Tre morti nell'incidente
Esplosione alla centrale di Suviana, l’incidente nel giorno del collaudo: “poche speranze” per i 4 dispersi
Cronaca - di Redazione
Tre morti e cinque feriti, di cui uno in gravi condizioni, oltre a quattro dispersi con poche speranza ormai di recuperare sani e salvi. È questo il bilancio, provvisorio, dell’esplosione presso la centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi sul lago di Suviana.
L’impianto di Bargi è posizionato a monte di Suviana nel comune di Camugnano: si tratta della centrale idroelettrica più potente dell’Emilia-Romagna, con una capacità installata di 330 megawatt. L’impianto di Bargi risale al 1975, costruita dall’Enel, mentre la realizzazione della centrale idroelettrica di Suviana risale agli anni Trenta.
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L’esplosione a Suviana e i lavori di manutenzione
Una strage che, per quanto emerso fino ad ora, è stata causata da una turbina posta a circa 40 metri sotto il livello dell’acqua mentre si stava svolgendo una manutenzione programmata da temo. Nella centrale c’erano una quindicina di persone al momento dell’incidente, tutti dipendenti di ditte esterne, impegnate in lavori di manutenzione che doveva precedere il collaudo dell’impianto.
L’esplosione della turbina, sulle cui cause sarà aperta una inchiesta, avrebbe provocato il collasso del solaio tra l’ottavo e il nono piano, provocando la rottura dei condotti di refrigerazione e allagando l’intero piano.
Chi sono gli operai morti a Suviana
Le tre vittime dell’esplosione alla centrale idroelettrica sono Vincenzo Franchina, Mario Pisani e Pavel Petronel Tanase: nessuno era dipendente di Enel Green Power, che gestisce l’impianto.
Franchina, classe 1988, era nato in provincia di Messina e risiedeva a Sinagra: elettricista industriale, si era sposato un anno fa e da pochi mesi era diventato padre Pisani, 73 anni, era la vittima più anziana dell’esplosione: era nato a Taranto ed era residente a San Marzano di San Giuseppe. Pavel Petronev Tanase invece aveva quasi 46 anni: nato in Romania, era residente a Settimo Torinese, lascia una moglie e due figli di 14 anni.
“Non stiamo lavorando con molte speranze di trovare vivi i dispersi, lo scenario che abbiamo davanti non ci dà questa idea”, le parole questa mattina di Luca Cari, dirigente comunicazione dei Vigili del fuoco, parlando dell’intervento in corso da ieri pomeriggio e rispondendo a una domanda sulla possibilità di trovare superstiti.
Chi sono i quattro dispersi
I quattro operai ancora dispersi, come comunicato dalla Prefettura, sono Paolo Casiraghi e Alessandro d’Andrea, entrambi milanesi, Adriano Scandellari di Mestre e Vincenzo Garzillo di Napoli.
Adriano Scandellari, 57enne di Padova e residente a Mestre, è dipendente specializzato di Enel Green Power: era stato premiato dal presidente della Repubblica Mattarella con la Stella al merito del lavoro-Maestro del lavoro. Alessandro D’Andrea, 37enne originario di Pontedera (Pisa), è dipendente della Voith Hydro con sede a Cinisello Balsamo (Mi); Paolo Casiraghi, 59enne di Milano, dipendente della ABB con sede a Milano; Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli e dipendente della Lab Engineering.
Gli studenti in gita prima dell’esplosione
Come racconta oggi il Quotidiano Nazionale, l’incidente alla centrale di Bargi poteva avere un bilancio ancora più grave. In visita all’impianto martedì c’erano una sessantina di studenti delle scuole medie Muratori di Vignola. La scolaresca si era però allontanata dalla zona dopo che un cattivo odore si era sparso nella zona, col gruppo partito con mezz’ora di anticipo verso Rocchetta Mattei, seconda tappa della gita.
Da lì gli studenti e i professori hanno sentito l’esplosione che ha coinvolto la centrale elettrica.