L'allarme degli 007 in Usa
Guerra tra Iran e Israele, per gli 007 americani: “Attacco imminente”
Biden promette: al fianco degli alleati. Se gli iraniani attaccano, non si esclude una risposta congiunta. Lo scontro con Tel Aviv potrebbe diventare scontro diretto con gli Stati Uniti
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Gli avvertimenti si susseguono. Le prove generali, pure. I venti di guerra spirano sempre più forti e minacciosi tra Teheran e Tel Aviv. Un attacco dell’Iran con missili e droni contro Israele è imminente.
Ne sono convinti gli Stati Uniti e i loro alleati, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg citando fonti dell’intelligence, e il potenziale attacco potrebbe avvenire proprio nei prossimi giorni. “Non è un questione di se ma di quando”, viene spiegato.
Una convinzione confermata anche dalle stesse parole del presidente Joe Biden: l’Iran “sta minacciando di lanciare un attacco significativo contro Israele”, ha affermato in occasione della conferenza stampa congiunta con il premier giapponese Fumio Kishida alla Casa Bianca, promettendo di restare a fianco dell’alleato contro tale minaccia.
Una delle fonti citate da Bloomberg dice poi che se l’attacco iraniano dovesse arrivare con missili e droni, le forze americane potrebbero aiutare Israele ad abbatterli, e ha aggiunto che gli Stati Uniti non escludono di lanciare una risposta congiunta con Israele contro la Repubblica islamica o i suoi alleati se attaccassero lo Stato ebraico.
Un dettaglio aggiuntivo lo fornisce Axios citando il generale Michael Kurilla, capo del comando centrale degli Stati Uniti, che oggi sarà in visita in Israele per consultazioni con il ministro della Difesa Yoav Gallant e altri funzionari per discutere la minaccia di un attacco iraniano: «Un attacco a Israele o alle sue basi potrebbe portare a un’altra escalation regionale», si legge su Axios.
I segnali si fanno si fanno sempre più intensi e inquietanti. Gli Stati Uniti potrebbero intervenire per aiutare Israele a difendersi da un attacco missilistico iraniano contro il paese. A dichiararlo sono stati ieri alcuni funzionari, ventilando la possibilità di un confronto diretto non solo tra Iran e Israele, ma anche tra Iran e Stati Uniti.
Funzionari statunitensi hanno informato l’emittente al-Jazeera, con sede in Qatar, che ritengono imminente un attacco iraniano come rappresaglia per l’attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco del 1° aprile, e che l’attacco sarà verosimilmente condotto dall’Iran stesso piuttosto che da gruppi che agiscono per procura.
Gli Stati Uniti hanno anche annunciato di aver sollecitato tramite funzionari i ministri degli Esteri regionali a fare pressione sull’Iran affinché dia prova moderazione. Negli ultimi due giorni il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha consultato gli omologhi di Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Iraq e Turchia.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele sta continuando la sua guerra a Gaza ma si sta anche preparando per altri scontri, riporta il Times of Israel. «Siamo in tempi difficili. Siamo nel mezzo di una guerra a Gaza che continua con tutta la sua forza. Inoltre, continuiamo con sforzi incessanti per riportare a casa i nostri ostaggi, ma ci stiamo anche preparando per le sfide su altri fronti», riferisce il sito web.
«Abbiamo stabilito un principio semplice: chiunque ci colpisca, lo colpiremo», ha detto Netanyahu. Il Guardian specifica che è evidente il riferimento alle minacce iraniane ricevute nelle ore scorse. «Siamo pronti ad adempiere alle nostre responsabilità nei confronti della sicurezza di Israele, in difesa e in attacco».
«La situazione in Medio Oriente peggiora, la tensione tra Iran e Israele è alle stelle, lavoriamo per una de-escalation invitando tutti gli attori alla prudenza, perché non possiamo permetterci che quell’area del mondo si infiammi», ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Mattino 5.
«È un momento difficile per la diplomazia, stiamo lavorando incessantemente ma non dipende da noi europei, come guida del G7 metteremo sul tavolo nella riunione di Capri la situazione in Medio Oriente e in Ucraina e soprattutto la tensione altissima tra Iran e Israele, dobbiamo evitare che ci sia uno scontro militare tra i due Paesi», ha aggiunto il titolare della Farnesina.
Le minacce di vendetta di Teheran erano del resto arrivate immediatamente dopo il raid israeliano contro il consolato iraniano a Damasco e anche il contingente Unifil dell’Onu in Libano ha ammonito che il rischio di un’escalation tra i due Paesi confinanti è reale.
Intanto la compagnia di bandiera tedesca Lufthansa ha annunciato la sospensione, almeno fino a domenica, dei voli da e per Teheran a causa dell’attuale situazione in Medio Oriente: “Monitoriamo costantemente la situazione in Medio Oriente e siamo in stretto contatto con le autorità”, ha affermato la società in una nota.
Una decisione confermata anche dalla portavoce della compagnia aerea interpellata dal Frankfurter Allgemeine: “La sicurezza dei nostri ospiti e dei membri dell’equipaggio è la massima priorità di Lufthansa”.
Di grande interesse è la ricostruzione operata da Pietro Batacchi, direttore di RID (Rivista Italiana Difesa), tra i più accreditati analisti italiani geomilitari: “In settimana Israele ha provato quello che potrebbe essere un attacco a lungo raggio contro obbiettivi strategici in Iran, nel caso Teheran reagisca all’attacco israeliano a Damasco del 1° aprile. Si è trattato di un’esercitazione, coordinata con le forze americane nell’area e la Guardia Nazionale Cipriota, e condotta sull’Isola di Cipro. L’esercitazione ha simulato attacchi a lungo raggio contro obbiettivi collocati in profondità in un territorio nemico, da parte di aerei dell’Aeronautica Israeliana decollati da basi situate nello Stato Ebraico. Nell’attività sarebbe stato coinvolto almeno uno Squadrone di caccia e aero-rifornitori[…]stiamo parlando di un’operazione estremamente complessa, con risvolti politici enormi, e con risultati militari che potrebbero non essere quelli desiderati. Israele dovrebbe mettere in campo risorse importanti: un elevato numero di caccia di attacco e di scorta, aerorifornitori, velivoli per la ricognizione e l’attacco elettronico, ecc. Un conto è bombardare Gaza o il Libano, senza contrasto aereo, sul breve e brevissimo raggio, e con rotte “facili” e ben oliate, un conto bombardare l’Iran. L’Aeronautica Israeliana si addestra da anni a questo scenario – con esercitazioni a Cipro, in Grecia, ecc. – ma le incognite e i rischi sono tanti, talmente tanti che crediamo sia indispensabile l’aiuto di qualcuno”, conclude Batacchi.
Intanto, il numero delle vittime dell’attacco israeliano nella Striscia di Gaza ha raggiunto quota 33.482, con 76.049 feriti, secondo il ministero della Sanità del territorio palestinese. Il bilancio delle vittime è aumentato dopo che 122 persone sono state uccise e 56 ferite nelle ultime 24 ore.
Sono stati uccisi circa 14.500 bambini e 9.500 donne. Israele afferma di aver ucciso circa 12.000 combattenti palestinesi dall’inizio della guerra in ottobre. Il bilancio delle vittime è probabilmente molto più alto poiché si stima che 7.000 persone siano disperse e presumibilmente sepolte tra le macerie degli edifici bombardati.