La brutalità della guerra

Gaza, altra strage di civili in attesa di aiuti umanitari: da Israele Netanyahu dà il via libera all’offensiva a Rafah

Esteri - di Redazione - 15 Marzo 2024

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Gaza, altra strage di civili in attesa di aiuti umanitari: da Israele Netanyahu dà il via libera all’offensiva a Rafah

Una “riedizione” di quanto accaduto lo scorso 29 febbraio quando, secondo le accuse provenienti da Hamas, l’esercito israeliano sparò e uccise tra la folla che a Gaza City si era radunata in attesa dei convogli per il trasporto di viveri e generi di prima necessità destinati alla popolazione civile, provocando oltre 100 morti e diverse centinaia di feriti.

Spari a Gaza City sulla folla, Hamas accusa Israele

Un nuovo episodio di questo tipo è avvenuto sempre a Gaza City nei pressi della rotonda del Kuwait, nel nord della città. Secondo il ministero della Sanità di Gaza almeno 21 persone sono state uccise e 155 ferite: le autorità di Hamas hanno nuovamente accusato della strage le di occupazione israeliane che avrebbero “preso di mira un raduno di civili in attesa di aiuti umanitari“. L’Idf ha risposto che si tratterebbe di notizie “false” e che valuterà “l’incidente con l’accuratezza che merita”.

Alcuni dei feriti sono stati portati all’ospedale Al Shifa, ma le autorità fanno sapere che “le équipe mediche non sono in grado di gestire l’entità e il tipo di feriti che arrivano negli ospedali nel nord di Gaza a causa delle scarse risorse mediche e umane”.

Il portavoce in lingua araba delle forze di difesa israeliane (Idf), Avichay Adraee, come detto ha negato che i soldati abbiano sparato contro i civili. “Le notizie secondo cui l’Idf ha preso di mira decine di abitanti di Gaza giovedì sera in un punto di distribuzione di aiuti umanitari non sono corrette“, si legge in un tweet sulla piattaforma di social media X, citato dal Times of Israel. Adraee ha aggiunto che sul presunto incidente è stata aperta una indagine e ha invitato i media a riportare solo “informazioni affidabili“.

Le trattative per un cessate il fuoco

Sullo sfondo di un conflitto che continua a mietere vittime civili nella Striscia di Gaza c’è la sempre più complicata partita politica e diplomatica per arrivare ad un cessate il fuoco israeliano e alla liberazione dei circa 130 ostaggi ancora in mano alle milizie islamiche che comandano la Striscia.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito “irrealistiche” le proposte di Hamas per un accordo, come reso noto dal governo di Tel Aviv in un una nota. Il movimento radicale islamico aveva infatti poco prima annunciato di aver consegnato una nuova proposta “più flessibile” ai mediatori di Egitto e Qatar, con modifiche sul numero e sul ‘peso’ dei prigionieri palestinesi che verrebbero scambiati con ostaggi israeliani. Le altre richieste comprendo ovviamente la fine delle ostilità, il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia e il ritiro delle forze di occupazione israeliane.

Intanto da Washington si continua a lavorare per arrivare ad un cessate il fuoco, con l’amministrazione Biden che pur sostenendo ancora gli alleati israeliani appare sempre più in difficoltà nel giustificare le operazioni militare dell’esercito di Netanyahu a Gaza.

Per questo gli Stati Uniti hanno fatto circolare nella serata di giovedì la bozza di una risoluzione da presentare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che sosterrebbe gli sforzi internazionali per stabilire “un cessate il fuoco immediato e duraturo” nell’ambito di un accordo per il rilascio degli ostaggi presi prigionieri da Hamas. Non è stata però fissata una data per il voto e la bozza, ottenuta da Associated Press, potrebbe ancora essere modificata.

Netanyahu dà il via libera all’offensiva a Rafah

Netanyahu che oggi, come reso noto dall’ufficio del primo ministro, ha approvato i piani d’azione a Rafah. L’esercito, come riporta Ynet, si sta preparando all’operazione e all’evacuazione della popolazione palestinese, oltre un milioni di rifugiati che dalle città nel nord della Striscia hanno cercato un “posto sicuro” al confine col valico egiziano. Da settimane gli alleati di Israele, in primi gli Stati Uniti, chiedono al governo di Tel Aviv di non procedere con l’invasione di Rafah per non creare una catastrofe umanitaria.

di: Redazione - 15 Marzo 2024

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