Mattanza di Stato
24esimo suicidio in carcere del 2024, detenuto si toglie la vita a Parma: un’ecatombe
Una strage: in due giorni quattro suicidi nelle celle italiane. Se consideriamo quello avvenuto nel Cpr di Roma e quelli dei tre agenti della Penitenziaria, in totale, sono state 28 le persone che si sono tolte la vita dietro le sbarre, dall'inizio dell'anno. L'ultima vittima del sistema-Italia aveva 29 anni
Cronaca - di Andrea Aversa
È il numero 24 e così sarà ricordato. Perché come tanti altri detenuti, aveva perso ogni diritto, compreso quello di essere trattato come una persona. Aveva 29 anni, italiano e con origini nord africane. L’imperfetto è d’obbligo: il giovane è morto, si è tolto la vita. Lo ha fatto come quasi tutti gli altri 23 prima di lui: impiccandosi in cella. Il 29enne era recluso nel carcere di Parma, aveva problemi di tossicodipendenza. Proprio come tanti altri detenuti che magari in carcere non solo non dovrebbero starci, non dovrebbero proprio entrarci. Invece, varcano la soglia di quei portoni, per non uscirne mai più. Se non da morti.
Detenuto suicida nel carcere di Parma
Nella città emiliana, dunque, si è consumata l’ennesima tragedia che da anni sta caratterizzando l’intero sistema penitenziario italiano. Dall’inizio dell’anno, ci sono stati ben 24 suicidi. Addirittura quattro negli ultimi due giorni. Prima di Parma, un detenuto si è tolto la vita – rispettivamente – a Napoli (Robert, 33enne straniero, nel carcere di Secondigliano), a Pavia (Jordan, un trapper 26enne) e a Teramo (Patrick, di soli 20 anni). Cosa hanno in comune questi ragazzi? Innanzitutto l’età, erano giovanissimi. In secondo luogo, non tanto che la loro vita ha avuto termine mentre erano in custodia dello Stato ma che forse si sarebbe potuta evitare.
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Chi è il detenuto che i è tolto la vita nel carcere di Parma
Il 2024 può diventare l’anno nero per le carceri italiane. Un record di morte (in media, stiamo parlando di un suicidio ogni tre giorni), una strage che sta generando, da parte della politica, soltanto indifferenza. Una mattanza di Stato rispetto alla quale le istituzioni non sono in grado di mettere la parola fine. Persino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è in silenzio. Ai 24 detenuti, se aggiungessimo il recluso che si suicidato nel Cpr di Roma e i tre agenti della Penitenziaria che si sono tolti la vita, otterremo un totale di 28 persone che dal primo gennaio, hanno preferito la morte alla detenzione. Un dramma, la mortificazione dello Stato di Diritto e della Costituzione italiana.