Il dramma dei suicidi
Nordio stanzia 5 milioni per prevenire i suicidi in cella ma non contrasta le cause di disagio e sofferenza
32 i detenuti che si sono tolti la vita quest’anno. Il ministro raddoppia lo stanziamento per prevenire il fenomeno, ma senza fare nulla per contrastare le cause di disagio e sofferenza. Cioè combattere il sovraffollamento, aumentare i contatti con l’esterno e le attività
Giustizia - di Angela Stella
Il giorno dopo il 32esimo suicidio in carcere, di mattina presto arriva un comunicato stampa di Via Arenula in cui si riportano le dichiarazioni del Ministro Nordio: “Al fine di prevenire e contrastare il drammatico fenomeno dei suicidi nell’ambito della popolazione detenuta, ho firmato un decreto che prevede per il corrente anno l’assegnazione di 5 milioni di euro all’Amministrazione penitenziaria per il potenziamento dei servizi trattamentali e psicologici negli istituti, attraverso il coinvolgimento di esperti specializzati e di professionisti esterni all’amministrazione”.
La nota si conclude: “Più che raddoppiato lo stanziamento annuale di bilancio destinato alle finalità di prevenzione del fenomeno suicidario e di riduzione del disagio dei ristretti, a conferma dell’impegno da parte del governo nella pronta adozione di misure necessarie per migliorare le condizioni detentive negli istituti penitenziari, anche in vista di un intervento più strutturato e duraturo nel tempo da proporre come priorità nella prossima legge di bilancio”.
A breve distanza arriva il plauso, anche a se medesimo, del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo: “La decisione del Ministro, che sposa pienamente una precisa indicazione del Dap permetterà di fronteggiare meglio il disagio che da tempo si registra negli istituti. E, non da ultimo, consentirà al personale di Polizia Penitenziaria e a tutti gli operatori di poter svolgere con maggiore serenità il gravoso impegno lavorativo che, nonostante le difficoltà, mettono quotidianamente a disposizione dei cittadini e della Nazione”.
Diverse le reazioni alla notizia. Per Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, “Quando la somma è uguale a zero. Il ministro Nordio ci informa di aver raddoppiato lo stanziamento per prevenire il fenomeno suicidario nelle carceri. Raddoppiare in questo caso significa tornare alla situazione precedente (che non era delle migliori) visto che con il raddoppio (sacrosanto) della retribuzione degli psicologi, l’amministrazione aveva dimezzato il monte ore o licenziato gli psicologi ex art. 80. Trovo incredibile che il ministro non abbia nulla da dire sul crescente sovraffollamento e su come affrontarlo. Al momento, l’unica misura concreta è quella presentata da Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata speciale in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera e calendarizzata per l’aula in questo mese di aprile”.
“Un incremento di bilancio per gli esperti che collaborano con l’Amministrazione penitenziaria è senz’altro una buona notizia – ci dice il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia – anche se in gran parte andrà a compensare l’adeguamento delle tariffe orarie degli psicologi già contrattualizzati per le attività di osservazione e trattamento dei detenuti, e quindi non consentiranno un significativo aumento dell’impegno orario di questi professionisti che, ricordiamolo, non sono addetti all’assistenza psicologica dei detenuti, responsabilità che spetta direttamente agli operatori dei servizi Asl interni alle carceri”.
Il Garante prosegue: “In questa pur positiva circostanza, vale la pena ricordare al Ministro anche il suo impegno dell’agosto scorso per l’aumento delle telefonate dei detenuti, che avrebbe potuto essere deliberato dal Consiglio dei ministri e che invece è stato inserito in un discutibile disegno di legge depositato in Parlamento. Se si vuole fare prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo, bisogna aumentare le comunicazioni con l’esterno, le attività sportive, ricreative, culturali, formative e lavorative, le ore di socialità e di apertura delle camere detentive, e bisogna assolutamente far diminuire la popolazione detenuta per fatti minori o per minimi residui di pena, anche attraverso provvedimenti generali di clemenza, prima che la situazione precipiti nella ormai prossima estate”.
Non soddisfatto neanche Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria: “L’aumento dei fondi destinati alla retribuzione degli psicologi di cui all’articolo 80 dell’ordinamento penitenziario, per quanto sacrosanto e doveroso, diversamente da quanto annunciato da diverse fonti del Ministero della Giustizia, non è destinato a migliorare il servizio all’utenza, ma a mantenere lo status quo. Al Guardasigilli, Carlo Nordio, e al Governo Meloni chiediamo di andare oltre gli annunci e le misure di fatto obbligate e comunque qualificabili come ordinarie”.
Critico anche il senatore Ivan Scalfarotto, capogruppo di Italia viva – Il Centro – Renew Europe, in Commissione Giustizia: “Il governo stanzia 5 milioni per combattere i suicidi in carcere, il classico pannicello caldo. Ciò che servirebbe invece è un approccio completamente nuovo alla sanzione penale: meno carcere, più formazione e lavoro, minore affollamento togliendo dai penitenziari tutte quelle persone che in galera non avrebbero mai dovuto entrarci, a partire dai tossicodipendenti e dalle persone con malattie psichiatriche. Tutto il contrario di ciò che sin qui hanno fatto governo e maggioranza”.