Parla il professore
Intervista a Luciano Canfora: “Dietro le guerre il fondamentalismo democratico: il resto del mondo è stufo dell’occidente”
Da Biden a Macron i leader occidentali si sentono al centro del mondo, che è però stanco di farsi tiranneggiare. Il risultato è che il mondo è oggi ridotto a una polveriera
Interviste - di Graziella Balestrieri
Tra qualche giorno, per la precisione il 16 aprile, il professor Canfora dovrà presentarsi in un’aula di tribunale per rispondere alla querela della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ai tempi di quello che la ricorrente ha reputato un insulto, era a capo di un piccolo partito che poi sarebbe arrivato ad essere, due anni dopo, la prima forza del paese.
Mentre la destra continua a fare la destra in tutto e per tutto, la sinistra barcolla sempre di più, vedi la baraonda di Bari, dove il risultato è il passo indietro di Giuseppe Conte, che molto probabilmente non vedeva l’ora di smarcarsi da un campo largo che ha sempre sentito molto stretto rispetto alle sua ambizioni.
Ma non solo di Bari e di Pd, parliamo con Luciano Canfora, in giorni molto tesi che agitano sempre più netto lo spettro di una probabile terza guerra mondiale. Per non parlare delle ingiustizie, di chi si scandalizza giustamente per le catene ai polsi e al collo per Ilaria Salis ma che in realtà non si scandalizza per una questione che forse è ancora più rilevante…
Professore, partiamo da Bari, da tutto quello che sta coinvolgendo il Pd e dallo smarcamento di Giuseppe Conte da un ormai sempre più improbabile campo largo.
Giuseppe Conte – come si dice – ha fatto il botto a Bari dichiarando su quel palco che le primarie non si sarebbero più fatte dopo tutto quello che sta accadendo all’interno del Pd. Devo dire la verità, e faccio autocritica in questo caso: non sono politicamente attivo in questa città, non riesco e non mi permetto di dare giudizi sulle persone. Posso dire però che mi duole sempre quando la sinistra si divide, questo è certo. Purtroppo questa sembra essere una malattia che dura da un secolo e mezzo o forse più e che, a quanto pare, non sappiamo proprio come sconfiggere. Poi Giuseppe Conte, essendo una persona civile, mi ha espresso la sua totale solidarietà rispetto al processo che mi attende il 16 aprile, dicendomi tra l’altro una cosa molto sensata, ovvero che da presidente del Consiglio era stato sempre attaccato da più parti e con diverse modalità ma che non aveva mai querelato nessuno. Gli ho risposto scherzosamente ricordando che anche il principe Bismarck querelò Theodor Mommsen nel 1882, che andarono in tribunale ma vinse Mommsen. Ecco, calcolando che Mommsen vale mille volte più di me, possiamo anche dire però che Bismarck è un po’ più grande della Meloni, sicuramente.
Parliamone di questa querela. Giorgia Meloni l’ha citata perché lei la definì una “neonazista nell’animo”.
Questa querela mi fu annunciata due anni e mezzo fa, quando Giorgia Meloni erano allora capogruppo di un piccolissimo partito. Poi però questa querela è venuta a maturazione, non so perché, un anno abbondante dopo, nel maggio 2023, quando in realtà lei era ormai presidente del Consiglio. Ora siamo all’aprile del 2024, io nel frattempo compirò 82 anni, quindi probabilmente quando ne avrò 90, avremo concluso questa vicenda sulla quale ovviamente, essendoci il 16 aprile il processo, non voglio aggiungere altro.
Ci spostiamo su un altro versante, un altro tribunale, tutto quello che sta accadendo ad Ilaria Salis.
Quello che mi stupisce non è tanto l’inerzia del governo italiano per la simpatia che ha evidentemente per il governo attuale ungherese. In realtà mi stupisce che sia dia per scontato che in Ungheria si manifestino liberamente azioni concrete da parte di formazioni politiche che si autodefiniscono neonaziste: tutto questo è diventato normalità. Quando c’è stato il tentativo di ottenere i domiciliari per Ilaria Salis, pattuglie di neonazisti manifestavano davanti al tribunale per intimidire l’avvocato di parte che chiedeva i domiciliari, che alla fine non sono stati concessi. Ma quello che dobbiamo davvero chiederci è: è normale che ci sia questa libera circolazione di neonazisti in un paese della iper-democratica Unione europea? Questo è il problema principale ed è una questione scandalosa, dopodiché la povera Salis ci va e ci andrà di mezzo in maniera veramente deprimente per tutti, compreso il nostro governo.
Passiamo a Mosca: attentato, 139 morti, rivendicato dall’Isis; eppure, Putin si ostina a dire che dietro c’è la mano dell’Ucraina…
È evidente che in guerra la prima vittima è la verità, lo hanno detto grandi studiosi ma anche un grandissimo poeta come Tacito, per cui dire se è vero o non è vero quello che dicono le parti in guerra è un tentativo quasi privo di ogni speranza. Le cose che si possono documentare oggettivamente, attraverso mezzi di comunicazione istantanei e potentissimi risultano vere e non possono essere negate da nessuno. Per esempio, quando Israele ammazza sette operatori di una Ong, può fare e dire quello che vuole ma il fatto è indiscutibile, documentato, anzi documentatissimo. Additare un nemico nascosto è utile in una guerra in cui quel nemico è l’avversario con il quale si sta combattendo.
Putin accusa l’Ucraina, però intanto prima viene avvertito dai servizi segreti americani e inglesi: come funziona?
Faccio un piccolo paragone storico, che tra l’altro riguarda proprio la Russia. Quando era imminente l’attacco tedesco del 21 Giugno del 1941, il Presidente della Cina che si chiamava Chiang Kai- shek, che era sotto attacco del Giappone dal ‘35, manda un messaggio a Stalin e gli dice “è imminente l’attacco tedesco”. Stalin non ci crede, pensa che sia la “disinformatia” del nemico e si inventa l’attacco a sorpresa. Questo è raccontato niente meno che da Georgi Dimitrov nel suo diario. Quando c’è la bravura dei servizi segreti che diffondono la notizia per depistarti, non si è più in grado di distinguere la dritta giusta da quella sbagliata, a meno che non si abbia un servizio altrettanto potente. E quindi ancora una volta entriamo in quella sfera segreta, in cui noi cittadini normali non riusciamo ad orientarci perché ci mancano gli elementi. Il precedente storico cui ho accennato è celeberrimo perché le conseguenze per la Russia furono tremende, perché l’attacco a sorpresa significò milioni di morti, l’assedio di Mosca… loro avevano dei servizi eccellenti ma i tedeschi ne avevano ancora di migliori.
Parlando di servizi segreti…quanto accaduto il 7 ottobre come può essere sfuggito al Mossad?
Quello che ci stupisce è proprio come ha fatto il Mossad – che ricordiamolo, è una potenza nel nostro pianeta – a farsi sfuggire quanto stava per accadere. Questo per noi osservatori rimane un mistero. Per dare una spiegazione, anche consolatoria se vuole, le cito il grande storico inglese Ronald Syme. “La storia vera -disse – è quella segreta”. Quella che vediamo in superficie serve per la propaganda, i giornali, ma in realtà è retro-scenica, specie quando si avventura in questo terreno.
Perché Biden e Macron non usano mai e non cercano mai un linguaggio che possa portare o condurre alla pace (con Putin) e invece pare che siano sempre pronti a buttare benzina sul fuoco?
Anche il nostro timido Draghi disse ad Erdogan che era un dittatore… I nostri dirigenti occidentali hanno la presunzione di incarnare la perfezione, la perfezione politica, di essere il modello migliore, un atteggiamento che Garcia Marquez chiamò in un bellissimo articolo su El Pais “il fondamentalismo democratico” ovvero “chi non è come me è il male”. Questo fondamentalismo democratico sta nelle teste dei vari Macron, Biden, e anche in quelle di nuovi protagonisti come il primo ministro inglese Sunak che viene dal Pakistan, però si sente occidentale. Il mondo è molto più grande dell’Occidente, tre quarti dell’umanità non ne può più. Basti pensare che le Nazioni Unite ci hanno fatto sapere che del totale dei vaccini l’80% è stato usato per il mondo occidentale, il 20% per tutti gli altri, che evidentemente vengono considerati come dei sotto uomini, come faceva Hitler. Le persone non ne possono più e a un certo punto succede un patatrac, e quindi l’occidente imparerà, purtroppo anche a nostre spese (perché poi se si arriva a conflitti più gravi, ci andiamo di mezzo tutti) che non può comandare sul resto del mondo come faceva ai tempi delle cannoniere. Quindi il tono che hanno verso Putin fa ridere: chiamarlo sanguinario, assassinio, zar. Quanti nostri giornalisti continuano a chiamarlo Zar, che alla fine non sa di niente? Mussolini, dopo che il re lo aveva cacciato, lo chiamava il Signor Savoia, e così si sfogava verbalmente contro Vittorio Emanuele terzo. E che cosa hai ottenuto con questo gioco di parole? Ti può rilassare lo spirito, ma non ci fai niente. Questi nostri bravi giornalisti continuano a chiamarlo Zar, senza sapere tra l’altro che la parola “Zar” è una deformazione della parola Cesar, quindi gli fanno pure un complimento, perché se lo paragonate a Cesare, Cesare è un personaggio importantissimo, non si può mica discutere anche Cesare…
La differenza tra Putin e Netanyahu?
C’è una differenza enorme, abissale anche: Netanyahu è un amico dell’occidente, Putin il nemico, una differenza sostanziale direi. Riguardo invece alla maniera ormai corrente di classificare per seguaci di Putin tutti coloro che non deglutiscono la propaganda occidentale devo dire che questo è un modo abbastanza comico di mettere nell’angolo le persone. Intanto tra l’Unione Sovietica e la Russia attuale c’è un abisso. Quello era un tentativo di stato socialista, con tutti i difetti che sappiamo ed è finito male, questo invece è uno stato essenzialmente nazionalistico e tende a non subire la volontà occidentale di stravincere la guerra fredda. Quando chi vince vuole anche stravincere, e questo atteggiamento porta alla guerra. La Prima guerra mondiale finì con la vittoria occidentale sulla Germania, giusto? Però Francia soprattutto e anche Inghilterra vollero stravincere contro la Germania e quello fu il terreno su cui sorse il nazionalsocialismo di Hitler. Come scrisse il grande storico inglese A..J.P. Taylor nel libro “Le origini della Seconda guerra mondiale “ del 1961, le origini della Seconda guerra mondiale vanno rintracciate nella volontà di stravincere la Prima guerra mondiale. La guerra fredda l’ha vinta l’Occidente, giusto? Ora l’Occidente vuole stravincere e portare la Nato fin sotto Mosca? Provoca un conflitto. Questa è la realtà. Ma quando uno dice questo, non sta dicendo che tifa Putin o che Putin è il modello politico o che si è filo putiniani, quando diciamo questo stiamo solo osservando la realtà.