L'allarme a Gaza
A Gaza è carestia, il grido dell’Oxfam sul dramma della Striscia
L’appello dell’Onu, dell’Ue e delle associazioni umanitarie: “Cessate il fuoco e fate entrare gli aiuti”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Dopo le bombe, su Gaza e la sua martoriata popolazione sta per abbattersi il flagello della carestia. L’apocalisse finale. “L’imminente carestia nella parte settentrionale di Gaza è un disastro interamente provocato dall’uomo. Ribadisco il mio appello per un cessate il fuoco umanitario immediato. Dobbiamo agire ora per prevenire l’impensabile, l’inaccettabile, l’ingiustificabile”.
Lo scrive il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in un post su X in merito alla situazione umanitaria a Gaza. “I risultati dell’Ipc su Gaza confermano ciò che segnaliamo da mesi, ovvero un’imminente carestia. La mancanza di azione da parte del mondo è scioccante, mentre altri bambini soccombono a una morte lenta. Tutti i valichi di frontiera devono essere aperti ora per consentire il libero accesso degli aiuti umanitari”, gli fa eco, sempre su X Adele Khodr, direttrice regionale dell’Unicef per il Medioriente e il Nord Africa.
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L’Ipc (Integrated Food Security Phase Classification) è un’iniziativa multi-partner che fornisce analisi sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione per i processi decisionali in oltre 30 Paesi che affrontano crisi alimentari. Una partnership globale di 19 organizzazioni.
Sempre l’Unicef ha reso noto che oltre 13.000 bambini sono stati uccisi a Gaza durante l’offensiva israeliana, aggiungendo che molti bambini soffrono di grave malnutrizione e non hanno “nemmeno l’energia per piangere”.
“Altre migliaia sono rimaste ferite o non riusciamo nemmeno a determinare dove siano. Potrebbero essere bloccate sotto le macerie… Non registriamo questo tasso di mortalità tra i bambini in quasi nessun altro conflitto nel mondo”, ha affermato il direttore esecutivo dell’Unicef Catherine Russell a “Face the Nation” di Cbs News.
Cosa sia diventata la Striscia di Gaza, un inferno in terra, lo chiarisce l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, nel suo intervento al Forum umanitario europeo. “A Gaza, più che in altri conflitti, sono i bambini a soffrire di più, perché non sanno dove andare né dove nascondersi. Quindi, incoraggio un appello all’azione per i bambini colpiti dalla guerra a Gaza. Questa guerra è una guerra di bambini. In questi mesi a Gaza sono stati uccisi più bambini che in tutto il mondo negli ultimi 4 anni”.
Per poi aggiungere un altro pesante j’accuse: “La fame a Gaza è usata come arma di guerra, diciamolo chiaro. Ci sono sette mesi di derrate alimentari bloccate. Israele deve aprire i cancelli e fare entrare gli aiuti”.
Non basta: “Prima della guerra Gaza era una grande prigione a cielo aperto, oggi è un grande cimitero a cielo aperto, anche per quello che riguarda il rispetto delle regole internazionali… Ci sono derrate alimentari accumulate per mesi, che aspettano di entrare a Gaza, mentre al di là del confine si muore di fame – ha aggiunto -. È arrivato il momento di fare qualcosa e non solo lamentarsi”.
“I nuovi dati pubblicati sulla fame a Gaza evidenziano come la carestia sia imminente nel nord della Striscia. Un destino che sembra inevitabile se Israele proseguirà la guerra, limitando l’accesso agli aiuti umanitari”. È l’allarme lanciato ieri da Oxfam, in risposta al nuovo report sullo stato dell’insicurezza alimentare nella Striscia, promosso da un network di 19 attori agenzie e istituzioni intergovernative, di cui Oxfam fa parte.
“Questo nuovo rapporto mostra che i livelli catastrofici di fame a Gaza sono i più alti mai registrati sulla scala di Classificazione Integrata delle Fasi della Sicurezza Alimentare (Ipc), sia in termini di numero di persone colpite che in percentuale sulla popolazione totale – sottolinea Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Mai prima d’ora abbiamo assistito all’evolversi di una situazione tanto grave nel giro di poco tempo. Tra pochi giorni la popolazione nel nord di Gaza si troverà ad affrontare una vera e propria carestia, situazione che si presenterà anche al sud molto presto senza un cessate il fuoco e una risposta umanitaria adeguata. Molti bambini stanno già morendo di fame mentre la comunità internazionale resta inerte. Intanto da dicembre, il numero di persone sull’orlo della carestia è quasi raddoppiato”.
“Le responsabilità di questa situazione sono da attribuire a Israele che continua a non consentire l’ingresso a Gaza di cibo e altri beni essenziali alla sopravvivenza – continua Pezzati – Ormai da 5 mesi la fame viene usata come arma di guerra, mentre paradossalmente le condizioni sono ulteriormente peggiorate da quando la Corte Internazionale di giustizia dell’Aia ha ordinato a Israele di consentire l’intervento umanitario. La portata della catastrofe umanitaria in corso è tale da rappresentare un rischio reale di genocidio”.
“Non possiamo aspettare una dichiarazione di carestia per fermare queste atrocità, da subito è fondamentale aumentare le operazioni umanitarie. – ha concluso Pezzati – Israele non può affamare e bombardare Gaza per trovare una soluzione. Solo un immediato cessate il fuoco permanente e una soluzione politica, che preveda la fine dell’occupazione e il rilascio di tutti gli ostaggi e prigionieri detenuti illegalmente, possono portare a una pace duratura e giusta sia per i palestinesi che per gli israeliani”.