Dopo le elezioni russe
Cosa ha detto Salvini sulle elezioni in Russia, l’imbarazzo della maggioranza
“In Russia hanno votato, ne prendiamo atto, quando un popolo vota ha sempre ragione”. Matteo Salvini commenta così il plebiscito per Vladimir Putin che ha vinto con l’87,29% dei voti. Ma Tajani replica:“La politica estera la fa il ministro degli Esteri. Quindi le posizioni in politica estera sono quelle del ministro degli Esteri”.
Politica - di Umberto De Giovannangeli
Si brinda al Cremlino. Si litiga a Roma. Il trionfo annunciato di Vladimir Putin nelle presidenziali di domenica scuote il governo Meloni, su un tema cruciale, anche in chiave europea, come è la politica estera e i rapporti con il regime di Mosca, specie in tempi di guerra.
“In Russia hanno votato, ne prendiamo atto, quando un popolo vota ha sempre ragione”. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine di un evento a Milano organizzato dal gruppo Doppelmayr, commenta così il plebiscito per Vladimir Putin che ha vinto con l’87,29% dei voti, il risultato più alto ottenuto da un presidente eletto nella storia della Russia.
“Le elezioni fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde; io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta”, continua Salvini per il quale “ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi sperando che il 2024 sia l’anno della pace”.
Parole che fanno inalberare l’altro vicepremier Antonio Tajani: “La politica estera la fa il ministro degli Esteri. Quindi le posizioni in politica estera sono quelle del ministro degli Esteri”. Per poi aggiungere sul voto in Russia: “Queste elezioni sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Navalny è stato escluso da queste elezioni con un omicidio, abbiamo visto le immagini dei soldati nelle urne, non mi sembra che sia un’elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi”.
Dopo un paio d’ore – con la dura presa di posizione di Pd, Azione, +Europa, Italia Viva ma non dei 5Stelle – ecco una nota della Lega, non più una dichiarazione del leader: «In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra ed il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c’è niente da festeggiare». Una pezza tardiva. La figuraccia, a Bruxelles e nelle capitali europee, è fatta.
Il gruppo indipendente russo di monitoraggio Golos ha affermato che le elezioni presidenziali vinte da Putin sono state “le più fraudolente e corrotte” della storia del Paese in quanto “la campagna si è svolta in una situazione in cui gli articoli fondamentali della costituzione russa, che garantiscono i diritti e le libertà politiche, essenzialmente non erano in vigore”. “Mai prima d’ora abbiamo visto una campagna presidenziale così lontana dagli standard costituzionali”,