Ieri a Roma si è tenuta la manifestazione nazionale organizzata dall’Unione Camere Penali per sensibilizzare la politica sul tema dei suicidi in carcere, arrivati a 25 dall’inizio dell’anno.
Ha aperto la maratona oratoria il presidente dell’Ucpi Francesco Petrelli: “Non c’è più tempo. Ormai c’è una conta atroce per il numero e per la frequenza con cui si stanno susseguendo i suicidi. Nell’ultimo mese uno ogni tre giorni. Non solo aumenta il dato del sovraffollamento ma abbiamo constatato ingressi di 400 o 500 detenuti per ogni mese che è un dato ulteriormente allarmante. Il sovraffollamento fa diminuire i diritti per i detenuti in condizione di umiliazione e disperazione, spesso causa di quei gesti estremi. La politica si assuma la responsabilità di questa situazione di crisi. Uno Stato civile non può non assumersi la responsabilità dell’integrità fisica e della vita dei detenuti. Occorrono norme urgenti, come la proposta Giachetti (Iv) Bernardini (Nessuno Tocchi Caino) per porre fine a questa situazione di illegalità, a seguire una riforma complessiva”.
Subito dopo è intervenuta proprio Rita Bernardini: “Quando nelle carceri si verificano trattamenti inumani e degradanti siamo lontani da una democrazia”. Ha poi ricordato il monito del 2013 dell’ex presidente della Repubblica Napolitano al Parlamento in cui chiedeva amnistia e indulto: “Tutti applaudirono ma nessuno fece nulla per la paura di perdere voti. Dobbiamo essere determinati. È facile che tutto si insabbi in queste ore, invece noi con maggioranza e opposizione dobbiamo evitare questo”.
All’evento sono stati invitati tutti i partiti politici ma della maggioranza è intervenuto solo il senatore Pierantonio Zanettin (Forza Italia): “Massimo impegno per quanto ci riguarda. Personalmente ho presentato due question time sui suicidi che sono tragedie immani. Dobbiamo evitare che il 2024 sia l’anno record. Il Ministro ha assicurato impegno. Poi le soluzioni non sono semplici. Nella maggioranza c’è un confronto, occorrerà trovare un compromesso”.
Dopo di lui l’onorevole di Italia Viva Roberto Giachetti: “So benissimo che i tempi per amnistia e indulto non sono adatti ma quando lo saranno? Non portano voti ma portano civiltà. In galera ci sono persone che vivono in uno stato animale”.
Sulla sua riforma elaborata insieme a Nessuno Tocchi Caino ha spiegato: “C’è un dialogo anche con la maggioranza. Dovrebbe andare in aula ad aprile e i perni sono due: una misura che guarda al domani, ossia portare la liberazione anticipata a 60 giorni, e l’altra, per intervenire sull’emergenza, che deve avere inevitabilmente una capacità retroattiva portando a 75 giorni la premialità per sgonfiare immediatamente la pressione sulle carceri”.
Ha preso poi la parola la deputata Debora Serracchiani, responsabile giustizia dem: “I nostri parlamentari vanno ogni settimana in carcere perché vogliamo far valere le nostre prerogative. Noi, come Pd, supportiamo le pdl di Magi e Giachetti. Ma bisogna stare attenti anche al fatto che esiste la volontà politica di togliere dall’art. 27 Cost. il fine rieducativo della pena, si vuole cambiare il codice Rocco tenendo le donne incinte in carcere, il numero dei giovani negli istituti minorili sta aumentando dopo il dl Caivano: la battaglia dovrà andare avanti anche su questi fronti”.
A seguire l’onorevole Riccardo Magi di +Europa: “Occorre essere concreti e poco retorici. Dobbiamo far approvare la proposta Giachetti ma dobbiamo alzare il tiro con l’amnistia e l’indulto. Dal 1992 serve un quorum rafforzato che non c’è neanche per modificare la Costituzione. Da qui dobbiamo ripartire”.
Su questo è intervenuto ancora Petrelli: “Quel quorum io lo utilizzerei per le norme che aumentano le pene e introducono nuovi reati”. Per il Garante Nazionale delle persone private della libertà personale è intervenuta l’avvocato Irma Conti: “Dall’inizio dell’anno si sono sventati oltre 400 tentativi di suicidio, come abbiamo appreso anche visitando dall’inizio del nostro mandato oltre 20 istituti di pena. Il tasso di sovraffollamento è in media al 129% ma ci sono in totale 23086 detenuti con un massimo di pena da espiare fino a tre anni di cui una elevata percentuale potrebbe uscire, attraverso un’opera di sburocratizzazione della macchina giudiziaria”.
Poi le testimonianze a partire da quella di Marco Costantini, Sbarre di Zucchero: quelli in carcere “non sono suicidi ma omicidi di Stato”. Dopo Marco Sorbara, ex Consigliere regionale della Valle d’Aosta, assolto dopo due anni di custodia cautelare: “Anche da innocente ho pensato al suicidio. Ma il carcere ti uccide anche quando esci, come successo a due ragazzi conosciuti dietro le sbarre perché ti segna a vita”.
È intervenuto infine Gianpaolo Catanzariti, responsabile Osservatorio Carcere Ucpi: “Faccio un appello al presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia affinché porti l’intera magistratura su amnistia e indulto”.
Proprio della magistratura è intervenuto con una nota il Segretario di AreaDg, corrente progressista dell’Anm, Ciccio Zaccaro: “Le Camere penali scioperano e propongono un procedimento di clemenza. Può essere una soluzione tampone. Io però penserei più a legalizzare e depenalizzare la vendita di droghe leggere. Il 34,3% della popolazione carceraria italiana è detenuta per reati in materia di stupefacenti, il doppio quasi della percentuale europea che è pari al 18,4 %. Se si legalizzassero le sostanze stupefacenti leggere si abbatterebbero i carichi dei tribunali”. Hanno aderito alla manifestazione anche l’associazione Antigone, la Camera Penale di Roma con il Presidente Gaetano Scalise, Extrema Ratio, Arci, Filippo Blengino, tesoriere di Radicali Italiani.