Proteste contro Netanyahu
Guerra a Gaza, ripartono i negoziati tra Israele e Hamas: 17 morti in raid su persone in attesa aiuti
Esteri - di Redazione
Sarà la Pasqua a dare una svolta ai complicati negoziati tra Hamas e Israele? Riprendono oggi al Cairo, in Egitto, i colloqui indiretti tra il gruppo radicale che governa la Striscia di Gaza e Tel Aviv, mediati come sempre da Stati Uniti, Qatar e padroni di casa.
L’obiettivo, come da mesi a questa parte, è quello di raggiungere una tregua che porti alla fine dell’operazione militare nella Striscia, che ha provocato 32mila morti civili, e il rilascio dei circa 130 ostaggi ancora in mano ad Hamas.
Le posizioni di Israele e Hamas
Di ottimismo non ce n’è moltissimo, le pozioni delle due parti restano lontane. Per Hamas non potrà esserci alcuna intese se Israele non ritira l’esercito dalla Striscia, ma d’altra parte Netanyahu continua a ribadire quotidianamente che l’obiettivo è quello di annientare completamente Hamas.
Gruppo radicale che poi, a nome delle fazioni palestinesi della Striscia, ha bollato come una “una trappola” la proposta, attribuita ad Israele, di istituire una forza militare multinazionale con truppe provenienti da Paesi arabi per la sicurezza nella Striscia e la scorta ai convogli degli aiuti. Secondo Hamas, è “un inganno dei sionisti per attirare alcuni Paesi arabi a servire i loro piani e progetti dopo il loro grande fallimento sul campo“. Il quotidiano israeliano Haaretz ha poi riferito dell’intenzione di Israele di creare una zona cuscinetto al confine con Gaza che potrebbe occupare circa il 16% della Striscia.
Le proteste contro Netanyahu
In Israele intanto proseguono le proteste di piazza contro il premier Benjamin Netanyahu. Diverse centinaia di persone hanno protestato ieri sera a Caesarea, vicino alla residenza privata di Netanyahu, per chiedere le dimissioni del premier.
La manifestazione rientra nelle mobilitazione delle ultime settimane per “aumentare la pressione su di lui e così andare a nuove elezioni“, ha spiegato a Times of Israel uno dei partecipanti alla dimostrazione che ha visto tra gli oratori Amos Malka, ex capo del direttorato dell’intelligence militare israeliana.
Dimostranti si sono riuniti anche di fronte alla sede del ministero della Difesa a Tel Aviv, sempre chiedendo le dimissioni del governo e la convocazione di nuove elezioni. Sedici persone sono state arrestate, riferiscono i media israeliani.
L’ennesima strage degli aiuti
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa è salito ad almeno 17 morti e diversi feriti il bilancio del raid, di matrice israeliana, che sabato ha colpito un gruppo di persone in attesa dei camion di aiuti umanitari alla rotonda Kuwait, a Gaza City.