel nord di Gaza, secondo il ministero della Sanità di Gaza. Con le strutture sanitarie a malapena funzionanti e le famiglie tagliate fuori dai servizi medici, è probabile che la cifra reale sia molto più alta – e tutto ciò sta facendo aumentare in modo esponenziale l’ansia e lo stress nei bambini e nelle famiglie.
La salute mentale dei bambini di Gaza cancellata: “I bambini hanno visto tutto”
“I bambini qui hanno visto tutto. Le bombe, i morti, i cadaveri: non possiamo più fingere con loro. Ora capiscono e hanno visto tutto. Mio figlio sa persino distinguere i tipi di esplosivo che cadono: riesce a percepire la differenza”, ha raccontato un altro degli intervistati. “Mentre i bisogni umanitari aumentano, l’ultima escalation di violenza e l’assedio hanno causato un collasso totale dei servizi di salute mentale a Gaza, con i sei centri pubblici dedicati e l’unico ospedale psichiatrico di Gaza non più funzionante”, sottolinea Save the Children, aggiungendo che in Cisgiordania, invece, genitori e care giver sottolineano come i minori provino rabbia, dolore ed impotenza di fronte al linguaggio disumanizzante da parte dei funzionari del governo israeliano sui palestinesi: “nessuno vuole che esistiamo sul pianeta”.
“Sui bambini cicatrici fisiche e mentali difficili da recuperare”
“È inaccettabile che qualsiasi bambino debba affrontare gli orrori che hanno vissuto quelli di Gaza. Mentre schivano bombe e proiettili, fuggono per strade disseminate di detriti e cadaveri, sono costretti a dormire all’aperto e non hanno a disposizione il cibo e l’acqua potabile necessari per sopravvivere. I bambini di Gaza stanno vivono quotidianamente da mesi shock e dolore inimmaginabili, che si sommano ai disagi di oltre 16 anni di blocco e successive escalation di violenza”, ha dichiarato Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati. “Questa guerra e le cicatrici fisiche e mentali che sta lasciando sui bambini stanno ulteriormente erodendo la loro capacità di recupero. C’è ancora speranza che, con un sostegno adeguato, si possa invertire la tendenza. Durante l’infanzia, ci sono finestre critiche di opportunità per affrontare l’impatto del conflitto. Ma nulla di tutto ciò è possibile senza un cessate il fuoco immediato e definitivo e un accesso sicuro e senza ostacoli agli aiuti, in modo che gli operatori umanitari possano fornire il supporto critico necessario”, aggiunge.
Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato e definitivo per salvare e proteggere le vite dei bambini di Gaza e l’effettiva attuazione delle misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia, e ha esortato il governo di Israele a consentire il libero flusso di aiuti e la ripresa dell’ingresso di beni commerciali a Gaza, per evitare che i bambini muoiano di fame e di malattie.L’organizzazione chiede, inoltre, a tutti i governi donatori e al resto della comunità internazionale di riprendere e incrementare al più presto i finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (Unrwa), da cui dipende la risposta agli aiuti a Gaza. Save the Children fornisce servizi e supporto essenziali alle bambine e ai bambini palestinesi colpiti dal conflitto in corso dal 1953. Il team dell’organizzazione nei Territori palestinesi occupati ha lavorato 24 ore su 24, predisponendo aiuti vitali per sostenere le persone in difficoltà e cercando di trovare il modo di far arrivare l’assistenza a Gaza.
“I bambini di Gaza Non possono morire di fame”
A Gaza “la situazione sul campo è più drammatica che mai e ha raggiunto un punto di svolta. Abbiamo visto le notizie di bambini che muoiono di fame. Non è possibile. E dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per fermarlo. Tutti sanno quanto sia difficile spostare gli aiuti dentro e fuori Gaza. È necessario utilizzare tutte le vie per raggiungere le persone bisognose. È qui che entra in gioco il corridoio marittimo. Può contribuire ad aumentare la quantità di aiuti che raggiungono effettivamente le persone nel nord di Gaza”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen alla Plenaria del Pe. “Gli Stati Uniti si adopereranno per allestire un porto galleggiante per scaricare le navi. Finché non sarà pronto, lavoreremo con navi più piccole. Gli Emirati Arabi Uniti e altri partner cofinanzieranno il carico. Cipro gestirà le partenze dal porto di Larnaca. E noi, l’Unione Europea, intensificheremo il nostro supporto logistico a terra. Un team di coordinamento dell’Ue è presente a Cipro”, ha aggiunto.