“Sinceramente voglio godermi la notizia così com’è senza dietrologie. Il tempo ci darà ulteriori risposte“, non ha nascosto l’entusiasmo Catello Maresca che ha l’Unità ha commentato la decisione di Francesco ‘Sandokan‘ Schiavone di voler collaborare con la giustizia. Magistrato impegnato per tutta la vita contro la camorra, oggi Consigliere comunale a Napoli tra i banchi dell’opposizione, Maresca è stato tra coloro che ha contribuito alla cattura di un altro super boss del clan dei Casalesi, ovvero Michele ‘Capa storta‘ Zagaria. Scelta di convenienza? Lo vedremo in futuro, intanto lo Stato ha messo a segno un altro punto contro la criminalità organizzata.
Schiavone ha deciso di collaborare con la giustizia: l’opinione di Catello Maresca
“Quando un capo mafia così pericoloso decide di pentirsi – ha affermato Maresca – significa che il clan di appartenenza da lui guidato e promosso, non esiste più. Il clan dei Casalesi è finito. Lo dicono, non solo le operazioni eseguite dalle forze dell’ordine, ma anche le numerose sentenze che ci sono state dal processo Spartacus in avanti. Questa è una cosa buona per i cittadini che hanno visto una magistratura che ha compiuto il suo dovere. Lo Stato ha dimostrato di esserci e di aver vinto un’altra battaglia. Certo, sappiamo bene che la camorra come un cancro si rigenera ma le istituzioni hanno dato prova di essere più che vigili. Quella di oggi ne è un’ulteriore testimonianza. Non bisogna mai abbassare la guardia e cercare di costruire basi sempre più solide affinché il fenomeno mafioso non si ripresenti dove è stato cancellato“.
- Francesco “Sandokan” Schiavone si pente, dopo 26 anni di carcere il boss dei Casalesi collabora con la giustizia
- Chi è Francesco ‘Sandokan’ Schiavone e perché si è pentito: la storia di sangue e morte dell’ex boss dei Casalesi
- Quali e cosa sono i test previsti per i magistrati: come si svolge il modello ‘Minnesota’
Chi è Catello Maresca il pm anti camorra
Ora la palla è stata passata ai magistrati che dovranno verificare se il percorso che Schiavone ha scelto di voler seguire, sia sincero oppure no. E soprattutto, se ciò che dirà sarà utile alla giustizia. “Di sicuro chi si pente non lo fa solo per un motivo mistico o perché è stato folgorato sulla via di Damasco – ha dichiarato Maresca – Evidentemente Schiavone ha fatto le sue valutazioni che lo hanno portato a prendere questa decisione. Ma se ha compiuto questa scelta perché consapevole che la sua organizzazione non esiste più, allora vuol dire che per tutti noi questa notizia è assolutamente positiva. Non dimentichiamo che quello dei casalesi è un clan che ha controllato un intero territorio in modo capillare e ben organizzato“.
Perché ‘Sandokan’ si è pentito: il parere di Catello Maresca
Rispetto all’attendibilità di Schiavone, alla luce degli oltre 20 anni di reclusione al 41bis e al tumore scoperto nel 2018, Maresca è stato molto chiaro: “Come ho già detto ci sarà tutto il tempo di fare sul campo le dovute verifiche. Vediamo cosa Schiavone dirà. ‘Sandokan’ dovrà assumersi la responsabilità delle sue dichiarazioni, delle accuse che farà e delle colpe che si prenderà. È ovvio che c’è molta aspettativa nei confronti di chi ha dato vita a quel tipo di camorra, organizzata in modo imprenditoriale. E poi gli omicidi e il dramma della Terra dei Fuochi, un territorio devastato a causa delle attività illecite del sodalizio criminale da lui guidato: sono tanti i punti sui quali bisognerà fare luce“.
Catello Maresca e la riforma della giustizia
Dopo il pentimento di Antonio ‘o Ninno‘ Iovine e di Schiavone, sono detenuti al 41bis anche Francesco ‘Cicciotto e mezzanotte‘ Bidognetti e Zagaria. Entrambi non stanno collaborando con la giustizia. Proprio ‘Capa storta‘ è stato stanato da Maresca che ne conosce molto bene il profilo: “Per me non c’è molta differenza – ha detto Maresca – Lui e Sandokan sono stati tutti e due capi di un’organizzazione criminale crudele e spietata. Posso solo augurarmi che anche Zagaria prenda coscienza del fatto che il clan dei Casalesi non esiste più e decida di pentirsi. È un dato di fatto che oggi è lo Stato ad essere vincente e la camorra perdente“.
Intercettazioni, separazione delle carriere e test sui magistrati: cosa pensa Catello Maresca
Infine, l’argomento ‘caldo’: quello della giustizia. Un tema sul quale si è riaperto il fronte di scontro tra politica e magistratura. Maresca si è candidato a sindaco di Napoli per il centrodestra in occasione delle ultime elezioni comunali vinte da Gaetano Manfredi. La maggioranza di governo, rispetto ai provvedimenti che dovrebbero riformare la giustizia, è in ‘guerra’ con i magistrati. “Io non posso esprimermi nei confronti di chi fa le leggi, che è il Parlamento. A me e ai miei colleghi spetta applicarle – ha spiegato Maresca – Sui vari argomenti più discussi, posso dire a titolo personale che le intercettazioni sono uno strumento fondamentale, soprattutto per la lotta alle mafie. Non sono contrario a prescindere alla separazione delle carriere, l’importante che la norma non colpisca l’indipendenza della magistratura. Lo stesso penso dei test psicoattitudinali per i futuri pm. In fondo si tratta di esami ai quali sono sottoposti tanti altri esponenti della pubblica amministrazione. Gratteri ha detto che potrebbero essere estesi anche ai politici. E per quanto ci riguarda saranno comunque regolamentati dal Csm“.