Il question time
Carceri al collasso e separazione delle carriere, Nordio tentenna: “Fardello di dolore”
Dai suicidi al diritto all’affettività dei detenuti, nulla di nuovo: al question time toni drammatici e dichiarazioni d’intenti. Impegni concreti zero
Giustizia - di Angela Stella
Chi si aspettava grandi novità dalle risposte del Ministro della Giustizia Carlo Nordio ieri al Question Time alla Camera rimarrà deluso. Partiamo da un tema molto caro a questo giornale, quello delle carceri. Azione, giunti al 27esimo suicidio negli istituti di pena (l’ultimo ieri a Sassari), lo ha interrogato su quali iniziative urgenti intenda adottare per combattere il fenomeno.
L’ex magistrato ha ripetuto come sempre: «è un fardello di dolore, che si è sedimentato negli anni. Non è facile porre un rimedio rapido a un fenomeno sedimentato però stiamo portando avanti molteplici attività per garantire un maggiore innalzamento dei livelli di presidi. Si è avviato un percorso nazionale di intervento continuo, attraverso questo Dipartimento, i provveditorati e gli istituti penitenziari. Sono tutti organismi coinvolti in una prospettiva di rete nella prevenzione di questi eventi drammatici».
Insoddisfatto l’interrogante perché «lei, Ministro, ha risposto come se il fenomeno non fosse una emergenza». Poi Riccardo Magi, deputato di +Europa, gli ha chiesto quali disposizioni abbia dato il Ministro a seguito della recente decisione della Corte Costituzionale «di rendere pienamente e direttamente esercitabile il diritto all’affettività in carcere».
Il Ministro della Giustizia ha specificato: «questo diritto è sancito dall’etica, dal buon senso e dalla sentenza della Consulta. Converremo però che si tratta di dare esecuzione a un principio, che io condivido, ma nella pratica non è facile da realizzare per varie ragioni, logistiche e di sicurezza» aggiungendo che sul tema si sta lavorando ed è stato «istituito un gruppo di lavoro interdisciplinare. Bisognerà tenere conto del comportamento della persona detenuta in carcere, dovranno essere creati, negli istituti penitenziari, appositi spazi, e anche il personale deve essere addestrato. Questo ministero è perfettamente consapevole della questione ed è deciso a dare pienissima attuazione alla sentenza della Consulta».
Magi ha suggerito a Nordio di portare in visita la Commissione nei Paesi dove già il diritto è attuato. Nulla di nuovo, anzi, sulla separazione delle carriere, sul quale è stato interpellato dalla Lega per conoscere le tempistiche per l’adozione e l’approvazione in Consiglio dei ministri della riforma della separazione delle carriere e modifiche dell’assetto del Csm.
Il Guardasigilli ha detto quello che va ribadendo da giorni: «è nel programma di governo e sarà presentata entro il mese di aprile, al massimo di maggio di questo stesso anno. Sarà consustanziale alla riforma del Csm per le ovvie ragioni che una separazione delle carriere comporta, quindi due Csm separati. Per fare una riforma radicale occorre cambiare la Costituzione, trattandosi di una revisione costituzionale l’iter sarà ovviamente più lungo e intersecandosi con la riforma del premierato avrà determinati tempi».
Forza Italia invece ha posto in evidenzia la «discrasia» sulla legge Severino: «contempla l’incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo quale conseguenza di una condanna definitiva, mentre amministratori regionali e locali possono essere sospesi a seguito di sentenze non definitive».
Il Guardasigilli ha replicato: «Per quanto riguarda la legge Severino, noi riteniamo che sia necessaria una rimessa a punto. Non è all’ordine del giorno ma sicuramente fa parte del nostro interesse».