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Ivan Graziani, la raccolta di inediti del cantautore “Per gli amici”

Ivan Graziani, la raccolta di inediti del cantautore “Per gli amici”

“Ci sono cose che stanno in cielo in terra, molte più cose tu te le vedi in tv, in tv: i mostri! Non ha sapore e non ti dà dolore il grande circo dei mostri visti alla tv, sono sempre in tv, che ti ipnotizzeranno e tu e vedrai, vedrai, vedrai, gente che non sai…”
(Tv, Ivan Graziani-Per gli Amici)

È uscito poco tempo fa un nuovo album di inediti del mai troppo compianto e mai troppo ricordato Ivan Graziani, uno dei migliori chitarristi che la nostra storia musicale possa vantare, nonché cantautore carico di ironia, sarcasmo, ma anche dolcezza e profonda sensibilità, quello che possiamo definire un unicum nella nostra musica.

Ma Graziani fu anche pittore, fumettista, un artista da studiare nelle scuole, anche solo fosse per far capire l’amore che ha avuto nei confronti della chitarra, la devozione che si ha nei confronti di uno strumento, quando si ama il proprio lavoro, al di là di tutto quello che lo circonda.

Certo, bisogna avere talento – e Ivan Graziani ne aveva tantissimo – e per chi non ha la fortuna di conoscerlo o di sapere chi, cosa e dove ha suonato, cosa ha scritto e quanto la sua impronta artistica dovrebbe essere riscoperta dai giovani, basta iniziare da questo nuovo album uscito per l’etichetta Numero Uno/Sony Music, che si intitola Ivan Graziani- Per gli amici, che vede alla produzione il figlio, Filippo Graziani.

Nuovo album che porta con sé otto inediti: Una donna, La rabbia, L’italianina, La canzone dei marinai, Tv, Miley, Ti sorprenderò, e Per gli amici. Otto canzoni tirate fuori dagli scatoloni, grazie al lavoro della famiglia, della sua sempre splendida e adorata moglie Anna Bischi Graziani e di entrambi i suoi figli, Filippo e Tommaso, musicisti come il papà.

Partite da questo nuovo album, da questa volontà della famiglia, che ci fa e vi fa un regalo immenso, perché riscoprire del materiale inedito di Ivan Graziani è come scoprire che da domani possiamo tranquillamente vivere su Marte, che c’è una speranza che ci possiamo salvare, che magari già lo sapevamo, però ce lo tenevano nascosto, solo che ora ne abbiamo la certezza.

È importante far capire che è esistito ed esiste un artista che non è mai sceso a compromessi, che non ha avuto bisogno della tv o della stampa, che non è stata mai troppo gentile con lui, per usare un eufemismo, ecco.

Che per quelli oggi quarantenni, Ivan Graziani è quel meraviglioso tipo strano apparso a Sanremo nel 1994, con quegli occhialetti rossi, imbracciando la sua chitarra, che cantava qualcosa che non era proprio una tematica da sole, cuore e amore, ma era quella “Maledette malelingue…così la gente vede il male anche dove non c’è n’è …la gente la distruggerà” che aveva un sound completamente diverso da tutti gli altri concorrenti e ad avere orecchio quell’Ivan Graziani era già un marziano, perché non aveva bisogno di scioccare ma di far riflettere il pubblico, e solo attraverso quello che cantava, quello che raccontava e quello che gli altri non volevano sentire.

Un po’ un super eroe con la chitarra e gli occhialini rossi che smascherava l’ipocrisia italica. E poi c’è una vita, una vita di musica: Ivan Graziani strumentista anche, per Lucio Battisti, De Gregori, Bruno Lauzi, Antonello Venditti, le collaborazioni, i successi, quella morte arrivata a 51 anni, troppo presto.

Ivan Graziani e il suo primo LP nel 1973, poi nel 1976 arriva l’album Ballata per 4 stagioni. E ancora nel 1977 con I lupi, che lo fa conoscere al grande pubblico. Nel 1978 c’è Pigro, album innovativo, sotto ogni punta di vista, sia musicale che per le tematiche trattate, basti pensare a capolavori indiscussi come la stessa Pigro o Monna Lisa o Fango.

Diciamocelo francamente: oggi nemmeno se si riunissero le migliori 20/30 penne in circolazione, riuscirebbero a scrivere un paio di virgole di un testo sarcastico e pungente come Monna Lisa. Senza parlare della musica, perché in quel campo non ci si può avvicinare.

E poi la meravigliosa e impareggiabile tristezza raccontata in Firenze (canzone triste): Ivan Graziani dipinge un quadro meraviglioso di una città che riporta ai ricordi, di tempi spezzati, di amicizie, di amori che sono andati via e che rimangono lì perché abitano ogni angolo di strada e di cielo di quella città, e quelle parole “io sono nata da una conchiglia, diceva – la mia casa è il mare e con un fiume no, non la posso cambiare”.

O pensate ad un brano come E sei così bella, anno 1976, una ballata d’amore così diversa da tutte le ballad classiche, perché abbraccia e racconta l’amore in maniera ampia, dalla tenerezza all’incredulità di riconoscere dolcezza e contatto, in grado di farvi venire il magone nel pensare alla persona amata ma allo stesso di strapparvi una risata mai così tanto sana, perché riconosce il conflitto e i difetti dell’altra persona.

Qui c’è la corda che suona il respiro spezzato dell’amore ma c’è anche la corda che suona la risata che riempie le stanze di quell’amore. E allora andiamo avanti e indietro, senza seguire un vero filo temporale, da ieri torniamo ad oggi, a questo nuovo album di inediti, a questo Ivan Graziani- Per gli amici, e regalatevi un disco straordinariamente e paradossalmente così attuale, sempre musicalmente avanti, che tocca temi svariati nel quale Ivan Graziani traccia in maniera netta, ancora di più, il confine tra cosa sia davvero la musica e il prodotto di mercato.

Fatevi davvero un regalo ogni tanto, concedetevi questo nuovo album di Ivan Graziani, cercate di capire quanto davvero sia importante la musica nelle nostre vite. È fondamentale aprirsi alla bellezza, alla fatica, all’amore per la musica, è fondamentale capire che la musica non è streaming, non è fare scandalo senza contenuto, non è stare di continuo su un link di giornale: la musica è passione e sapere di avere un talento e di portarlo avanti.

Conoscere Ivan Graziani è capire una cosa semplice: il talento non lo creano i soldi, può farvelo credere ma non è mai talento vero e non durerà per sempre. Concedetevi la bellezza della sua chitarra, raccontate a chi vuole imparare questo strumento, di quanto amore avesse Ivan per “lei” tanto da portarsela lassù o dovunque si trovi, insomma, e concedetevi il falsetto della sua voce.

Potrebbero ricordarlo a Sanremo, come hanno fatto con tanti altri artisti, potrebbero dedicargli qualcosa in più, potrebbero pensarci un po’ di più a salvare la musica, a ricordare questo “lupo” abruzzese che come tutti i lupi però non è mai stato addomesticabile.

Un talento unico nella chitarra, un estro del tutto fuori dal comune nella composizione dei testi, un uomo che a risentirlo ancora oggi, in questo Ivan Graziani- Per gli amici ci lascia ancora di più “fottuti di malinconia”.