Respinto il ricorso
Cospito ancora al 41bis, la Cassazione conferma la tortura per l’anarchico
Ricorso inammissibile, multa di 3000 euro per l’anarchico. Esulta Ostellari. L’avvocato Rossi Albertini: “Vicenda condizionata dalla politica?”
Giustizia - di Frank Cimini
La tortura deve continuare. La corte di Cassazione ha rigettato perché inammissibile il ricorso per la revoca del 41bis presentato dagli avvocati di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto nel carcere di Sassari Bancali dove sta scontando la condanna a 23 anni di reclusione per i pacchi bomba di Fossano davanti alla scuola dei carabinieri che non provocarono morti e nemmeno feriti.
La Cassazione ha condannato Cospito a una multa di 3000 euro a favore della cassa delle ammende come è prassi nei casi di ricorsi rigettati. In pratica è stata confermata la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma, unico giudice in tutto il paese a decidere sull’articolo 41bis, dove a livello di motivazione si diceva che Cospito è ancora più pericoloso perché il lunghissimo sciopero della fame per protestare contro il carcere duro ne ha aumentato il carisma soprattutto nella considerazione degli anarchici e di chi lo sostiene all’esterno della prigione.
Il Tribunale di Sorveglianza non aveva tenuto in alcuna considerazione il parere della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che aveva sostenuto la scelta di revocare l’articolo 41bis a favore dell’alta sorveglianza, il regime appena un gradino sotto mantenendo la censura sulla posta.
Insomma almeno per il momento non sembrano esserci vie di uscita. Al di là del fatto che la difesa aspetta la fissazione dell’udienza davanti alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, ma si tratta in ogni caso di un percorso dai tempi non certamente brevi.
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari esulta per la decisione della Cassazione dicendo: “Benissimo, Cospito deve rimanere in carcere a scontare la sua pena al 41bis. Niente sconti o premi per i nemici dello Stato”.
Replica l’avvocato Flavio Rossi Albertini: “Leggendo il commento del sottosegretario sorge il fondato sospetto che la vicenda Cospito sia stata profondamente influenzata dalla politica”. E su questo non sembrano esserci dubbi, dal momento che in riferimento al processo al sottosegretario Andrea Delmastro per violazione del segreto d’ufficio in merito alla carcerazione di Cospito i partiti, con il Pd che chiede di essere parte civile, regolano i loro conti sulla pelle di un anarchico torturato.
In questa vicenda il vero irriducibile appare lo Stato sempre pronto a perpetuare l’emergenza in un quadro di repressione senza sovversione. Una sorta di ultimo giapponese che ha evocato gli anni di piombo persino per un ragazzino che ha mimato la pistola P38 in Senato in direzione di Giorgia Meloni.