Per fermare l’offensiva israeliana a Gaza, e restituire al governo di Tel Aviv e ai loro familiari i 130 ostaggi ancora in mano ad Hamas, siamo probabilmente al momento chiave.
Dopo cinque mesi gli Stati Uniti accelerano fortemente per giungere ad una soluzione dello stallo: il segretario di Stato Usa Antony Blinken è oggi in Israele per sollecitare il governo di Bibi Netanyahu ad accettare la proposta americana per una tregua in vista del voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su un progetto di risoluzione statunitense.
La risoluzione americana all’Onu per una tregua
Risoluzione che chiede un cessate il fuoco a Gaza immediato come parte di un accordo sugli ostaggi. Il testo della risoluzione americana all’Onu prevede che “il Consiglio di Sicurezza determina l’imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la consegna di assistenza umanitaria essenziale e alleviare la sofferenza umanitaria“. E, prosegue, “verso tale obiettivo sostiene inequivocabilmente gli sforzi diplomatici internazionali in corso per garantire tale cessate il fuoco in connessione con il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti“.
”I negoziatori continuano a lavorare. Il divario si sta riducendo e continuiamo a spingere per un accordo a Doha. C’è ancora un lavoro difficile per arrivarci. Ma continuo a credere che sia possibile“, ha detto ieri Blinken in Egitto, seconda tappa – dopo l’Arabia Saudita – del suo sesto viaggio nella regione dallo scoppiare del conflitto a Gaza, seguito al massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso e che ha visto la reazione israeliana provocare oltre 32mila morti.
Lo stallo tra Hamas e Israele
Il problema di fondo, il nodo che sta per ora bloccando i negoziati, sono le diverse “esigenze” di Israele e Hamas. L’organizzazione radicale islamica sostiene infatti che rilascerà gli ostaggi solo nel quadro di un accordo che metta fine alla guerra.
Al contrario Israele e in particolare Netanyahu è pronta a discutere solo di una pausa temporanea, ribadendo che il suo obiettivo è “distruggere Hamas”, anche se questo dovesse significare radere al suolo la Striscia di Gaza.
Gli Stati Uniti speravano di ottenere un cessate il fuoco di sei settimane e un accordo sugli ostaggi già entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo scorso, ma i successivi round di colloqui non hanno ancora dato risultati.